Venerdì uno spettacolo ricorda le donne partigiane

Dettagli della notizia

Il 19 luglio la rassegna teatrale dedicata alla Resistenza 'Voci dei luoghi' farà tappa a Busca

Data:

15 Luglio 2013

Tempo di lettura:

2 min

L’appuntamento è alle ore 21 in piazza Diaz (in caso di maltempo nell’adiacente Teatro Civico)
L’appuntamento è alle ore 21 in piazza Diaz (in caso di maltempo nell’adiacente Teatro Civico)

Venerdì 19 luglio la rassegna teatrale estiva itinerante dedicata alla Resistenza “Voci dei luoghi” farà tappa a Busca con lo spettacolo “Io sono Partigiana” allestito dalla compagnia teatrale Accademia dei folli. L’appuntamento è alle ore 21 in piazza Diaz (in caso di maltempo nell’adiacente Teatro Civico).

La settima edizione di “Voci dei luoghi”, promossa dalla Regione in collaborazione dell’Uncem Piemonte, conta diciassette date in altrettante località del Piemonte. In ogni spettacolo si possono rivivere le storie dei venti mesi della Resistenza, tra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945.

La rassegna, grazie ad alcune fra le più note compagnie teatrali piemontesi, rappresenta in chiave moderna le storie degli uomini che si impegnarono nella lotta di liberazione nelle nostre valli.


Io sono Partigiana
parole di Maria Camilla e Maria Alessandra Pallavicino di Ceva, Renata Viganò, Lidia Beccaria Rolfi, Ada Gobetti, Miriam Mafai, Italo Calvino, Beppe Fenoglio, Giorgio Caproni, Primo Levi, Luigi Meneghello e Wislawa Szymborska
con Giovanna Rossi, Enrico Dusio, Carlo Roncaglia
e con Vince Novelli, chitarra; Enrico De Lotto, contrabbasso; Giò Dimasi, percussioni
arrangiamenti musicali Enrico De Lotto 
testo Emiliano Poddi 
regia Carlo Roncaglia

La messa in scena è un percorso tra musica e teatro sull’importante ruolo della donna nella Resistenza. “Dovremmo dire che la Resistenza l’hanno fatta le donne, con il contributo armato degli uomini” osservano gli autori dello spettacolo. 

Come staffette, le donne facevano tutto il lavoro di comunicazione e di informazione: garantivano una rete fittissima di collegamenti senza la quale l'organizzazione non avrebbe potuto funzionare. Portavano e distribuivano oltre ai viveri e agli indumenti per i partigiani, il materiale di propaganda clandestino. Trasportavano armi e munizioni. Organizzavano il soccorso e il servizio di assistenza ai feriti nelle case e negli ospedali. Nelle fabbriche organizzavano sabotaggi e promuovevano scioperi. Facevano manifestazioni contro il caro vita, organizzavano assalti ai magazzini dei viveri in favore anche delle famiglie più bisognose. Si occupavano di identificare i cadaveri, li componevano, avvertivano e assistevano i famigliari dei caduti, piangevano con loro i morti. Soprattutto, tenevano in vita le relazioni umane in piena guerra, fra famiglie divise, e così facendo si dimostravano capaci di dare speranza, perché la guerra avrebbe avuto una fine.

Immagini

Ultimo aggiornamento: