Stefano Bargis, una collezione permanente in Casa Francotto

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Trenta opere del pittore buschese donate dalla vedova alla Città

Data:

26 Settembre 2011

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La mostra dedicata al pittore buschese
La mostra dedicata al pittore buschese

Hanno trovato degna collocazione in Casa Francotto una trentina di opere dell'illustre pittore buschese Stefano Bargis donate dalla vedova, signora Liliana, alla Città di Busca. 

Sono state collocate in tre sale della galleria civica in una mostra permanente inaugurata venerdì 16 settembre. 

All'evento erano presenti la signora Liliana, il sindaco, Luca Gosso, l'assessore alla Cultura, Marco Gallo, l'assessore alle Manifestazioni, Gianfranco Ferrero, il consigliere comunale Diego Bressi ed il rappresentante della Fondazione CRC Fabrizio Devalle. 

Una sobria cerimonia d'apertura che ha commosso i presenti (la signora Liliana, il sindaco, Luca Gosso, l'assessore alla Cultura, Marco Gallo, l'assessore alle Manifestazioni, Gianfranco Ferrero, il consigliere comunale Diego Bressi) quando il curatore dello spazio espositivo, Ivo Vigna, ha ricordato il Maestro come hanno sottolineato l'importanza della donazione per la qualità delle opere, la grande sensibilità e l'affetto per la Città dimostrata a suo tempo dall'artista ed oggi  dalla sua signora. 

La mostra sarà visitabile durante l'orario d'apertura della Casa ed  il venerdì dalle 21 alle 23 ed alla domenica  dalle 9 alle 12. 

Stefano Bargis 
(a cura di Ivo Vigna)
Osservatore della luce, questo era Stefano Bargis. Quella luce che esplode ancora nei suoi quadri, ad illuminare ora i colori dell’autunno, ora un tramonto in valle Pellice. Silenzioso nelle sue ''Nevi'' del ''Mattino a Gerbola''del ’78. Vibrante e poetico nelle ''Rose'' del ’93. Cronista nei suoi ''Mercati''. Ed è proprio in essi che il Maestro ci ha donato le testimonianze discrete di un tempo che non c’è più. 

Quando la gente non aveva la fretta di oggi, si fermava a parlare davanti ai banchi della verdura. E ammirando i quadri ci pare di sentirlo, il vociare di donne. Pezzi di storia.

Era nato a Busca il 15 luglio del 1916 e aveva visto passare volti, cambiare scorci di un paese che ha sempre amato e al quale era legato da un amore profondo, quasi viscerale. 

Fu allievo del professor Lavalle dal ’28 e iniziò a dipingere nel ’32, trasformando la sua visione dell’arte in un motivo di vita. Un’esistenza discreta, quasi schiva, accompagnata dal suo grande amore, la moglie Liliana. La produzione ci riporta ai temi del paesaggio di fine ‘800, ma addirittura nell’opera ''Asinello con slitta''del ‘62, forse la migliore, persiste una narrazione di contenuti e suggestivi effetti di luce che si rifanno ad un caposcuola quale F. Millet. 

L’olio, denso al punto giusto, veniva steso dal Maestro in modo fresco e materico. Con le penombre avvolgenti, le sovrapposizioni di colore in piccole pennellate diverse, le superfici a volte graffiate, creava eleganti contrasti di toni che ad oggi ci comunicano quanto egli conoscesse bene la ''materia''. 

Il ''pittore della neve'', così fu definito, dedicò molti anni alla ricerca e alla sperimentazione su questo soggetto a lui caro, raggiungendo risultati tecnico stilistici unici ed invidiabili. Moltissimi i premi, le mostre personali e collettive che lo videro protagonista. Innumerevoli le recensioni tra le quali: A. Dragone...i suoi temi preferiti sono le montagne bianche di neve e le verdeggianti campagne, con i contadini al lavoro accanto agli animali... Vorrebbe essere un po’ l’erede di Matteo Olivero e Giulio Boetto. 

Il ''Comanducci'' ...Bargis è un pittore sincero, pulito, ...dà una sensazione addirittura fisica del dipinto. C. Morra,...le cose che parlano dell’animo di Bargis sono coperte di neve... M. Berra ...ha tenuto d’occhio la lezione degli impressionisti e tende a liberarsi del racconto... 

Stefano Bargis si spense nella sua casa-atelier di Busca il 4 novembre 1999, lasciando a tutti noi un patrimonio culturale importantissimo che è la sua arte. Con questa mostra permanente l'Amministrazione della Città ha inteso commemorare l’Artista, con la certezza che in ogni piccola macchia di colore che brilla al rivèrbero della luce, nelle sue pennellate che paiono danzare compiaciute, si ritroverà la sua anima. 





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