Rinaudo lascia, il suo Gruppo non condivide la scelta
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La posizione di Busca si rinnova
Data:
27 Giugno 2007
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Per lo stesso Gruppo c'era già stato un altro avvicendamento, ad inizio anno, tra il dimissionario Percarlo Rosso e Giovanni Lombardo.
Guido Rinaudo aveva presentato le sue dimissioni il 18 giugno scorso, perché eletto nel Consiglio di amministrazione della banca Credito cooperativo di Caraglio, del cuneese e della Riviera dei Fiori, nel cui regolamento è prevista l'incompatibilità dei consiglieri con altre cariche pubbliche.
"Non condividiamo, e vogliamo dirlo con franchezza, la scelta di Guido Rinaudo - ha detto Pier Giorgio Aimar, consigliere di Busca si rinnova, leggendo la lettera, che riportiamo integralmente qui sotto, nella quale il Gruppo saluta il dimissionario ex candidato Sindaco - di rassegnare le dimissioni dal Consiglio: avremmo fermamente desiderato che continuasse a svolgere il difficile e a volte scomodo ruolo di Consigliere Comunale di minoranza, in risposta alla fiducia che 2.339 elettori gli hanno accordato nelle ultime elezioni comunali. Abbiamo insistito per un suo ripensamento ma, purtroppo, senza alcun risultato".
Rinaudo, all'inizio della seduta, ha salutato il Consiglio, raccontando della sofferta decisione che ha dovuto predere in seguito alla sua elezione nel Consiglio della banca: "Avessi saputo - ha detto - prima di candidarmi come membro del Cda che esisteva la clausola della non compatibilità, non avrei corso per quell'incarico. In questo momento ringrazio tutti coloro che continueranno ad avere fiducia in me".
"Il Consiglio perde un suo autorevole componente e noi un avversario leale. Auguriamo buon lavoro al nuovo Consigliere" hanno detto il Sindaco, Luca Gosso, e il capogruppo di maggioranza Angelo Rosso.
"Secondo me - ha affermato Mario Berardo della Lega Nord Piemont- si tratta di un atto che sminuisce il mandato elettorale. Dopo Rosso, adesso Rinaudo: due consiglieri su quattro di Busca si rinnova hanno rinunciato al mandato degli elettori. Sono sorpreso di una scelta che va contro i principi etici e morali che dovrebbero appartenere vieppiù a convinti rappresentanti del mondo cattolico come i due ex consiglieri".
