Il prossimo sabato, 6 ottobre, alle ore 21, nell'Auditorium di Palazzo Bertello a Borgo San Dalmazzo, l'associazione culturale buschese Le cercle rouge porterà in scena "Ho sognato di Stevenson", già rappresentato in anteprima il 25 agosto scorso nel castello di Costiglòiole Saluzzo, per il ciclo Castelli in scena.
Ho sognato di Stevenson è un progetto che prevede la realizzazione di una pièce dallo stesso titolo correlata ad una serie di interviste con docenti universitari ed inerenti le tematiche letterarie dello scrittore scozzese, con una particolare attenzione al tema delle "fables" ispiratrici del soggetto teatrale. Le interviste sono state riunite in un unico corpus dal titolo Ai minimi drammi (Tales of Moralities) e sono state presentate come evento introduttivo alla pièce.
"La metropolitana come la vita, la città come il mondo altro, la banchina come l'approdo. Si viaggia per vivere". Così esordisce Laura Chiotasso, autrice del testo teatrale di Ho sognato di Stevenson, scritto a quattro mani insieme al regista Costantino Sarnelli.
"Guido, Riccardo, Giulia e Federico, novelli argonauti, approdano, loro malgrado, in una zona di transizione. Fin dall'inizio, stimolati dalle favole stevensoniane, prendono gradualmente coscienza di se stessi e, attraverso il dialogo - spieha Laura Chiotasso - ognuno di loro sarà in grado di conquistare il proprio vello d'oro, andando oltre quella che era l'uscita prestabilita"
"Sono le 23 e 55 di una sera qualunque, di una stagione qualunque, di un anno qualunque - continua la sceneggiatrice - Il tutto in un'ambientazione fuori dal tempo. C'è una sola certezza, tutte le uscite con la superficie sono sparite.”
Nel ruolo di Guido Della Notte ritroviamo l'attore Livio Partiti, già protagonista di altre produzioni targate le Cercle Rouge, così come Tiziana Rimondotto e Davive Gagna, rispettivamente nei ruoli di Giulia Almansi e Riccardo Valzer. Tra i tre si inserisce Federico Fornari (Paolo Borello), lo scrittore che sprona al dialogo gli altri e si diverte a giocare con loro su questo palcoscenico improvvisato, quasi fossero delle action figures della sua immaginazione letteraria.