Un'altra domenica pomeriggio di spettacolo al Civico

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Si conclude il primo ciclo con Le servente di Santibriganti, struggente e poetica pagina di teatro popolare ambientata ai tempi della Grande Guerra

Data:

15 Febbraio 2011

Tempo di lettura:

3 min

Beppe Rizzo narratore e burattinaio sul palcoscenico del Civico nello spettacolo dal titolo Al paese di Pocapaglia
Beppe Rizzo narratore e burattinaio sul palcoscenico del Civico nello spettacolo dal titolo Al paese di Pocapaglia

Si conclude domenica prossima, 20 febbraio, il ciclo di quattro spettacoli   nel Teatro Civico alla domenica pomeriggio.

Il pubblico nella scorse occasioni composto in preefrenza da bambini e dai loro genitori e nonni, ha dimostrato di gradire, anche, come nel caso della proposta di domencia scorsa, partecipando attivamente alla rappresentazione, per merito, certamente, del sapiente e coinvolgente narratore-burattinaio che ha portato sul palcoscenico di Busca lo spettacolo dal titolo "Al paese di Pocapaglia". 

Prossimo e ultimo appuntamento, sempre alle ore 16,30 è con una piéce dai contenuti diversi: un’opera di teatro popolare d’arte, uno dei solchi della ricerca dei Santibriganti Teatro, che raccoglie a piene mani dalla ricerca storica locale e ha le sue origini nei poeti e nei vati delle montagne al confine fra Italia e Francia, Mistral e Bodrero. 

"Le servente" è firmato da  Vittorio Sivera, fonti poetiche Frédéric Mistral e Antonio Bodrero, con Eva Cischino e Costanza Maria Frola; luci e scene di Marco Ferrero; costumi di Rossana Dassetto Daidone; aiuto regia Fulvia Romeo; soggetto e regia Maurizio Bàbuin.

La storia
Due ragazze quasi cent’anni fa in una delle valli del Piemonte.
L’incontro casuale. L’attesa del ritorno delle persone amate: una al fronte, l’altra disertore. Il desiderio di affrancarsi da una condizione e da un destino che pare ineluttabile. La fuga: da un luogo, da una condizione umiliante, alla ricerca di qualcuno, qualcosa. La montagna come alleata. L’incomprensione reciproca e lo scontro su cosa è giusto e cosa non lo è. Non c’è più nessuno da aspettare, nessun ritorno. 

La scelta
Ascoltando i racconti o leggendo e rileggendo le storie e le cronache dei periodi bellici, si resta drammaticamente colpiti dall’impatto “frontale” dell’ evento: morti, feriti, distruzioni, prigionie, torture e quant’altro di peggio la guerra produce appena si palesa. Ma non sono da sottovalutare, anzi si possono considerare sullo stesso piano, le conseguenze e le ricadute che l’evento conflitto, una volta manifestatosi, ha da sempre sulle genti e i territori anche non direttamente interessati. 

Le categorie che hanno subito più di altre tali conseguenze, sono le donne e i bambini. E’ forse anche per questa sorte che le donne delle vallate che raccontiamo, così come di qualsiasi altro luogo, sono diventate “l’anello forte”. Le due protagoniste, poco più che adolescenti, sentono sulla loro persona il peso di un conflitto, che anche se distante, avrà un ruolo determinante sulle loro scelte di vita. 

La terra stessa che decidono di “esplorare”, la montagna delle vallate in cui vivono, pur non toccata dalla guerra, echeggia comunque lo sferragliare di armi e di battaglie del passato, suggestionando visioni ed evocando presenze. Così, la fuga in atto si risolve con una scelta che è al tempo stesso ribellione e ricerca forte, sincera e poetica di radici antiche e nuove.
 
Nuove come quelle che oggi portano alcuni giovani a ripopolare la montagna, quella più aspra, con borgate e paesi finora abbandonati. Sta avvenendo ultimamente in tante vallate: giovani di varie nazionalità, e anche italiani, si spostano da città o paesi più grandi per trasferirsi in luoghi arroccati, dove lavorare e vivere. 

Lo spettacolo riflette una storia di ragazzi di ieri che vanno, come oggi, scientemente controcorrente. 

Per chi fosse ancora convinto che la poesia poco si adatti al teatro è consigliata la visione di Le Servente (...) tra le più piacevoli novità dell’intera stagione (...) una struggente quanto poetica pagina di teatro popolare ambientata ai tempi della Grande Guerra (...) L’attenta regia di Bàbuin funge da stella polare per una vicenda segnata da lotte e contrasti anche forti, ma destinata a risolversi in un finale patto di amicizia in nome di quelle libertà, di pensiero come di condizione sociale ed azione, che oggi più di ieri dovrebbero rappresentare un diritto inalienabile per ogni persona. Un’ultima considerazione, per finire: Eva Maria Cischino e Costanza Maria Frola, nomi di cui sentiremo parlare (...) dominano le scena con una padronanza impensata per la loro giovane età, (…)tratteggiando con assoluta bravura le due protagoniste” Roberto Canavesi www.teatroteatro.it

L'iniziativa fa parte dei progetto Residenza Multidisciplinare di Caraglio e delle Valli Grana e Maira, in collaborazione con la compagnia Santibriganti, sottoscritta a fine dicembre scorso anche dal Comune di Busca.

Informazioni
Comune di Caraglio – Biblioteca Civica - tel. +39.0171.617714/18 (dal mart. al ven. ore 14.45 – 18, merc. e sab. ore 9 – 12). Apertura cassa un’ora prima dello spettacolo.
Per tutta la stagione 2010/2011 nel foyer dei Teatri sarà allestito un banchetto della Libreria Passepartout di Caraglio, dall’apertura della cassa fino alla chiusura del teatro.
Santibriganti Teatro - tel. +39.011.643038 begin_of_the_skype_highlighting +39.011.643038 end_of_the_skype_highlighting (dal lun. al ven. ore 10-13 e 14-18)
Dettaglio biglietti www.santibriganti.it  
santibriganti@santibriganti.it   




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