IV Novembre: la celebrazione in contemporanea in tutta Italia

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Alle ore 19 di mercoledì 3 novembre. Cent'anni fa la scelta del Milite Ignoto

Data:

28 Ottobre 2021

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Le corone d’alloro saranno deposte davanti al monumento ai Caduti nel giardino del municipio, via Cavour 28, e davanti alla lapide in piazza della Rossa
Le corone d’alloro saranno deposte davanti al monumento ai Caduti nel giardino del municipio, via Cavour 28, e davanti alla lapide in piazza della Rossa
Anche a Busca come in tutta Italia, su richiesta dell’Ana (Associazione nazionale Alpini) nel centocinquatenario della fondazione del Corpo degli Alpini,  la celebrazione del IV Novembre avverrà contemporaneamente in ogni Comune alle ore 19 di mercoledì 3 novembre prossimo. Le corone d’alloro saranno deposte davanti al monumento ai Caduti nel giardino del municipio, via Cavour 28, e davanti alla lapide in piazza della Rossa. Nell’occasione saranno letti i messaggi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,  e del presidente dell’Ana, Sebastiano Favero.

La festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate  assume  quest’anno un significato particolare, ricordando anche il centenario  dalla traslazione del Milite Ignoto: “Invito i cittadini – dicono il sindaco Marco Gallo e l’assessore al Volontariato Ezio Donadio - a partecipare a questo momento significativo, anche  per sottolineare con il centenario del Milite Ignoto il simbolo delle vittime di tutti i conflitti”.  

Il Milite Ignoto
Fu il Colonnello Dohuet a suggerire, nell’agosto del 1920, la sepoltura di un milite senza nome al Pantheon, l’edificio dedicato alla sepoltura dei reali d’Italia e delle grandi personalità, per sottolinearne il prestigio e la nobiltà. La proposta fu accettata l’anno seguente, ma al posto del Pantheon, per la sepoltura fu scelto l’Altare della Patria. Il 28 ottobre 1921 nella basilica di Aquileia, la scelta del Milite Ignoto fra  alcune salme di soldati senza nome, provenienti dai cimiteri di guerra e dai luoghi delle battaglie della Prima Guerra Mondiale, terminata tre anni prima, fu affidata a Maria Bergamas di Gradisca d’Isonzo, madre di Antonio, un soldato che aveva abbandonato l’esercito austro-ungarico per unirsi a quello italiano e che  morì in combattimento sull’altopiano di Asiago, dove il suo corpo fu  disperso. La bara, caricata su un carro ferroviario aperto e scortata da reduci decorati con medaglia d’oro, durante il suo viaggio verso Roma fu omaggiata dalla folla.

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Ultimo aggiornamento: 28/10/2021 11:11