L’Associazione dei Comuni italiani organizza per oggi alle ore 12 a Roma, davanti al Senato, una manifestazione di protesta contro i tagli imposti dalla manovra finanziaria. I Sindaci saranno presenti con le fasce tricolore listate a lutto, per testimoniare il rischio per la sopravvivenza stessa dei Comuni, se non sarà modificata questa manovra.
L’iniziativa ha l’appoggio del Movimento dei sindaci, promosso in Piemonte, tra gli altri, anche da sindaco di Busca, Luca Gosso, che non ha potuto essere a Roma oggi per precedenti impegni, ma che interviene in merito con le valutazioni che riportiamo qui di seguito.
La necessità di tagliare la spesa pubblica è innegabile. Ma di fronte a certi sprechi, così come di fronte a certe inefficienze i sacrifici chiesti ai cittadini sono difficilmente spiegabili.
I nuovi tagli annunciati del Governo nei confronti degli Enti locali hanno provocato e stanno provocando grande apprensione tra gli amministratori locali.
I tagli previsti, come capita ormai da dieci anni, sono lineari. Per tutti nello stesso modo. Per i virtuosi e per gli spreconi. E proprio per questo motivo non sono accettati e sono l’esatto contrario del federalismo.
Non c’è destra, sinistra o centro che tenga: chi deve fare i conti con la mannaia del Governo e con le esigenze dei cittadini non può dormire sonni tranquilli.
E pensare che l’evasione fiscale in Italia è di 120 miliardi (le Regioni in testa a questa classifica sono Calabria, Sicilia e Campania) e gli sprechi nella pubblica amministrazione è pari a 80 miliardi (la graduatoria vede in testa Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata). Ma anche alcune regioni del Nord a statuto speciale come Valle d’Aosta e Trentino fanno registrare un elevato indice di parassitismo. Le denunce sono contenute nel libro “Il sacco del nord” di Luca Ricolfi.
Per quale motivo i lombardi i piemontesi ed i veneti devono continuare a fare sacrifici a beneficio di chi spreca infischiandosene?
Il residuo fiscale – cioè la differenza di quanto versato, tra entrate fiscali e non - che lo stato e gli enti locali prelevano in un certo territorio e le risorse che vengono spese nella stessa area (media 2005/2007) determinano un avanzo o disavanzo. I lombardi hanno un residuo fiscale positivo di 59 miliardi, seguiti dal Veneto (17) Emilia e Lazio (16) Piemonte (11) e Toscana (8). Seguono tanti segni “meno” e la Sicilia detiene il record con - 11 miliardi.
Se vogliamo passare all’indebitamento dei Comuni ecco altri numeri interessanti. E’ Torino la città messa peggio con 5.564 euro di debito per abitante, seguita da Milano (4.012), Napoli (2.738), Firenze (1.990), Palermo (1.645). Per non parlare di Roma per cui è difficile persino risalire all’entità esatta del debito, pare 12 miliardi o forse più.
Cuneo e Busca hanno un debito pari a circa 400 euro per abitante.
E’ giusto trattare tutti nello stesso modo? La domanda è retorica: sfido chiunque a sostenere che non sarebbe meglio tenere conto dei diversi casi.
Invece,ed è paradossale, chi si trova nella situazione peggiore ha un enorme vantaggio e una certa facilità rispetto a chi è stato virtuoso.
Chiunque può capire che servono meccanismi capaci di premiare gli enti virtuosi, che serva un anticipo del federalismo fiscale per consentire ai Comuni entrate proprie, non aggiuntive ma sostitutive delle imposte dello Stato.
Serve una correzione della manovra, che tenga conto della capacità di ben amministrare di alcuni Comuni.
Basta raffrontare i dati Ifel (istituto di ricerca dell’Anci) per rendersi conto di come oggi la situazione sia iniqua: i Comuni del Veneto, che ha circa 5 milioni di abitanti, ricevono 1 miliardo e 600 milioni di euro di trasferimenti e la Lombardia, con 10 milioni di abitanti, riceve 3 miliardi di euro, a fronte di regioni come il Lazio, che con qualche migliaia di abitanti in più del Veneto riceve il doppio, 3 miliardi e 100 mila euro, o la Campania, che con 6 milioni di abitanti riceve 3 miliardi e 400 milioni di euro. Il Piemonte con quattro milioni e mezzo di abitanti riceve 1 miliardo e 300 milioni.
I tagli devono puntare a ridurre questa forbice, prevedendo delle differenziazioni anche per quanto riguarda il turnover del personale: se in Piemonte non si arriva alla sostituzione del 20 per cento dei dipendenti che vanno in pensione, in altri Comuni di altre regioni, dove vi è un forte esubero di personale, il turnover potrebbe essere azzerato.
Lanciamo un grido di allarme perché, con questa manovra, le difficoltà per i cittadini si presenteranno davvero drammatiche i tagli riguardano solo formalmente le Regioni e gli Enti locali: in realtà si tratta di tagli che vanno a colpire direttamente i cittadini.
Perciò riteniamo importante l’attuazione di un anticipo di federalismo fiscale, che preveda la possibilità per i Comuni di avere una risorsa diretta sostitutiva di altre imposte.
Luca Gosso, Sindaco di Busca
Sindaci sull'orlo di una crisi di nervi
Dettagli della notizia
Manifestazione nazionale oggi a Roma, Gosso: no ai tagli indiscriminati
Data:
23 Giugno 2010
Tempo di lettura:
4 min