Oggi la festa di Busca Città

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Tutti i cittadini ospiti d'onore a Palazzo comunale per visite guidate e un piccolo regalo commemorativo

Data:

05 Dicembre 2012

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9 min

Il Municipio parato a festa
Il Municipio parato a festa

I 250 anni dalla concessione del titolo di Città si festeggiano ufficialmente oggi, mercoledì 5 dicembre, la data scritta sul documento con cui il re Carlo Emanuele III di Savoia nel 1762 firmò l’autorizzazione. 

L’unione che fa la differenza
E Busca si sta mobilitando tutta intorno alla festa, dimostrando che “l’unione fa la forza e la differenza”, come scrive il sindaco, Luca Gosso, nel suo saluto ai Buschesi sul notiziario comunale appena giunto nelle case dei cittadini. 

Siamo tutti invitati nella nostra casa comunale: mercoledì, dal primo pomeriggio, il municipio fa mostra di sé a tutti coloro che vorranno andare a visitarlo, per vedere come è stato rimesso a nuovo, nel rispetto della sua storia e delle sue prerogative artistiche ed architettoniche. Ci saranno visite guidate al Palazzo e a tutti i visitatori sarà offerto un piccolo regalo commemorativo.

L’intervento è durato diversi mesi di lavoro ed ora, ad oltre novant’anni dall’insediamento del Comune nel Palazzo in via Cavour, viene letteralmente consegnato, rinnovato ed abbellito, ai Buschesi.

E’ un piacere ed un orgoglio – dice il sindaco - presentare in questa occasione i restauri del complesso Palazzo comunale-Scuole elementari, ex Palazzo San Martino. Il Palazzo municipale è la casa di tutti i cittadini. Rappresenta la nostra storia e la nostra identità. L’abbiamo ricevuto in eredità, frutto dei sacrifici dei nostri antenati, perciò è nostro dovere conservarlo al meglio, per poterlo affidare alle future generazioni. Questo intervento straordinario di conservazione in un momento di crisi acuta non soltanto economica ma anche delle istituzioni è anche un messaggio di speranza. Busca è una comunità viva, che vuole continuare a crescere facendo tesoro dalle sue radici, della sua tradizione, della sua storia”. 

Grazie alla buona volontà, all’ingegno e alla fantasia degli amministratori comunali, delle associazioni e dei singoli cittadini attorno alla data fatidica e per tutto l’anno è in corso un programma di avvenimento di ottimo livello. 

Mercoledì 5 dicembre
In particolare, mercoledì si svolgerà questo programma: alle ore 15 annullo filatelico e inaugurazione della mostra “Oltre 200 anni di corrispondenza a Busca” curata dall'associazioan Ascolpa e da Luigi Mobiglia nel corridoio d’onore del Palazzo comunale; concerto bandistico per le vie del centro città; ore 17,30 scoprimento della targa; esecuzione dal vivo dell'Inno di Busca, inaugurazione dei lavori di restauro del complesso Palazzo comunale-Scuole elementari nella sala del Consiglio comunale con la presentazione del restauratore Nelson Losano; rinfresco. 

La sera prima, martedì 4 dicembre, alle ore 20,30 si celebra nella parrocchia Maria Vergine Assunta anche una messa solenne. 

L'annullo filatelico
L'annullo filatelico, con relativa cartolina, sono a cura di Mario Berardo responsabile dell’Ascolpa-Busca, e la mostra di storia postale dal titolo “Busca oltre 200 anni di corrispondenza - 1799-2012” è curata da Luigi Mobiglia, presidente del gruppo di filatelia religiosa di Torino. La mostra sarà allestita nel corridoio d'onore del Municipio, appena restaurato, dal 5 al 15 dicembre in orario di apertura degli uffici.

Mobiglia, buschese di nascita, è da oltre mezzo secolo grande appassionato ed esperto di storia postale e filatelico. La sua documentazione sui cimeli postali buschesi (buste e cartoline) è tale da poter raccontare la storia della città attraverso quei documenti. La mostra è una novità assoluta e racconterà e la storia civile, economica, militare, religiosa ed amorosa della città da un unto di vista del tutto originale.

Una postazione delle Poste Italiane sarà in Municpio dalle ore 15 alle 19 per effettuare l’annullo creato per l’occasione.

Tanti eventi
Dalla Fiera di Maggio in poi si stanno susseguendo in omaggio alla ricorrenza, con i contributi di tanti enti ed associazioni del territorio, una varietà di eventi che va dal documentario ai concerti, dalla composizione di un dvd originale al musical video-teatrale, dal tentativo di battere il record del panino alla nutella alla pubblicazione di un libro sulla storia dei Buschesi, dal restauro del municipio alla creazione di un inno originale, ad una gigantesca caccia al tesoro, fino al clou del 5 dicembre. Le manifestazioni hanno il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Piemonte e della Provincia di Cuneo. Le risorse, gestite dal Comitato per i festeggiamenti composto dai Capigruppo in Consiglio Comunale, provengono tutte da sponsor privati e fondazioni bancarie. 

I restauri
Il palazzo municipale è stato sottoposto ad un radicale restauro, che, per la precisione, era iniziato alcuni anni fa con il rifacimento del tetto e prima ancora con il recupero della torre civica, ed è proseguito dalla scorsa estate fino a pochi giorni fa con il rifacimento degli intonaci esterni, dei marciapiedi, dell’atrio, del corridoio d’onore con il recupero degli affreschi e dei serramenti lignei. Anche la sala del Consiglio comunale è stata oggetto di un pulizia straordinaria; sono stati acquistati alcuni nuovi arredi e bandiere bandiere. 

Le facciate e il corridoio d’onore sono stati riportati all’antico splendore in stretta collaborazione con le Soprintendenze per i beni storici ed artistici e per i beni architettonici.

L’investimento, di circa 250 mila euro, è stato possibile grazie a contributi pari a circa 200 mila provenienti dalle Fondazioni bancarie. 

I restauratori
La ditta Nelson restauri di Torino ha realizzato l'intervento sugli affreschi del corridoio; Flavio Foglio di Saluzzo ha restaurato dei serramenti lignei. 

La ditta Cornaglia di Caraglio ha lavorato alla sistemazione delle facciate, da dove sono stati rimossi i cavi dell'illuminazione e dei telefoni, interrati sotto il nuovo marciapiede. I muri scrostati sono stati prima cosparsi di un intonaco deumidificante, ritinteggiati con un colore “rosso antico” molto simile a quello preesistente. 

La storia
Il Palazzo San Martino in via Cavour è l’attuale sede comunale della Città, come stabilito con delibera del 4 settembre 1926 del Commissario prefettizio.

Il Palazzo era stato in precedenza la residenza signorile della famiglia San Martino: l’impianto originario è settecentesco, gli affreschi, opera di Bartolomeo Giuliano, sono successivi e risalgono al 1855.

Nell’Ottocento compare in città il gusto neogotico, promosso dalla corte sabauda ed in voga nel territorio saluzzese, con l’edificazione del castello del Roccolo, commissionata dal marchese Roberto Tapparelli d’Azeglio, e della torre in laterizio a vista, alta circa 30 metri, del Palazzo San Martino.

L’acquisizione, da parte del Comune del Palazzo dall’ultimo proprietario, il conte Massimiliano San Martino di Chiesanuova e di Demonte, era originariamente finalizzata alla localizzazione al suo interno delle scuole elementari.

Successivamente l’ingegnere Toselli rivalutava l’intera progettazione ed il 5 luglio 1926 veniva approvato il progetto definitivo che prevedeva l’utilizzo a fini scolastici soltanto dello spigolo nord-est del Palazzo, la completa demolizione di tutta l’ala nord, con la costruzione di un corpo di fabbrica del tutto indipendente ad uso scolastico e l’apertura dell’attuale via Carletto Michelis.

Gli ambienti settecenteschi non usati per la scuola venivano conservati integralmente e destinati a nuova sede del municipio.

L’edificio è stato oggetto nel corso degli anni di interventi di restauro conservativo, in particolare nel 2002 è stata restaurata la torre municipale e tra il 2005 e il 2007 recuperata la scala interna a pianta circolare in legno e rifatto il tetto.

Nel 2012, in occasione delle celebrazioni per il 250° anniversario del conferimento del titolo di “Città” a Busca, il Comune, grazie ad un contributo della “Compagnia di San Paolo” di Torino, concretizza il progetto di restauro del corridoio.

I caratteri architettonici del Palazzo
L’ampio androne di ingresso da via Cavour è sormontato da volte a crociera, sostenute da colonne con capitello ionico.

Attraverso una scala a doppia rampa si raggiunge il piano nobile. Questa è caratterizzata dalla presenza di gradini con pedate in marmo bianco di Carrara e grigio Bardiglio, il parapetto è metallico di gusto Impero, le pareti, la volta del vano e i voltini delle rampe delle scale, sono interamente decorati con pitture a calce riportanti raffigurazioni mitologiche, restaurate dopo dell’acquisizione del Comune. 

Il corridoio
Il corridoio del piano nobile è lungo circa 32 metri, largo circa 3,4 metri e alto in centro volta 5.20 metri, ha otto volte a crociera riccamente decorate con pitture che scaricano su pilastri sormontati da capitelli in stile ionico, realizzati in cotto e poi stuccati in superficie.

Lo decorarono nel 1855 Bartolomeo Giuliano e i suoi allievi. La firma dell’autore e la data sono collocate nella fascia a finto bassorilievo posta al di sotto della prima lunetta, verso il vano scala.

Bartolomeo Giuliano (1825-1909) fu pittore di chiara fama, allievo di Carlo Arienti e di Giovanni Battista Biscarra. Frequentò gli ambienti torinesi legati all’Accademia Albertina alla quale fu professore aggiunto alla cattedra di disegno e di figura, fu successivamente titolare della stessa cattedra all’Accademia di Brera.

Per la decorazione delle volte l’autore scelse un motivo ripetitivo, complesso, floreale con elementi tratti dalla raffigurazione classica quali cartigli, conchiglie, finte cornici aggettanti, vasi colmi di frutti e fiori. Al centro di ogni volta, non nervata, sono inseriti dei tondi ospitanti raffigurazioni mitologiche. 

Negli anni Trenta del Novecento, lavori di manutenzione cambiarono parte della pavimentazione del corridoio e riguardarono gli impianti elettrico e termico.

Tutte le pitture presenti nel corridoio sono state eseguite da mani abili ed esperte, pare più di una. Per quanto riguarda la tecnica, si può pensare ad un “mezzo fresco non intenzionale”, cioè che si sia proceduto con rapida sequenza ad intonacare le volte e a dipingerle.

La fascia dipinta a bassorilievo e la parete di fondo verso la via Cavour, invece, paiono dipinte a tempera.

Il recupero degli affreschi
Il restauro è stato realizzato eseguendo tutte le indicazioni della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e del Comune.

Spiega il restauratore Nelson Losano: “Risolto, da parte dei tecnici comunali, il problema dell’infiltrazione di acque provenienti dal tetto, abbiamo proceduto con le operazioni conservative sull’intera galleria. La fuoriuscita dell’umidità dall’interno delle murature, fra gli strati preparatori e il “film” pittorico, aveva generato in superficie delle zone di aspetto biancastro, macchie dovute alla concentrazione di sali. In seguito la processo di cristallizzazione, queste macchie avevano indebolito le superfici dipinte con sfarinamenti tali da provocarne la totale caduta.

“Abbiamo, perciò, neutralizzato i sali, pulito l’intera superficie della volta e delle pareti ed eliminato con mezzi meccanici i rappezzi d’intonaco a base di cemento, incompatibili con gli intonaci originali, a base di calce e sabbia silicea.

“E’ stato poi necessario consolidare gli intonaci originali, che presentavano svariate fessure e crepe. Nel tempo, infatti, si sono verificati cedimenti strutturali e distacchi di porzioni d’intonaco.

“Inoltre abbiamo dovuto rimuovere chimicamente le pinture sintetiche mani inesperte avevano apportato in passato per coprire le lesioni e il lavoro degli impiantisti.

“Dopo le operazioni di risanamento conservativo, la galleria si presentava in una situazione molto disomogenea, dovuta alla grande quantità di rappezzi d’intonaco e alle diverse zone non decorate in mezzo a quelle decorate e siamo, perciò, ricorsi a diversi parametri ricostruttivi delle immagini dipinte.

“In prima fase, abbiamo ricucito con le tecniche d’integrazione pittorica a ‘mimetico’ e ‘rigatino’ le abrasioni e lacune di piccole dimensioni dell’intero apparato decorativo originale, fino al raggiungimento di una lettura generale più omogenea.

“In seconda fase, abbiamo integrato in leggero sottotono le lacune a carattere ripetitivo, ossia le lacune ubicate in corrispondenza delle immagini identiche o ripetitive, come ad esempio le cornici ed gli elementi di raffigurazione architettonica.

“In terza fase, che chiamiamo ‘integrativa neutra’, abbiamo applicato nelle lacune di cui non era possibile la ricostruzione, in quanto uniche e prive di elementi pittorici non ripetitivi, un ricostruzione interpretativa estetica a valenza ‘creativa’.

“Il risultato finale del nostro intervento è un restauro di tipo ‘conservativo ed estetico ricostruttivo’, prodotto dalle esigenze dell’opera: essere recuperata in funzione di una comunità che giorno per giorno vive in suo contatto diretto, al passo del tempo, che diventa storia”. 

Le sale
Al primo piano, delle sei sale settecentesche che fiancheggiano il corridoio, la prima ospita l’archivio storico del Comune. Qui la volta è a padiglione e presenta decorazioni in affresco a motivi floreali. Alle pareti sono conservati gli armadi in noce, che custodiscono i documenti di archivio.

La seconda sala, ora ufficio del Sindaco, e la quarta, presentano caratteristiche analoghe alla prima, ma non hanno gli armadi a muro.

L’altezza interna dei vani è di circa cinque metri e mezzo, le volte sono a padiglione con decorazioni di tipo floreale. Anche in queste sale il pavimento è in legno, a listoni in larice d’America.

La terza sala, ora Sala Consigliare, posta in corrispondenza dell’androne d’ingresso al piano terra, costituiva il salone di ricevimento dell’antico edificio. L’altezza interna è di circa sette metri e la volta è strutturata a padiglione, con unghie che ne movimentano la superficie. Anche qui le decorazioni sono a motivi floreali. La sala è arredata secondo gusti neoclassici.

Le ultime due sale, più piccole rispetto alle precedenti, presentano decori semplici, con vasi angolari e festoni a tempera. L’altezza interna è di poco superiore ai quattro metri.

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