Ministro Madia, ecco come snellire

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In una lettera al ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione spedita dal sindaco, alcuni semplici suggerimenti per superare la paralisi degli appalti nei Comuni  medio-piccoli

Data:

19 Marzo 2014

Tempo di lettura:

2 min

Sindaci e imprenditori insieme contro la burocrazia: l'incontro del 3 febbraio scorso
Sindaci e imprenditori insieme contro la burocrazia: l'incontro del 3 febbraio scorso

Una lettera al ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Marianna Madia è stata spedita dal sindaco Luca Gosso, in qualità di portavoce del Movimento dei Sindaci del Piemonte, per avanzare alcune proposte di snellimento e semplificazione in relazione alle norme sulla trasparenza, anticorruzione, acquisti in rete ed appalti pubblici.

 

La lettera fa seguito alla denuncia circa  l’eccessiva burocrazia, imposta anche ai Comuni e che contribuisce ad impedire la ripresa economica, condivisa  dal presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi, e dal presidente della Confartigianato provinciale, Domenico Massimino e presentata al Prefetto di Cuneo all’inizio dello scorso febbraio, prima dell’insediamento del Governo Renzi.  

 

Il Movimento ribadisce ora al neoministro i punti portati all’attenzione del prefetto in quell’occasione.

 

Le più recenti nuove norme sugli appalti pubblici  hanno  messo in seria difficoltà molti Comuni medio-piccoli, che già hanno pochi dipendenti  rispetto al numero di abitanti e sono fortemente  penalizzati dalle norme sul turnover. Per adempiere ai nuovi vincoli in molti di questi Comuni sono state sospese le attività di servizio al pubblico e rallentati i pagamenti.

 

“Un sistema di burocrazia folle – scrive Gosso  nella lettera al ministro - si è tradotto in una sterile produzione documentale… Ci permettiamo quindi di suggerire, pur nel rispetto del principio di trasparenza,  alcune modifiche per superare la paralisi della struttura centralizzata dell’Autorità degli appalti pubblici”.

   

Mentre l’efficacia delle nuove  norme è dubbia, dicono in sostanza si sindaci, sono invece  certi i costi che stanno generando: spese per l’implementazione dei siti internet, spese per professionisti esterni, tempo lavoro utilizzato dai dipendenti per gli  adempimenti…

 

Fermo restando che la trasparenza e il controllo siano principi sacrosanti, il Movimento avanza i seguenti suggerimenti.

 

Norme sulla trasparenza

Graduare gli obblighi di pubblicazione rispetto al numero di abitanti, con incisive semplificazione per i Comuni con meno di 15 mila abitanti. La  ridondanza degli adempimenti  nulla aggiunge all’effettiva trasparenza: nei piccoli Comuni il controllo del cittadino avviene “a vista”, mediante contatto diretto e quotidiano con gli amministratori e i funzionari.

 

Evitare la duplicazione della pubblicazioni ricorrendo esclusivamente all’albo pretorio on line,  dove già si pubblicano le delibere e le determine prevedendo semplicemente una sezione di archivio.

 

Evitare la doppia comunicazione delle partecipate e dei Comuni.

 

Fornire applicativi gratuiti che garantiscano l’uniformità dei dati pubblicati per tutte le P.A.

 

Appalti pubblici ed acquisti in rete

Abolire la comunicazione dello stesso dato in forme e con applicativi  diversi. Per gli appalti  di lavori, servizi e forniture inferiori a 40.000 euro è sufficiente l’inserimento  del dato dell’aggiudicatario, dell’importo di aggiudicazione  e delle somme liquidate.

 

Abolire l’obbligo degli acquisti sul Mercato Elettronico per ordini inferiori  a  40.000  euro. Per piccole  somme il costo del prodotto finito aumenta in relazione alle ore di lavoro perse a cercare il fornitore su un sistema lento, non chiaro e che rischia di far acquistare prodotti non corrispondenti.

 

Utilizzare  la banca dati nazionale dell’AVCP (Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture) soltanto per importi superiori a un milione di euro.

      

In  conclusione  Gosso, a nome dei Sindaci del Movimento, si dichiara  disponibile a collaborare concretamente con il ministero per  ottenere l’auspicata  trasparenza  senza paralizzare gli enti locali e con essi il lavoro dei privati fornitori.

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