Imu: adesso anche la Lega ci ripensa?

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Il Movimento dei Sindaci del Piemonte denuncia i punti deboli della nuova imposta municipale unica

Data:

11 Gennaio 2011

Tempo di lettura:

3 min

I sindaci di Busca, Luca Gosso, di Cuneo, Alberto Valmaggia, di Centallo, Antonio Panero, che, insieme con il sindaco di Borgo San Dalmazzo, Pier Paolo Varrone, sono i fondatori del Movimento dei Sindaci del Piemonte
I sindaci di Busca, Luca Gosso, di Cuneo, Alberto Valmaggia, di Centallo, Antonio Panero, che, insieme con il sindaco di Borgo San Dalmazzo, Pier Paolo Varrone, sono i fondatori del Movimento dei Sindaci del Piemonte

Il Movimento dei Sindaci del Piemonte  ha fatto un po’ di conti per verificare gli effetti della nuova Imposta municipale unica (Imu) che entrerà in vigore dal 2014, nell’intento di realizzare il federalismo fiscale. 

In base ai dati forniti dalla Commissione paritetica per l’applicazione del federalismo fiscale (Copaff), il portavoce del Movimento, Luca Gosso, sindaco di Busca, ha elaborato una proiezione delle entrate secondo i criteri della nuova imposta per ciascuno dei 250 Comuni della provincia di Cuneo. 

Il dato puramente numerico che ne risulta è di per sé eclatante: soltanto per 80 Comuni l’Imu risulterebbe vantaggiosa rispetto agli attuali trasferimenti statali, mentre ne trarrebbero danno i restanti 170. 

Secondo Gosso, la dimostrazione del fallimento dell’Imu, così come impostata ora, sta nel fatto che in questo modo la gran parte dei Comuni sarebbero costretti a chiedere al fondo perequativo più risorse di quelle che arriverebbero da entrate proprie. 

Una vera pazzia - afferma il sindaco di Busca – è legare, come prevede l’Imu, il gettito comunale in buona parte al mercato immobiliare. Infatti essa tasserà un numero superiore di edifici, ingloberà l’Irpef sui redditi da fabbricati e terreni e i bolli di registro sulle compravendite. E’ evidente a tutti che questo significa privilegiare le grandi città e i centri turistici, che sono la minoranza dei comuni”. 

Se il meccanismo non venisse modificato – fa notare - i cespiti immobiliari determinerebbero una fortissima sperequazione fra comune e comune e di conseguenza sarebbe necessario un fondo di riequilibrio così robusto da invalidare di fatto gli effetti del preteso federalismo municipale”. 

Chi, come il Movimento, incomincia a fare i conti, si accorge che l’operazione otterrebbe risultati esattamente contrari a quelli voluti. 

“Infatti – aggiunge Gosso – non soltanto rappresentanti di partiti d’opposizione come il Pd, o al limite della maggioranza, come il finiano senatore Baldassarre, che ha definito l’imposta gattopardesca, ma persino il ministro Roberto Calderoli in una intervista al Sole 24 Ore ammette che i criteri dell’Imu vanno rivisti e definisce possibile una compartecipazione all’Irpef”. 

Per ora – dicono gli esponenti del Movimento dei Sindaci del Piemonte - aumenti e riduzioni sono solo sulla carta, ma, in base a ciò che ci viene dato di conoscere, la montagna, cioè la gran parte dei comuni non solo cuneesi ma di tutto il nord d’Italia, sarà penalizzata a vantaggio delle città medio-grandi”. 

L’analisi presentata da Gosso confronta quanto i Comuni hanno ricevuto dallo Stato al 31 dicembre 2010 e quanto incasserebbero con l’Imu: Elva, per esempio, avrebbe il 98% in meno (da 96 mila euro a poco più di 4 mila), Bellino perderebbe i tre quarti delle sue entrate (da 127 mila a 33 mila euro), Vottignasco la metà, Pradleves il 45% in meno. 

Per limare le disparità – spiega ancora Gosso - le risorse in più destinate a singoli Comuni finirebbero in un fondo di perequazione, da dividere ulteriormente: un sistema complicatissimo, che porterebbe ad un gettito totale per la Granda di 160 milioni di euro, contro i 268 che arriverebbero semplicemente girando ai sindaci il 20% dell’Irpef, come chiediamo con insistenza da tempo, rimanendo fuori da ogni schieramento politico. Con la nostra proposta, elementare ma efficace, l’unico fondo perequativo dovrebbe essere stabilito su base regionale per i piccoli comuni montani: se fosse pari al 4%, un comune come Elva, sempre per esempio, si vedrebbe triplicare le attuali risorse. Non va dimenticato, infine, che tutto il sistema, entrerà in vigore dal 2014 e andrà a regime nel 2019, mentre i Comuni con più di 5000 abitanti nel 2011 e 2012 subiranno un taglio pari a quasi il 30% dei trasferimenti statali”. 

Con l'Imu un Comune come Busca guadagnerebbe circa 400 mila euro, ma con l'applicazione del 20% Irpef entrerebbero nella casse comunali circa 2 milioni e mezzo in più rispetto agli attuali trasferimenti statali.






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