Sabato al Teatro Civico Le Boul'Vic

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Una commedia a proposito di una tragedia, a cura dell'associazione Le Cercle Rouge. Alle ore 21

Data:

14 Aprile 2011

Tempo di lettura:

3 min

Laura Chiotasso nell’affrontare il testo di Victor Hugo crea una narrazione al femminile e delinea non una ma quattro protagoniste
Laura Chiotasso nell’affrontare il testo di Victor Hugo crea una narrazione al femminile e delinea non una ma quattro protagoniste

"Le Boul'Vic – Una commedia a proposito di una tragedia" è lo spettacolo presentato in anteprima sabato prossimo, 16 aprile, nel Teatro Civico. L'iniziativa è dell'assocazione culturale buschese Le Crecle Rouge, gode del patrocinio delle Città di Busca e Saluzzo e del contributo della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo.  L'entrata è libera

Si tratta di un'installazione video-teatrale ispirata a Le dernier jour d’un condamné di Victor Hugo. Il titolo "Le Boul’Vic" è l’abbreviazione di Boulevard Victor Hugo ed è il modo in cui sono chiamati familiarmente in Francia i boulevards dedicati ad Hugo.

Il sottotitolo "Una commedia a proposito di una tragedia" prende spunto dalla prefazione alla seconda edizione del libro: una risposta ironica che lo scrittore volle dare alle reazioni negative che aveva provocato la pubblicazione de Le dernier jour d’un condamné.

Hugo scrisse in quell’occasione una prefazione canzonatoria, seguendo regole e andamenti della commedia, per sbeffeggiare critica e pubblico che consideravano il libro del tutto inutile alla causa, oltre che un’offesa al buon gusto letterario. Ed è proprio con questa prefazione canzonatoria che si apre la pièce messa in scena da Costantino Sarnelli per Le Cercle Rouge.

La storia
Era il 1829 e l’argomento dell’abolizione della pena di morte e delle condizioni carcerarie era ancora fermo al dibattito giuridico, nonostante avesse iniziato ad essere un tema centrale della riflessione letteraria. Prova ne era in Francia la pubblicazione de Il Rosso e il Nero di Stendhal e in Italia, in modo completamente diverso e con una forte valenza politica, de Le mie prigioni di Silvio Pellico. In quell’anno veniva alle stampe uno scritto anonimo dal titolo Le dernier jour d'un condamné, un’autentica arringa sull’abolizione della pena di morte. Dietro la maschera dell’anonimato si celava quello che sarebbe diventato uno dei più importanti personaggi dell’Ottocento francese: Victor Hugo.

Le dernier jour d’un condamné 
E' il diario dell’ultimo giorno di vita di un condannato. 

In attesa che si compia il suo destino, il protagonista riflette sulla sua posizione cercando di collegare situazioni passate, presenti e future.

Narrazione al femminile
Laura Chiotasso nell’affrontare il testo di Victor Hugo crea una sua personale visione adattando la narrazione al femminile e delineando non una ma quattro protagoniste. Ciascuna di loro è una manifestazione della stessa personalità tesa a ricomporre gli ultimi brandelli di umanità prima di giungere al confronto con le figure determinanti del Boia e del Tempo tra di loro strettamente correlate.

La regia 
La regia di Costantino Sarnelli amplifica questa frammentazione del testo della pièce in continue metamorfosi dei caratteri e delle situazioni. L’avanzare del tempo scandito dalle ultime ventiquattro ore dà rilievo al sarcasmo e allo sgomento che nascono dalle sofferenze patite in carcere e alle diverse prese di coscienza rispetto ai tormenti morali e fisici che emergono di fronte allo spettro della condanna a morte.

Sullo sfondo della scena, come fosse l’angusta finestra della cella, ecco aprirsi degli squarci video alternati a cinque scatti fotografici di Barbara Forneris. Ai luoghi fortemente evocativi delle celle della Castiglia di Saluzzo e delle barriere dello Sferisterio Mermet di Alba, si contrappongono le fotografie incentrate su un’interpretazione concettuale di alcuni stati d’animo evocati da Hugo.

Le interpreti 
Mariella Caporaso, Cristinina Curti, Marilena Pirola, Sara Russiano sono affiancate in scena da Livio Partiti ed in video da Manuela Peirano.

La colonna sonora 
Suddivisa in sketches, scandisce i cinque passaggi fondamentali del testo di Hugo e richiama il tema conduttore che unisce i personaggi - il patibolo - attraverso un riferimento ideale alla colonna sonora che Miles Davis improvvisò per il film di Louis Malle Ascenseur pour l’echafaud (1957). 

Cinque sketches scritti dal contrabbassista Carlo Chirio a cui fanno da contro altare due improvvisazioni al sax contralto di Giovanni Cismondi. Di fatto la musica scandisce il tempo emotivo delle protagoniste sia provenendo dal video sia in scena dove si lascia l’omaggio a un classico del jazz per giungere alla ripresa di ballate popolari. Queste immettono i loro ritmi sulla scena grazie a Danilo Dardanelli, che in due brani per chitarra accompagna il confronto tra le condannate e il Boia.

Una battaglia universale
Prendendo l'avvio da questo testo di forte impatto psicologico l’intento de "Le Boul’Vic – Una commedia a proposito di una tragedia" è  sollecitare nello spettatore una maggiore attenzione verso la battaglia per l’abolizione universale della pena capitale che diverse associazioni internazionali portano avanti, di riflettere sul significato del quinto comandamento, e di alzare il livello di guardia sull’attenzione che si deve portare ai diritti dell’uomo rispetto al dilagare in ambito internazionale di una giustizia spesso sommaria e comunque disumana.


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