Alf-ieri oggi Vittorio, venerdì al Teatro Civico

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Data:

28 Settembre 2010

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Venerdì 1° ottobre, alle ore 21, presso il Teatro Civico di Busca, all’interno della rassegna “Castelli in scena”, promossa dall’assessorato alla Cultura della Provincia di Cuneo, l’associazione culturale Marcovaldo presenta “Alf-ieri oggi Vittorio”, spettacolo a cura dell’associazione culturale Agar di Asti. L'ingresso è libero. 

Lo spettacolo
Il regista Delfino Pellegrino ironizza gustosamente su alcuni temi tipici alfieriani, attuali ancora oggi, quali la tumultuosità interiore, il bisogno di viaggiare, la passione per le donne maritate. La rappresentazione, replicata per il terzo anno al Teatro Alfieri di Asti è stata portata sulle scene in diverse realtà tra cui San Remo, Genova, Torino, Vercelli, Milano, Magliano Alfieri (residenza estiva del Conte), Grinzane Cavour, Biberach (Germania). 

Attualmente è inserita anche nelle celebrazioni dell’Unità di Italia. Numerose le repliche per le Scuole Superiori: i giovani, divertendosi, hanno potuto conoscere il più grande tragediografo del ‘700. 

“Già con il titolo - dice il regista Delfino Pellegrino - ho voluto mettere le carte in tavola. L’Alfieri storico, ufficializzato, mitizzato, che la tradizione non cessa di tramandarci con quel suo perenne cipiglio e con quella sua boria gladiatoria “Volli…fortissimamente volli!” è sublimamente insopportabile. Non si discutono né la sua arte di tragediografo né la sua tumultuosità interiore e la caratteropatia che ne conseguì che lo rese inviso a molti, e che solo ricchezza e nobiltà gli permisero di conservare, e mai contenere. Uomini come l’Alfieri sono probabilmente prigionieri della propria storia per il reale dolore del vivere che non riescono a sopportare; per contro, nel mio testo c’è il tentativo visionario di liberarlo, come pure di svincolarlo dagli stereotipi”. 

Lo spettacolo è ambientato a Napoli, dove Alfieri vi giunge via mare con il suo veliero. Qui tra servi e amici di umili condizioni, pretende la lettura della sua tragedia: Saul. La messa in scena, dunque, di qualcosa che sta per accadere (la lettura, appunto, di una sua tragedia), ma che non accadrà mai per l’intervento imprevedibile di scampoli di evenienze e pettegolezzi (in parte veri, storici; tratti non solo dall’Autobiografia che non dice tutta la verità sull’Alfieri) che l’humus partenopea, prodiga di chiacchiere e di ammiccamenti, sa provocare bonariamente sì da indurre nell’uomo Alfieri una fertilità più allusiva, più segreta. Un “clima” napoletano che trasforma il conte Alfieri in un Vittorio senza maschera tragica.

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