Giornate FAI di Primavera alla scoperta di Busca e le sue colline: un itinerario nella pittura dei fratelli Biazaci ed oltre Sabato 26 e Domenica 27 Marzo
Sabato 26 e domenica 27 marzo. Quattro le aperture scelte dalla Delegazione e Gruppo Giovani FAI Saluzzo: la Chiesa di Santo Stefano, la Chiesa di San Sebastiano e la cappella di San Brizio. L'Eremo di Belmonte in esclusiva agli iscritti FAI.
Busca e le sue colline: un itinerario nella pittura dei fratelli Biazaci ed oltre, è la scelta per l'edizione 2022 della Delegazione FAI e del Gruppo Giovani di Saluzzo, per le Giornate FAI di Primavera, in calendario sabato 26 e domenica 27 marzo.
Quattro aperture, tre per tutti: la Chiesa di Santo Stefano, la Chiesa di San Sebastiano e la cappella di San Brizio e una in esclusiva per gli iscritti al Fondo Ambiente Italiano: l'Eremo di Belmonte.
Secondo Marco Piccat, Capo Delegazione FAI di Saluzzo, sarà “un’occasione importante di conoscere un percorso artistico/ambientale che Busca, città di antica e ricca storia, ha saputo conservare e tutelare con sapienza, in modo da permettere il dialogo e l’incontro con emozioni e immagini di varie epoche e stili.
Non solo gli affreschi dei Biazaci, ma anche l’anonimo frescante della cappella di san Brizio o gli artisti che lavorarono al complesso dell’Eremo (Dalamano, e Francesco Gonin…) saranno presentati dal gruppo dei Giovani FAI e dalle guide della Delegazione nei loro significati più autentici, mentre le note degli appuntamenti musicali curati dall’Istituto Civico e all’Accademia Monti Regalis apriranno momenti di immersione in un ambiente naturale, quale quello delle colline buschesi, ricco di grande fascino e straordinario equilibrio sensoriale.
Riscoprire Busca è ritrovare una parte importante della nostra cultura e delle vicende del nostro territorio, dando sfogo al nostro desiderio di assaporare in prima persona oasi di pace, serenità e grazia, di cui tutti, in questi momenti, sentiamo di avere particolarmente bisogno.
Uno speciale ringraziamento alla parrocchia di Carmagnola per l’opportunità di visitare l`Eremo, nonché all’Amministrazione Comunale di Busca e all’ Istituto Vivaldi per la condivisione del progetto complessivo e l’aiuto alla sua migliore realizzazione”.
La variegata proposta buschese è sottolineata anche dal sindaco Marco Gallo: “Il nostro territorio è ricco di spunti storico culturali da conoscere". "Luoghi normalmente chiusi al pubblico – aggiunge l’assessore Ezio Donadio - che contengono tesori poco conosciuti che necessitano, tra l’altro, di urgenti restauri: in particolare la cappella di San Brizio che ha origini antichissime ed è stata per anni dimenticata.
Grazie anche all’Istituto civico Vivaldi curato dall’Accademia Montis Regalis per l’intrattenimento musicale che completerà le giornate culturali buschesi” Per partecipare c’è la possibilità di iscriversi sul posto, al banco principale FAI presso Casa Francotto (P.za Regina Margherita) ed è richiesto il Green Pass Rinforzato e l’uso della mascherina.
La prenotazione fortemente consigliata online su www.giornatefai.it : entro le ore 18 di venerdì 25 (per le visite di sabato 26) ed entro le ore 18 di sabato 26 (per le visite di domenica 27)
ORARI di VISITA:
OBBLIGATORIO PRESENTARSI al BANCO FAI a CASA FRANCOTTO ALMENO 30 MINUTI PRIMA della VISITA per controllo Green Pass e verifica prenotazione.
Santo Stefano: ogni 30 minuti (sabato 14.30 - 17 e domenica 9.30 – 12 / 14.30 – 17) Gruppi di 15 persone . N. B. Parcheggiare sulla strada nei pressi della Chiesa (Via Morra San Giovanni 13) -
San Sebastiano: ogni 30 minuti (sabato 14.30 – 17 e domenica 9.30 – 12 / 14.30 – 17) Gruppi di 15 persone N. B. Parcheggiare sulla strada nei pressi del Cimitero (Via Valentino) -
San Brizio: ogni 30 minuti (sabato 14.30 - 17 e domenica 9.30 – 12 / 14.30 – 17) Gruppi di 15 persone N. B. Parcheggiare sulla strada statale, direzione Rossana o dove verrà indicato dai volontari sul posto.
Eremo di Belmonte (esclusiva iscritti FAI): ogni ora (sabato 14.30 – 17.30 e domenica 9.30 - 12.30 / 14.30 – 17.30) Servizio navetta offerto dal Comune di Busca: partenze 20 minuti prima di ogni visita, da Casa Francotto. Contributo minimo volontario: 3€ per ogni visita.
A chi desidera effettuare più di una visita si consiglia un intervallo minimo di 90 minuti. Per la visita alla piccola cappella campestre di San Brizio sono necessarie calzature sportive, in quanto raggiungibile solo attraversando dei prati collinari (in caso di maltempo questa visita non potrà essere effettuata).
Possibilità di pranzo domenica 27 a menù speciale GFP presso il Ristorante “Porta Santa Maria” Prenotazioni tavoli: Tel./fax 0171.946468 / Cell. 339 7340705.
Per ulteriori informazioni: saluzzo@delegazionefai.fondoambiente.it.
La Delegazione FAI Saluzzo ed il Gruppo Giovani FAI Saluzzosono anche su Facebook e Instagram.
Nel dettaglio ecco le 4 aperture
Chiesa di Santo Stefano: edificio rimasto a testimonianza dell’antico “Castellaccio”. Del complesso castrense fa parte la cappella di Santo Stefano, citata nel 1216 come parrocchia e sede del Vescovo nelle visite pastorali. Gli Affreschi absidali opera dei fratelli Tommaso e Matteo Biazaci, pittori predicatori itineranti, originari di Busca sono datati alla metà del ‘400 e raccontano la vicenda del martire.
La serie è realizzata con quattro riquadri commentati, nei cartigli, in lingua già volgare, con i dialoghi ripresi della “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine (1264 circa). Nell’arco trionfale dell’abside vi è una Annunciazione, con l’Angelo e Maria ai due lati. Gli affreschi del catino absidale raffigurano il Cristo risorto rappresentato nella mandorla e circondato dai simboli dei quatto Evangelisti (il bue Luca, l’angelo Matteo, l’aquila Giovanni, il leone Marco). La composizione sovrasta la bella figura di Maria in trono col Figlio Gesù. Legata al Gotico Internazionale, la narrazione è condotta con poesia, con un segno limpido e preciso, con colori pastello di grande morbidezza.
Da piazza F.lli Mariano si imbocca la strada che porta all’Eremo. A 500 metri si incontra il parco “Ernesto Francotto”. Si giunge poi su un poggio ove sorgono i ruderi del “Castellaccio” e la cappella.
Chiesa di San Sebastiano: (a cura del Gruppo FAI Giovani) la cappella attuale data ai secoli XIV -XV, quando l’edificio preesistente venne ampliato col portico, in seguito tamponato e con la decorazione della crociera di copertura con l’intervento dei fratelli Biazaci, intorno alla metà del XV secolo. Le vele del portico raccontano la storia di san Sebastiano tratti dalla “Legenda Aurea” di Jacopo Da Varagine, attraverso i dialoghi, in lingua italiana, presentati come registrati sulla scena di una sacra rappresentazione.
Possiamo facilmente leggere otto scene, suddivise da elementi architettonici o da figure; solo il martirio, la più importante nell’immaginario popolare, esaurisce da sola lo spazio della vela di fronte all’ingresso. I personaggi sono vestiti con gli eleganti abiti del tempo. Sebastiano è rappresentato come nobile ed cortese cavaliere del suo tempo, per poi divenire, come dice il testo della Legenda, al momento del martirio, simile ad un ‘riccio’ colpito dagli aculei dei suoi carnefici.
Nella scena finale è raffigurata la scoperta del corpo del martire da parte di Santa Lucina nelle catacombe romane che oggi portano il nome del martire. L’edificio si trova fuori dal centro storico, sulla via che porta a Villafalletto, vicino al cimitero.
L’ oratorio di San Brizio, divenuto in questi giorni di proprietà comunale, fu costruito in epoca altomedioevale dai monaci di Villar San Costanzo.
Il titolare fu discepolo di san Martino e a lui succedette sulla cattedra vescovile di Tours. Lasciata in uno stato di abbandono da molti anni, e completamente ripulita dai rampicanti che la sommergevano, è tornata ora alla piena fruizione dei visitatori. L’interno costituito da un piccolo locale aperto sul lato anteriore, è interamente affrescato da un pittore sconosciuto probabilmente di influenza francese.
Sono rappresentati santi dalla grande devozione locale, San Pietro e San Paolo, San Sebastiano, Sant’ Antonio, Santa Caterina d’Alessandria, Santa Lucia e Sant’Agata e identificabile dal nome, San Bernardo.
Sulla parete di fondo, una delicata e bellissima Annunciazione ha sofferto il passare del tempo e l’incuria dei passanti. La raffigurazione, più sottilmente elaborata e raffinata, delle figure dei santi che la attorniano, è esemplare per un linguaggio iconografico dai diversi messaggi. Il ciclo segna in Valle Maira l’avvio di una svolta figurativa, ancora in ambito tardo-gotico, ma con la novità della luminosità assoluta delle campiture di colore. L’edificio necessita, nel complesso, di urgenti interventi. La Cappella di San Brizio si trova sul tratto che costeggia il Talutto, in località Morra San Giovanni.
L’ Eremo di Belmonte (ESCLUSIVO SOCI FAI, con navetta in partenza da Casa Francotto). Il complesso nacque con la costruzione duecentesca della cappella della Madonna e del monastero della certosa femminile di Santa Maria di Belmonte. Nel corso del Quattrocento, passò in uso alle suore domenicane. Nel Seicento i Camaldolesi di San Romualdo si sostituirono alle monache, facendo divenire il luogo centro devozionale e importante richiamo di pellegrini non solo locali.
I frati , a fianco dell’antica chiesa medievale, eressero la nuova chiesa barocca facendo intervenire diversi artisti e artigiani celebri, che la resero mirabilmente decorata con i dipinti del Dalamano e gli stucchi del Beltramelli.
Nell’Ottocento il complesso, acquistato da nobili locali, venne ulteriormente arricchito da dipinti di Francesco Gonin. La storia si concluse poi con il passaggio, per eredità, alla famiglia dei Grimaldi e ad un intermediario che lo donò, intorno agli anni 1950, alla Parrocchia di Carmagnola. Durante la Seconda Guerra mondiale la chiesa abbaziale fu gravemente danneggiata.
La riapertura ad opera del Fai di Saluzzo svela la bellezza di alcuni sui preziosi interni e permette la visione di un panorama ambientale di struggente bellezza. Come già precisato, per raggiungere l’Eremo ci si deve servire della navetta in partenza, ogni ora, da casa Francotto.