Rivive l'ala est del Roccolo

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Sabato e domenica l'inaugurazione

Data:

04 Settembre 2006

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Sabato 9 settembre alle ore 16,30, nel Castello del Roccolo sarà presentato il primo lotto di lavori di restauro dell’Ala Est del maniero ottocentesco, realizzati a cura dell'associazione culturale Marcovaldo nel corso di tre anni, grazie ai contributi dell’Unione Europea e della Regione Piemonte e costati complessivamente 869.154 euro. L’intervento rientra nell’ambito del progetto “Larc” promosso dalla Direzione Regionale ai Beni Culturali e cofinanziato dall’Unione Europea con il Programma di cooperazione transfrontaliera Interreg III A “Alcotra” (Italia- Francia, 2000-2006). “Il restauro dell’Ala Est del castello – spiega il presidente dell’associazione culturale Marcovaldo, Fabrizio Pellegrino – arriva tre anni dopo quello delle Serre Monumentali e si profila come il secondo importante passo verso il recupero di tutto il complesso del Roccolo. I restauri hanno permesso di consolidare l’intero corpo di fabbrica e di rendere agibile tutto il piano terra, destinato ad ospitare mostre, laboratori didattici, conferenze”. L’intervento di restauro e consolidamento consentirà infatti di ricavare all’interno di questi locali uno spazio espositivo dedicato alla famiglia Tapparelli d’Azeglio e alla cultura romantica piemontese della prima metà dell’Ottocento. "La rinascita del castello e del parco del Roccolo - afferma il sindaco di Busca Luca Gosso - si inserisce nel vasto progetto di investimenti in campo culturale e turistico al centro del programma amministrativo comunale. Nel Marcovaldo il Comune ha trovato un partner ideale, capace di concretizzare grandi idee". “L’équipe tecnica che ha progettato e diretto i lavori – spiegano i dirigenti del Marcovaldo - ha incontrato notevoli difficoltà nella loro realizzazione a causa dell’avanzato stato di degrado in cui versava la struttura, da tempo non più utilizzata. Grazie al comodato d’uso concesso dai proprietari del castello, si è così potuto recuperare una preziosa testimonianza del gusto neomedievale della prima metà dell’Ottocento e restituire al maniero l’armonia originale, secondo il disegno romantico di Roberto d’Azeglio e Costanza Alfieri. In particolare il Castello del Roccolo consoliderà nei prossimi anni la sua duplice vocazione: da una parte sede di eventi e attività sul tema del giardino, dall’altra sede di attività culturali mirate a valorizzare le diverse espressioni culturali dell’Ottocento piemontese, che ebbe nel Roccolo un crogiolo di incontri, relazioni, riflessioni politiche grazie all’importanza della famiglia D’Azeglio”. Domenica 10 settembre, dalle ore 10 alle 18, il Castello e il Parco del Roccolo apriranno al pubblico i nuovi spazi appena restaurati dal 2004 al 2006. Diverse le iniziative in programma per la giornata inaugurale: nei locali del piano terra verrà allestita una mostra curata da Zelda Beltramo, che documenta la storia del Castello e del Parco del Roccolo, e da Alessandro Mellano per la parte relativa alle fasi dei lavori di restauro susseguitesi nel complesso del Roccolo dal 2001 ad oggi grazie all’associazione Marcovaldo; nelle serre monumentali invece il vivaio “Miretti Giardini” di Busca esporrà piante di agrumi e ornamentali, che faranno da fiorita cornice alla mostra “La campagna ornata. I giardini storici della provincia di Cuneo”; per concludere, in serata, alle 21, il castello diventerà palcoscenico per il concerto di arpa di Letizia Belmondo, iniziativa organizzata in collaborazione con il Museo dell’Arpa di Piasco. L’ingresso, comprensivo di visita guidata e di accesso ai nuovi locali restaurati è a pagamento: 5 euro intero e 3 euro ridotto; gratuito la domenica mattina per i residenti nel Comune di Busca. Una lettura architettonica dell’edificio: scuderia e locali di servizio La manica orientale del castello, stretta e allungata, presenta all’esterno un aspetto tipicamente medievale, con mura merlate in pietra a vista e due trifore, una con archetti a tutto sesto e l’altra con archetti a sesto acuto. In realtà è ormai certo che si tratti di un intervento ottocentesco, forse sovrapposto ad una piccola struttura precedente: nel catasto napoleonico del 1809, infatti, compare solo una parte di quest’edificio ma la fattura esteriore è identica a quella di tutto il corpo di fabbrica, indicando continuità di ispirazione tra la realizzazione delle diverse parti. L’interno dell’edificio, inoltre, non rivela elementi riconducibili ad un periodo anteriore al XIX secolo. Si tratterebbe, pertanto, di un intervento mirato a creare una quinta scenografica di ispirazione medievale che contrasta per il suo aspetto rude con l’eleganza un po’ leziosa del nucleo centrale del castello. Quest’ala del complesso era destinata ad ospitare le scuderie (che sappiamo non ancora completate nel 1842) ed altri locali di servizio per il parco. Gli interventi di recupero e restauro dell’Ala Est Filosofia dell’intervento - L’intervento mira da un lato alla conservazione integrale dell’aspetto esteriore caratterizzato da un paramento murario esterno in pietrame a vista e da una teoria di aperture in stile gotico, e da un altro lato alla creazione al suo interno di ambienti caratterizzati da strutture nuove chiaramente riconoscibili, con l’utilizzo in chiave moderna di materiali tradizionali quali il ferro e il legno. Ci riferiamo in particolare agli orizzontamenti e alle coperture che verranno integralmente sostituite. Consolidamento delle fondazioni - L’enormità dei fuori piombo delle pareti in muratura di pietra del corpo centrale della manica, hanno rivelato la presenza di problemi fondali dovuti all’impostazione troppo superficiale delle fondazioni dell’edificio che appoggiano su uno spesso strato di argilla, un materiale molto plastico e quindi molto cedevole. L’intervento di consolidamento delle fondazioni è stato realizzato inserendo nel terreno, all’interno e all’esterno dell’edificio, una cortina di micropali collegati da una trave in cemento armato passante al di sotto della fondazione dell’edificio. In questo modo il carico dell’edificio viene trasmesso interamente ai pali i quali sono conficcati nella roccia che si trova ad una quota di circa 5 metri sottostante il piano di campagna. In parti localizzate il consolidamento è stato effettuato con sottofondazioni murarie. Per il risanamento delle murature e delle pavimentazioni a piano terra è stato realizzato un vespaio aerato collegato ad un cavedio in cemento armato realizzato esternamente lungo il perimetro dell’edificio. Cuciture della muratura - Le pareti in pietra dell’edificio si presentavano in molti punti disconnesse e slegate tra di loro. Per risanare le parti ammalorate e legare nuovamente la scatola muraria sono state eseguite opere di cuci-scuci con materiale analogo a quello esistente e cuciture con barre d’acciaio posizionate secondo gli schemi e con le inclinazioni stabilite dal progetto. Dopo aver praticato i fori nella muratura, questi vengono ripuliti e poi viene pompata all’interno una malta fluida di calce antiritiro che, una volta indurita, permette in questo modo di rendere le barre d’acciaio solidali con la muratura. Realizzazione dei nuovi solai - I vecchi solai lignei costituiti da travi a sezione circolare e tavolato, ormai irrecuperabili e in parte già crollati, sono stati sostituiti con nuovi solai a struttura mista con travi principali in profili di acciaio accoppiati, travi secondarie in legno lamellare e soprastante tavolato in larice. Realizzazione delle nuove coperture - I vecchi tetti in legno, in condizioni di avanzato stato di degrado e peraltro già più volte rimpiazzati e rimaneggiati, sono stati sostituiti con nuove coperture con struttura principale costituita da capriate con doppi puntoni accoppiati in legno lamellare e tiranti costituiti da funi in acciaio, con piastre e ancoraggi anch’essi in materiale analogo. Il manto di copertura è stato realizzato con i vecchi coppi recuperati dallo smontaggio dei tetti esistenti. Nella manica centrale, il notevole spanciamento delle pareti longitudinali ha consigliato l’appoggio delle capriate su pilastri in acciaio circolari appoggiati sulla muratura sottostante. Nelle maniche laterali le capriate sono invece appoggiate su mensole in acciaio incassate nella muratura delle pareti longitudinali. Si è intervenuti anche sulle merlature in pietra: ove possibile sono state consolidate, ove mancanti o impossibili da recuperare sono state rifatte in analogia a quelle esistenti. Tutta la faldaleria del tetto e le tubazioni di discesa a terra delle acque piovane sono state realizzate in lamiera di rame, compresi i “cappelli” a protezione dei merli.

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