A teatro per il Giorno della Memoria

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Venerdì 26 gennaio alle ore 21 al Teatro Civico la storia di Guido, uno dei bambini descritti da Primo Levi mentre sono fatti salire su un camion diretto alle camere a gas, non appena arrivati al lager  

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22 Gennaio 2024

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Un'mmagine da Internet
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Venerdì 26 gennaio alle ore 21 al Teatro Civico per il Giorno della Memoria andrà in scena un monologo tutto al femminile.  “Guido suonava il violino” è una produzione di Casa degli Alfieri e Artepo (ARchivio TEatralità POpolare), con Elena Formantici diretta da Patrizia Camatel, che è anche autrice del testo liberamente tratto dal racconto “Un violino” di Nicoletta Fasano. Il progetto nasce in collaborazione con l’Istituto per La Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Asti. Lo spettacolo fa parte della stagione Zona Franca, organizzata da Santibriganti Teatro nei Teatri Civici di Caraglio, di Busca e di Dronero.
 
Il racconto si dipana come giallo e assume le misteriose atmosfere di un thriller a carattere storico. Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una donna, ricercatrice di professione, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine e chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dalloblio. Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata ad Asti al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione. Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che ritrovare il nome del proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare. Chi sono i sommersi”, chi i salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda?
 
Una storia sulla Shoah, certamente, ma il nodo centrale qui non è il lager, piuttosto ciò che lha preceduto: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami. Cittadini italiani, perfettamente integrati nel tessuto sociale, da un giorno allaltro divenuti senza Stato”, espulsi dalla loro patria senza avere colpe e senza ricevere spiegazioni, mandati alla morte senza fare rumore, se possibile. In questo limmane tragedia che ha colpito il popolo ebraico e non solo, continua ad essere tristemente attuale, benché - o poiché - altre tragedie dellodio razziale o religioso, altri sterminii si siano susseguiti, da allora ad oggi. Segno che la vigilanza non può mai essere abbassata.
 
Le fonti
Il testo del monologo teatrale è liberamente tratto dal racconto Un violino” di Nicoletta Fasano, ricercatrice dellIstituto Storico per la Resistenza e la Società Contemporanea in Provincia di Asti. Il racconto è basato sulle sue ricerche storiche intorno alla vicenda delle famiglie astigiane Foà e Luzzati. Anche il violino, di dimensione adatta a un bambino e datato agli Anni Trenta del Novecento, è realmente esistente ed attualmente custodito dalla stessa autrice. Pur non essendo stato possibile ricostruire a chi appartenesse lo strumento, rinvenuto durante lo sgombero di un magazzino comunale, Fasano ha voluto legare, con linvenzione letteraria, questo oggetto prezioso ed evocativo al nome di Guido Foà, che alletà di 8 anni fu il più piccolo deportato dalla città di Asti. Guido e sua madre, Estella Luzzati, si troveranno casualmente sullo stesso convoglio che da Carpi (Modena) trasporta ad Auschwitz anche Primo Levi e alcuni suoi cari amici. Guido è uno dei bambini descritti da Levi mentre vengono fatti salire su un camion diretto alle camere a gas, non appena arrivati al lager. La Storia è dunque inestricabilmente connessa al racconto, in una dedica commossa che per tramite di Guido ricorda ed abbraccia quanti subirono lo stesso tragico destino.
 
Guido suonava il violino
liberamente tratto dal racconto “Un violino” di Nicoletta Fasano
Venerdì 26 gennaio ore 21
Teatro Civico
Testo e regia di Patrizia Camatel
Con Elena Formantici
Produzione Casa degli alfieri e ARTEPO (ARchivio TEatralità POpolare)
In collaborazione con ISRAT (Istituto per La Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Asti)
Biglietti online su www.ticket.it e su www.santibriganti.it
Oppure https://www.ticket.it/festival/zona-franca.aspx

Giorno della Memoria
E' la giornata internazionale per commemorare le vittime dell'Olocausto, designata dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea della Nazioni Unite del 1º novembre 2005. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia.
 

Immagini

Ultimo aggiornamento: 26/01/2024 15:44