“Fa piacere poter constatare che c’è voglia di confronto, di partecipazione e di approfondimento anche nella nostra comunità locale e che, se le proposte sono valide, la gente risponde con convinzione” .
Così l’assessore alla Cultura, Marco Gallo, interpreta la buona riuscita di una piccola, ma importante, iniziativa che il Comune ha sostenuto, lavorando insieme con l’associazione FamigliaXFamiglia: la mini rassegna di film dal titolo "Il cinema racconta la differenza".
Si tratta degli appuntamenti per tre lunedì sera di seguito, 8, 15, e 22 novembre, non soltanto con film d’autore, le cui proiezioni si sono svolte al teatro (nella “bomboniera” del Civico: e anche questo al il suo significato), ma anche con il successivo dibattito di approfondimento con esperti degli aspetti prima trattati dalle trame dei rispettivi lavori cinematografici.
Chi ha partecipato alle prime due serate, con la proiezione de Le invasioni barbariche di Denys Arcand, cui è seguito il dibattito con lo psicologo Rocco Mercuri dal titolo “Dipendere da chi? Dipendere da che cosa?” e Senza pelle di Alessandro D’Alatri, cui ha fatto seguito l’incontro con la psichiatra Adriana Olessina dal titolo “Siamo matti o appassionati?”, se ne andato sicuramente più consapevole delle problematiche affrontate.
Nella prima serata si è discusso delle implicazioni legate ai vari aspetti delle dipendenze: quella affettiva e quella materiale dagli altri, quella farmacologica, quando il farmaco è somministrato per il sollievo dal dolore fisico, soprattutto alla soglia finale della vita, quella della droga, sia quando è scelta consapevole sia quanto è consapevolmente abbandonata.
Nella seconda proposta tutti presenti hanno potuto prendere consapevolezza di quanto sia problematico e poliedrico il confronto con la pazzia: quale pazzia? Senza una matta passione per la vita il mondo finirebbe all’istante… A qualcuno è tornato in mente quel brano di Edorado Bennato dall’Isola che non c’è: “E ti prendono in giro se continui a cercarla ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te”.
In tanti hanno detto di sentirsi coinvolti in situazioni che soltanto per finta sembra che riguardino gli esclusivamente gli altri.
“Siamo contenti di constatare – dicono i soci di FamigliaXFamiglia - che le due serate per ora programmate hanno visto la partecipazione di un buon numero di persone, molto attente alla visione del film ed altrettanto interessate al dibattito che ne è scaturito al termine. Un ringraziamento particolare a Rocco Mercuri e ad Adriana Olessina, che con la loro professionalità hanno saputo coinvolgere il pubblico in un dibattito vivo ed interessante”.
L’invito di assessore e associazione è per l’ultima serata, lunedì prossimo, 22 novembre, con un bellissimo film girato nella nostra valle Maira: sempre nel Teatro Civico, alle ore 20.45, con ingresso gratuito, sarà proiettato Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, cui seguirà l’incontro dibattito con l’insegnante Carlo Masoero dal titolo “Lo straniero sono io?”: un altro tema che dovrebbe far breccia nella coscienza di ognuno.
Il vento fa il suo giro
E un film del 2005, diretto dal regista Giorgio Diritti, girato in lingua italiana, occitana (il titolo in occitano è E l'aura fai son vir) e francese. La vicenda è ambientata nella valle Maira e precisamente nella frazione Ussolo di Prazzo. Nel film non viene citato il nome reale del paese; si fa invece riferimento a Chersogno, nome di fantasia, probabilmente ispirato dal vicino Monte Chersogno. Gli attori (eccetto Thierry Toscan e Alessandra Agosti) sono tutti non professionisti e sono abitanti del luogo.
E’ stato presentato con successo in molti festival internazionali, a partire dall'anteprima al London Film Festival fino alla Festa del Cinema di Roma 2006, ma ha avuto una distribuzione limitata nelle sale italiane.
La storia
Philippe, ex professore, poi pastore sui Pirenei francesi, è alla ricerca di una nuova sistemazione per la sua famiglia, dato che nel luogo in cui vive è in costruzione una centrale nucleare.
Dopo aver inutilmente cercato casa in Svizzera, nel fare ritorno in Francia passa per la valle Maira, nel paesino di Chersogno, ormai spopolato e abitato quasi unicamente da anziani. Si tratta di una comunità molto chiusa, ultimo retaggio della lingua e cultura occitana in Italia.
Dopo qualche dubbio iniziale, l'amministrazione comunale si adopera per trovare a Philippe una casa in affitto e gli abitanti si mettono al lavoro per restaurarla. Inizialmente il paese sembra lieto di accogliere la giovane famiglia, composta, oltreché da Philippe, dalla moglie e tre figli. Ben presto però nascono le prime incomprensioni, causate dalle abitudini dei nuovi arrivati, non sempre rispettose delle tradizioni locali e dei diritti di proprietà.
Le capre di Philippe si avventurano spesso nei terreni ormai abbandonati dai vecchi contadini, suscitando però la gelosia dei vecchi residenti. Così, col passare del tempo, la nuova famiglia diventa vittima di veri e propri atti di boicottaggio da parte degli abitanti “storici”.
Il titolo “Il vento fa il suo giro” trae origine dal detto popolare per cui il vento è origine di tutte le cose, movimento circolare in cui tutto ha inizio e fine. Questa immagine è rappresentata nel film anche attraverso la figura dello scemo del villaggio, che corre per i prati con le braccia allargate simulando il gesto del volo.
Al film ha collaborato il gruppo folk rock Lou Dalfin.
Guardare e pensare
Dettagli della notizia
Lunedì prossimo si chiude il ciclo di film con dibattito ‘Il cinema racconta la differenza’. Al Teatro Civico 'Il vento fa il suo giro' di Giorgio Diritti
Data:
16 Novembre 2010
Tempo di lettura:
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