Busca ai tempi dei primi cristiani

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Nel sito del Castellaccio e a San Quintino tracce interessanti

Data:

16 Ottobre 2007

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l dipinto dei fratelli Biazaci nella cappella di Santo Stefano
l dipinto dei fratelli Biazaci nella cappella di Santo Stefano
Resterà aperta fino a domenica prossima nella sala polivalente del municipio, in via Cavour 28. la mostra Grafie dell’anima, curata da Mirella Lovisolo e patrocinata da Comune di Busca, dalle diocesi di Saluzzo e Cuneo e dal Club Unesco di Cuneo.

La rassegna presenta un repertorio artistico e archeologico delle origini cristiane catacombali dal II al V secolo e le tracce delle origini cristiane piemontesi dal IV al VI secolo ed è visitabile gratuitamente nel seguente orario: ore 10 -12.30, 14.30 -19, sabato e domenica fino alle 22.30.

Una pannello della mostra è dedicato ai reperti archeologici di Busca risalenti ai tempi delle origini cristiane. L'affermazione è convalidata da alcuni ritrovamenti nel sito paleocristiano di Santa Maria di Attissano, oggi San Quintino, e in Santo Stefano, per il quale si è in attesa di un sopralluogo della Soprintendenza.

Durante il restauro dei dipinti dei Biazaci alla Cappella di Santo Stefano nel 1998, è emersa, infatti, sotto lo scialbo, la facciata di un piccolo sacello preesistente la cappella e inglobato nella stessa. Tale presenza giustifica l’asimmetria interna della cappella.

“La chiesa di Santo Stefano – è spiegato sul pannello della mostra - è stata costruita, nella sua forma originale, al tempo della prima cristianizzazione del territorio e quindi tra V e X secolo.
Si può ipotizzare che il piccolo sacello, essendo anteriore alla cappella, potrebbe costituire una tipologia costruttiva risalente al tempo dell’esaugurazione del territorio, quando cioè l’editto imperiale di Valentiniano III del 435, impose l’abbattimento di tutte le edicole di culto pagano esistenti e l’innalzamento sostitutivo di edicole o chiese cristiane.

“Un recente saggio di verifica della situazione sotto la pavimentazione della cappella, effettuato dal Comune, ha rivelato una collocazione di grosse pietre sovrapposte intorno e sotto l’edicola, come per un rialzamento di questa al di sopra del normale livello di calpestio”.

La cappella, per altro, è collocata nel sito detto Castellaccio, in cui alcuni dati storici permettono di ipotizzare la presenza dei romani dal sec. I al IV. Di questa presenza resterebbe la torre diroccata e i ruderi del successivo castrum difensivo. È quindi probabile che nel luogo vi fosse un tempietto di culto romano poi distrutto e sostituito dall’edicoletta inglobata nella successiva chiesa paleocristiana.

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