Patto di stabilità: il sindaco si adegua ma non capisce

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Gosso: “I Comuni di medie dimensioni devono far sentire le loro ragioni”

Data:

06 Settembre 2006

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Il sindaco Luc 
a Gosso
Il sindaco Luc a Gosso
“Tutti i Comuni d‘Italia devono fare i conti con il patto di stabilità imposto dalla legge finanziaria. Ma per alcuni di essi le costrizioni dettate dal governo risultano di più difficile applicazione che per altri. Mi riferisco a quelli che hanno fra i diecimila e i quindicimila abitanti, come Busca. In Italia ce ne sono circa 1600. Dovrebbero unirsi per far pesare le loro ragioni”. Il sindaco di Busca, Luca Gosso, non ci sta e propone l’idea di una nuova unione dei Comuni di medie dimensioni, i più tartassati, a suo dire, dalle imposizioni legate alla Finanziaria. Spiega Gosso, già assessore al Bilancio, delega che ha mantenuto anche come sindaco: “Mentre i Comuni con meno di cinquemila abitanti non sono costretti ad alcuna restrizione in tema di bilancio e quelli più grandi possono contare su maggiori risorse e su strutture amministrative articolate, a noi medi toccano sacrifici e imposizioni che a volte sfiorano l’assurdo”. Il sindaco di Busca ha dovuto limitare gli investimenti previsti per il 2006 pur avendo i relativi fondi a disposizione: una costrizione che ha fatto traboccare il vaso della sua pazienza: “Accetto e condivido – afferma - la necessità da parte del governo di imporre un ‘patto di stabilità’ che vincola i bilanci di tutti gli enti pubblici in modo da rendere possibile il rispetto dei parametri Ue soprattutto in parte corrente, ma contesto gli effetti provocati da un’applicazione generalizzata, senza possibilità di essere articolata a seconda dei casi.” Per esempio? “Le norme previste dalla finanziaria- risponde Gosso - in applicazione sul 2006 hanno come riferimento l’anno 2004. Il tetto della spesa è per tutti riferito a quell’anno, sia per la spesa corrente, sia per gli investimenti, a loro volta divisi nei settori della cassa e della competenza. Il Comune di Busca, pur avendo nelle proprie casse i soldi necessari per gli investimenti programmati per quest’anno, non li può spendere. O, meglio, li potrebbe spendere solo se accettasse di sforare il patto e di subirne le conseguenze, ossia l’impossibilità di accendere a nuovi mutui e di assumere personale ed il taglio del dieci per cento delle prestazioni di beni e servizi. Poiché queste penalità mi sembrano troppo onerose e poiché, soprattutto, io ho sempre osservato le regole e Busca ha sempre rispettato il patto di stabilità, non farò la scelta privilegiata da alcuni miei colleghi, che pure comprendo benissimo, di sfondare il tetto. Secondo dati forniti dall’Anci (l’associazione dei Comuni d‘Italia – ndr) - continua il sindaco di Busca – almeno la metà dei Comuni rischia di non poter rispettare il patto. Io, invece, con grande rammarico, rischio di non rispettare gli impegni presi con i cittadini. Sebbene il Comune, grazie alle vendite di beni, agli oneri di urbanizzazione ed ai contributi che è riuscito ad ottenere da enti vari, abbia nelle proprie casse la disponibilità per grandi investimenti (come l’ampliamento della casa di riposo), quest’anno non potrà spendere sotto questa voce più di 800.000 euro (in riferimento al 2004). Si pensi che era stata messa a bilancio la cifra di oltre due milioni di euro”. Gosso, quindi, rispetta il patto, si adegua, ma non capisce. E chiama a raccolta tutti i suoi colleghi, sia contattando quelli locali, sia lanciando un appello a tutti gli altri, specialmente ai sindaci dei Comuni medi, perché possa essere modificata la legge in modo da salvaguardare i diritti dei cittadini attraverso regole “in linea con il buon senso”. “La prima occasione di incontro e di confronto – invita il sindaco di Busca – potrebbe essere la prossima Conferenza Stato-Regioni in programma ad ottobre”.

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