Sabato prossimo nel Teatro Civico di Busca risuoneranno le arie più orecchiabili, melodiche e accattivanti di un genere che ha saputo rispondere al desiderio di leggerezza e di romanticismo del pubblico di tutte le generazione dalla metà dell’Ottocento in poi.
Parliamo dell’Operetta, il ponte fra il grande teatro d’opera e il cosiddetto spettacolo leggero, che ha avuto il grande merito di avvicinare tutte le orecchie alla musica attraverso arie che sono diventate parte della cultura popolare: è il genere inventato a Parigi a metà dell’800, che unisce la recita al canto ed al ballo, autentico antesignano del moderno musical.
Dalla Vedova allegra al Cavallino bianco, da Il paese dei campanelli a Cin-Ci- Là: gli artisti del Regio itinerante di Torino offriranno alcune far le arie più famose.
E’ il regalo di Natale agli spettatori, buschesi ed ospiti, offerto dall’associazione Amici della Musica, in collaborazione con il Comune, assessorato alla Cultura. Il concerto, in programma alle ore 21, fa parte della rassegna internazionale di concerti “Musicaè”, VI stagione artistica.
“Nell’anno che sta per finire – sottolinea il sindaco, Luca Gosso - gli Amici della Musica hanno portato nella nostra città artisti di calibro internazionale. I fratelli Cuenca, Brian Ganz, Bruno Canino, i gruppi dell’Orchestra Rai e del Teatro Regio di Torino sono solo alcuni dei nomi che si sono esibiti sul palco del Teatro Civico e che hanno giustamente ottenuto lunghi applausi da un pubblico competente e sempre numeroso. Al presidente Antonello Lerda e ai suoi collaboratori va il sentito ringraziamento dell’amministrazione comunale per la competenza e l’entusiasmo con cui hanno lavorato, con l’augurio di continuare sempre su questa strada”.
“Il Comune – aggiunge l’assessore alla Cultura, Marco Gallo – ha cercato, nel limite delle possibilità finanziarie, di sostenere l’impegno dell’associazione le cui iniziative hanno fatto parlare di Busca ad ampio raggio e sono determinanti per far diventare la nostra città un polo culturale del territorio”.
“Speriamo – afferma il presidente dell’associazione, Lerda - che il frizzante e divertente programma risulti gradito ai nostri ospiti. Con questa serata facciamo i nostri auguri di Natale e di buon anno nuovo a tutti, ringraziando i nostri collaboratori e partner, dal Regio itinerante, a Piemonte in Musica, all'Alba Music Festival, al Museo dell’Arpa, per ricordare solo i più famosi, con l’auspicio di poter continuare a offrire divertimento, piacere e serenità con la musica”.
Viva l’operetta!
Artisti del Teatro Regio di Torino
Teatro Civico di Busca – Sabato 11 dicembre, ore 21
Eugenia De Gregori, mezzosoprano
Angelica Buzzolan, contralto
Giancarlo Fabbri, tenore
Davide Motta Fré, basso
Giulio Laguzzi, pianoforte
Programma
Franz Lehár (1870-1948)
«È scabroso le donne studiar»
«Vo’ da Maxim»
da La vedova allegra
Robert Katscher (1894-1942)
«Lisetta va alla moda»
da Wonder bar
Robert Stolz (1880-1975)
«Occhioni blu»
da Al cavallino bianco
Paul Abraham (1892-1960)
«Pardon madame»
da Vittoria e il suo ussaro
Johann Strauss figlio (1825-1899)
«Mein Herr Marquis»
da Il pipistrello
Emmerich Kálmán (1882-1953)
“Duetto delle rondini”
da La principessa della Czarda
Franz Lehár
«Se le donne vo’ baciar»
da Paganini
Carlo Lombardo (1869-1959)
Frou-Frou del Tabarin
da La duchessa del Bal Tabarin
Franz Lehár
«Sei tu felicità»
da Il conte di Lussemburgo
«Tu che mi hai preso il cuor»
da Il paese del sorriso
«La Vilja»
«Tace il labbro»
da La vedova allegra
Carlo Lombardo Virgilio Ranzato (1883-1937)
«Oh Cin-Ci-Là»
da Cin-Ci-Là
“Fox della luna”
da Il paese dei campanelli
Operetta, una storia nata a Parigi 150 anni fa
Di seguito una nota del pianista e musicologo Marca Targa
“Lo storico che volesse descrivere i rapporti tra musica e storia del costume sociale nel periodo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento dovrebbe dedicare un ampio spazio della sua trattazione al genere dell’Operetta.
Nato come spettacolo leggero, l’operetta godette, infatti, di una tale diffusione durante la fin-de-siècle europea da divenire quasi uno degli emblemi del periodo della Décadence, nella sua versione più disimpegnata.
L’operetta, intesa come genere teatrale, recitato con inserti musicali cantati, nasce a Parigi all’incirca a metà Ottocento, legandosi subito al nome di Jacques Offenbach. Ma breve tempo le occorrerà per conquistare anche i palcoscenici di Vienna, che nel giro di pochi anni farà sua questa nuova forma di teatro di intrattenimento.
È, infatti, di Johann Strauss figlio l’operetta che fondamentalmente diviene il prototipo del nuovo genere: Il pipistrello (1874).
Essa costituisce una sintesi compiuta di tutti quegli elementi che saranno poi distintivi della declinazione viennese del genere: il melodismo malinconico (sebbene l’aria in programma sia più all’insegna della brillantezza virtuosistica), il carattere ballabile di molti brani (valzer o polke), il fascino per il bozzetto esotico.
L’erede di Strauss è Franz Lehár, autore di operette di punta nel periodo fra i due secoli; con il suo ricco catalogo di titoli (fra cui primeggia per notorietà La vedova allegra), Lehár porta ad un efficace equilibrio l’alternanza tra l’immediatezza dei ritmi ballabili e la grazia dell’espressività sentimentale.
I ricercati languori melodici, che nel valzer lento raggiungono gli esiti di un compiaciuto manierismo, sono la sua cifra stilistica più distintiva. Essa vanterà successivamente
numerosi tentativi di emulazione da parte degli epigoni che a Lehár si ispireranno apertamente (il Duetto delle rondini di Kálmán, ad esempio, ha evidenti debiti con il duetto Tace il labbro della Vedova allegra).
Con gli anni Venti l’operetta continua a rimanere un genere di larga diffusione, iniziando a subire sempre più le influenze dei nuovi generi della musica leggera: accanto all’immancabile valzer, iniziano a comparire la canzone da cabaret e i nuovi ritmi del foxtrot, dello shimmy e anche il jazz, come si avverte nello stile di compositori quali Stolz, Abraham e Katscher, le cui operette vengono talora composte direttamente per il cinematografo (come nel caso di Wonder Bar, su musiche di Katscher).
Anche in Italia l’operetta gode di una larga diffusione tra Otto e Novecento. Figura a cui il genere è maggiormente legato è Carlo Lombardo (pseudonimo Leon Bard): amico e collega di Mascagni, si dedicherà completamente alla produzione di operette, in qualità di librettista, compositore, direttore d’orchestra ed editore. Insieme al musicista Virgilio Ranzato è autore di due fra le più celebri operette italiane, Il paese dei campanelli (1923) e Cin-Ci- Là (1925).
Anche qui gli ingredienti del successo sono i medesimi: ritmi di danza accattivanti e melodie seducenti, il cui stile è ormai sempre più vicino a quello della canzonetta leggera”.
Al Teatro Civico di Busca arriva l’Operetta
Dettagli della notizia
Appuntamento sabato 11 dicembre con gli artisti del Regio itinerante
Data:
03 Dicembre 2010
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5 min