Grazie al contributo della Compagnia di San Paolo continuano i restauri all’Eremo di Belmonte in Busca. Per il secondo lotto dei lavori, sono stati completati la galleria e la stanza da letto del pittore Gonin, che saranno presentati il 12 ottobre alle ore 11.
Dopo i primi lavori di restauro presentati nel maggio del 2009, che avevano riguardato il recupero pittorico in volta della galleria e del salone di Francesco Gonin, si è continuato nel corso del 2012 con il restauro pittorico della pareti della galleria e della stanza da letto, situata al piano superiore, utilizzata probabilmente dal Gonin per riposare e dove proprio il pittore ha posto la sua firma e la data dell’affresco.
Data l’importanza dell’apparato decorativo e dei dipinti presenti all’interno del complesso e la necessità di intervenire con operazioni di restauro, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Carmagnola (Torino), che oggi gestisce l’Eremo, aveva già incaricato nel 2008 un restauratore accreditato per l’esecuzione delle opere, riconfermato, dopo il successo del 2009, anche per questo secondo lotto.
I lavori sono stati svolti dell’impresa “Conservazione e restauro opere d’arte” di Nelson Lozano, progettati e diretti dallo studio Violino architetture e dal coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione architetto Stefania Manfredi, e sono stati eseguiti sotto la sorveglianza della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte e della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte, autorizzati dal Comune di Busca, consapevoli che le scelte e gli sviluppi progettuali devono avvenire attraverso.
La storia
Il complesso architettonico noto fin dall’antichità con il nome di “Belmonte”, ha origine con la costruzione nel 1200 della cappella della Madonna e del monastero della certosa femminile di Santa Maria di Belmonte che, nel 1400 passò alle suore domenicane. Nei primi anni del 1600, poi, il complesso fu ceduto ai Camaldolesi di San Romualdo e diventò centro devozionale e richiamo di pellegrinaggi.
A fianco dell’antica chiesa medievale i frati eressero la nuova chiesa barocca decorata con dipinti del Dalamano e stucchi del Beltramelli.
Nel 1800 il complesso fu acquistato da nobili locali, adibito a villa signorile e arricchito da dipinti a soggetto mitologico di Francesco Gonin tra cui il refettorio già salone dei casati con gli stemmi dei medesimi e con la leggenda di Telemaco, figlio di Ulisse, nonché della Galleria dei quadri con la battaglia del Risorgimento. Il Gonin aveva altresì dipinto un grande ambiente al piano secondo.
Per motivi ereditari la proprietà passò alla famiglia dei Grimaldi, abitata solo nei mesi estivi mentre tutto l’anno era custodita da famiglie di mezzadri che si occupavano inoltre della coltivazione dei terreni e della manutenzione del fondo.
In seguito, per rinuncia dei Grimaldi stessi, l’Eremo fu ceduto ad un intermediario immobiliare che ne fece donazione alla Parrocchia di Carmagnola negli anni ’50 del 1900. Durante la Seconda Guerra Mondiale la chiesa abbaziale fu gravemente danneggiata dai bombardamenti cosicché, ad oggi rimangono soltanto alcuni ruderi dell’ambiente sacro.
Attualmente il complesso dell’Eremo è gestito dai volontari della Parrocchia di Carmagnola che eseguono tutte quelle opere necessarie alla manutenzione ordinaria della struttura organizzando eventi, periodi di villeggiatura estiva per famiglie e giovani, feste e cerimonie, anche importanti per la sopravvivenza dell’edificio stesso.
Il 12 ottobre si presenta il secondo lotto dei restauri dell’Eremo
Dettagli della notizia
Data:
09 Ottobre 2012
Tempo di lettura:
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