Pulizia dei corsi d’acqua, una questione (anche) comunale

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Il sindaco ritorna sul problema con la proposta di un Odg al Consiglio

Data:

23 Giugno 2008

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Il Maira in piena venerdi 30 maggio. dal ponte Biandone
Il Maira in piena venerdi 30 maggio. dal ponte Biandone
“L’adozione di misure legislative e regolamentari idonee a coinvolgere i Comuni nelle azioni di salvaguardia dei corsi d’acqua per un’efficace sinergia con le autorità sovracomunali” è l’auspicio contenuto in un Ordine del giorno che il Sindaco sottoporrà all’approvazione del Consiglio comunale nella seduta convocata per giovedì prossimo, 26 giugno.

Il sindaco di Busca, Luca Gosso, aveva già espresso la necessità di trovare nuove soluzioni al problema, nei giorni immediatamente seguenti alla alluvione che ha colpito la vale Maira a fine maggio.

“Se Busca non è stata costretta a registrare danni – aveva affermato con decisione Gosso – il merito va più al caso che alla prevenzione. Quest’ultima, ci sia permesso di dirlo chiaramente ai cittadini, non è in alcun modo fra i poteri dei sindaci”.

Ora che è arrivata l’estate e si rischia di dimenticare in fretta il tempo dell’emergenza, il sindaco vuole impegnare tutta l’amministrazione comunale in una azione formale con questo Ordine del giorno.

Con esso si vuole sostenere che i Comuni possano essere considerati, nell’ambito della salvaguardia dei corsi d’acqua, “una vera risorsa utile al conseguimento del fondamentale obiettivo della prevenzione”.

Il testo dell’Odg richiama esplicitamente l’articolo 118 della Costituzione, circa le competenze amministrative attribuite ai Comuni.

“Questa stessa fonte costituzionale – scrive il Sindaco nell’Odg in votazione - merita un approfondimento per verificare una lettura dell’ultimo comma secondo una visione più ampia possibile, che coinvolga i privati nelle problematiche in questione; opportunamente, infatti, si combinerebbero obiettivi di sicurezza, ambientali ed economici grazia ad intese, sulla scorta di procedure con rilevanza pubblica, con operatori del settore; questi potrebbero manifestare la loro disponibilità ad eseguire interventi di sistemazione e pulizia dei fiumi in cambio di pietrame di fondo; ne risulterebbe una evidente limitazione dell’attività di estrazione da cave con conseguenti benefici ambientali”.

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