25 Aprile, per passare il testimone

Leggendo l’ultima lettera del partigiano Albino Albico, fucilato all’età di 24 anni dopo essere stato arrestato e torturato dai militi della Muti, la sindaca junior di Busca, Giulia Ferrara, ha concluso il suo discorso ieri sera dicendo “grazie Albino, grazie ai tuoi compagni, grazie a chi non ebbe paura di proteggervi, ci avete dato quello che durante il fascismo pareva un sogno irrealizzabile: la libertà”. E in questa citazione è racchiuso il significato più vero delle celebrazioni del 25 Aprile a Busca e Costlgliole Saluzzo: passare il testimone. Far sapere cosa davvero era accaduto,  dagli ultimi rari testimoni, a quelli di mezzo, i figli che ne hanno ascoltato il racconto diretto, ai nipoti e pronipoti e sempre più avanti alle nuove generazioni e anche ai nuovi italiani e a quelli che tali vogliono diventare. Per questo si accende la fiaccola della Liberta davanti al monumento alla Resistenza,  da cui attingono i giovani convenuti prima di partire per la marcia verso Ceretto, luogo della strage del 5 gennaio 1944,  dove la celebrazione avviene con il Comune di Costigliole . Perché la nostra libertà, che non dovremmo dare per scontata,  viene da lì. Ed è un compito che sentiamo necessario in particolare noi cuneesi, che siamo “geneticamente antifascisti”: un concetto ripetuto ieri sera  dai sindaci di Busca e Costigliole, Marco Gallo e Fabrizio Nasi,  citando l’espressione del presidente del Piemonte, Alberto Cirio, detta sia quando venne prorpio qui a Ceretto ad una commemorazione,, sia ieri, davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, venuto a Cuneo per celebrare il 78° Anniversario della Liberazione.

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, ai ragazzi e ai loro insegnanti, ai concittadini dei due Comuni, alle associazioni Protezione Civile, Cri, Ana, Vigili del Fuoro, 5 Gennaio e al suo presidente Giovanni Sola, alla banda musicale di Santa Cecilia.