Omaggio all'alabastro di Busca

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Con una serata di studio e la Camminata ecologica

Data:

04 Ottobre 2007

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La balaustra in alabastro di Busca della chiesa della Santissima Trinità, detta la Rossa
La balaustra in alabastro di Busca della chiesa della Santissima Trinità, detta la Rossa
Le antiche cave di alabastro buschese, chiamate “della Marmorea”, saranno al centro della settima edizione delle Giornate ecologiche, organizzate dalla Città di Busca, assessorato all’Ambiente, insieme con l’associazione Ambiente padano.

Primo appuntamento per giovedì 11 ottobre alle ore 21, nella sala convegni dell’associazione, in via Umberto I 94, per l’inaugurazione della mostra “Fossili e minerali”. La serata sarà introdotta dalla relazione di Piero Gosso, responsabile dell’ufficio tecnico di Busca, sulle storia delle cave e proseguirà con la relazione di Ferruccio Vergamini sui minerali locali.

La mostra resterà aperta venerdi 12 e sabato 13 ottobre dalle ore 9 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19, domenica 14 dalle 9 alle 12, e lunedì 15 dalle 20,30 alle 22,30.

Domenica 14 ottobre si svolgerà la Camminata ecologica libera a tutti. Partenza e arrivo alla Casa Alpina, dalle ore 9,30 alle 12: destinazione, manco a dirlo, le cave della Marmorea.

L’albastro di Busca

Il prezioso alabastro di Busca è un bellissimo marmo rosa, riccamente variegato, che si estraeva a partire dal 1500 nelle cave, ormai esaurite, sul versante orientale della collina dell’Eremo, a quota 650 metri. La località è molto suggestiva, nel sito di una delle cave resta la stretta spaccatura - una specie di orrido - della profondità di circa 30 metri. 

Lo spiega Mirella Lovisolo, esperta di storia ed atre locale spiega nel suo sito “Arte e fede”.
 
“Molto bello, ma delicato - continua Lovisolo - quello di Busca è stato definito 'un magnifico alabastro orientale, tipico, agatato e ondulato, a tinte calde dal giallo chiaro al lionato scuro, con parti anche candide e anche paonazze e dà superbo effetto sia nel taglio trasversale che in quello longitudinale specialmente quando mostra chiazze frequenti paonazze e bianche diafane' (V.Bonadè-Bottino- Notizie sulle cave di Busca Torino 1911 in Occelli –Busca nei tempi antichi e moderni pp11,12).
 
“Dal 1620 – si legge sempre nel sito citato - le cave appartennero al Principe di Carignano Amedeo di Savoia; nel 1814 passarono al Demanio, nel 1879 al Senatore Carlo Brunet di Cuneo. In seguito passarono a privati sino al momento della cessazione dell’attività avvenuta – come dice Frediano Rosso figlio del proprietario di una delle cave, nel 1963. 

“L’alabastro buschese – conclude l’esperta - il cui colore caldo impreziosisce la struttura, era molto ricercato in Piemonte e fuori Piemonte nell’arredamento di case private, strutture e suppellettili decorative, camini, ma, soprattutto, negli altari delle chiese, come quello della parrocchia e nella balaustra della chiesa della Santissima Trinità di Busca, che è stata realizzata in blocchetti dello stesso marmo di una particolare venatura che riproduce il legno di noce. Troviamo l’alabastro di Busca anche nella Basilica di Superga a Torino, nella cripta delle tombe dei Savoia, in particolare nella tomba del Re Carlo Alberto”.


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