La cucina durante il Risorgimento

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Incontro al Roccolo sabato alle 16,30 con Elma Schena ed Adriano Ravera

Data:

12 Ottobre 2011

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Elma Schena ed Adriano Ravera
Elma Schena ed Adriano Ravera

Sabato prossimo, 15 ottobre, alle 16,30, nelle Serre del Castello del Roccolo avrà luogo “Dai cuochi di corte a Pellegrino Artusi. La grande tavola nazionale tra curiosità e storia”, incontro con Adriano Ravera e Elma Schena, curatori della mostra “A tavola nel Risorgimento”. 

Prosegue così la serie di appuntamenti letterari organizzati dall’associazione culturale Marcovaldo proprio a corollario della mostra “A tavola nel Risorgimento”, visitabile fino al 30 ottobre prossimo. 

L’incontro è a ingresso libero; a pagamento, invece, la visita guidata al castello e il tour della mostra. Per maggiori informazioni rivolgersi al numero verde della Regione Piemonte 800-329329, telefonare al numero 0171/618260 o visitare il sito internet www.marcovaldo.it. 

Dai cuochi di corte a Pellegrino Artusi
Adriano Ravera spiega così lo spirito dell’incontro, introducendo all’argomento trattato: ”Le cucine di un tempo sono un grande palcoscenico su cui si muovono brigate di cuochi e di sguatteri. Una gerarchia militare che non lascia spazi alle iniziative del singolo. L’apparato di cucina impone regole precise che tutti devono rispettare. A Napoli i monzù, i cuochi giunti al seguito di Giuseppe Bonaparte e Gioachino Murat, appaiono ufficiali di cucina, azzimati e riveriti. Pagati a peso d’oro, decretano reputazione e onore di una casata”. 

Solo l’origine francese ne promuove la carriera. “Giovanni Vialardi - prosegue Ravera – è tra le figure di spicco nella Torino di metà Ottocento, ma resterà sempre vice capocuoco di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II perché biellese di nascita; il comando resta al parigino Edouard Helouis”. 

Si è di fronte a consuetudini e modi che ben presto però si pennelleranno di nuovi fermenti. “Lo stesso Francesco Chapusot, cuoco dell’ambasciatore d’Inghilterra a Torino – spiegano i curatori della mostra  - è uomo del suo tempo, comunicativo e aperto al nuovo; ama la scienza e la tecnica, le applica tra i fornelli. Un cucina che, a poco a poco, si confronta e si contamina. Piccoli passi dovuti ai milanesi Giovanni Luraschi e Giuseppe Sorbiatti, agli insegnamenti di Giovanni Rajberti, un medico ben inserito del sociale, ai libri di Vincenzo Agnoletti e del duca di Buonvicino. Un agire dietro le quinte che si interseca con i grandi personaggi e gli eventi della storia, ne fa vedere gli aspetti più curiosi e insoliti, li celebra in tanti banchetti e menu. Ne scaturisce così un nuovo codice alimentare che riunisce gli italiani alla grande tavola nazionale, artefice principale Pellegrino Artusi”.

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