Un grande lavoro di ricognizione, con un approfondito studio del territorio, è stato svolto dall’ufficio comunale di Polizia municipale per essere pronti ad ogni emergenza: in caso di bisogno, il Piano comunale di protezione civile è pronto. O, meglio, lo sarà non appena approvato dal Consiglio comunale, probabilmente già nella prossima seduta: dopo la presentazione ai cittadini avvenuta giovedì scorso, il Piano resta consultabile in Comune e in questi giorni chiunque può dare ulteriori suggerimenti, di persona o anche con semplice invio di una email, al Comandate dell’ufficio comunale incaricato della redazione e del servizio.
Hanno assistito alla presentazione i rappresentanti del Gruppo comunale di Protezione civile, con il coordinatore Antonio Beoletto, il Comitato locale della Croce Rossa, con il presidente, Teresio Delfino, i Vigili del Fuoco volontari di Busca, con il responsabile Paolo Salvatico. Ha introdotto il sindaco, Marco Gallo, ha presentato il Piano il comandante della Polizia municipale, Giacomo Cuniberti. Erano presenti gli assessori comunali Ezio Donadio e Carla Eandi e i consiglieri Gianpiero Bianchi, Diego Bressi, Paolo Comba, Chiara Isoardi, Giuseppe Perucca.
Oltre ai giornalisti, davvero pochi gli altri convenuti, segno che il tema non è ancora abbastanza sentito dalla popolazione: “Un errore sottovalutare la prevenzione – ha osservato il sindaco – Utile invece diffondere maggiormente fra i cittadini, senza per questo creare allarmismo, un maggiore senso di responsabilità, per non aggiungere il caos alle situazioni di emergenza, dalle quali nessuno e in nessun luogo può sentirsi completamente al riparo”.
In effetti, a causa di una mancata diffusione della cultura della prevenzione in questa materia, troppe vittime si continuano ad avere in seguito alle calamità naturali nel nostro Paese. Occorre che tutti abbiano un minimo di consapevolezza, in modo da agire al meglio in caso di bisogno, per avere maggiori possibilità di evitare il peggio nelle sempre possibili criticità.
I Comuni sono gli enti più vicini ai cittadini ed i primi che devono intervenire nell’emergenza. Il sindaco è l’autorità comunale di Protezione civile, deve definire preventivamente l’organizzazione locale avvalendosi del Piano comunale. Il nuovo Piano di Busca sostituirà integralmente quello precedente del 30 maggio 2002.
Quali sono i rischi principali di calamità sul nostro territorio? Come dobbiamo prepararci ad affrontare un’emergenza? Chi deve intervenire? In quale sequenza? Come evitare il più possibile panico e confusione? Il Piano comunale risponde a queste domande e si presenta come un documento prettamente operativo: è composto di 90 pagine, suddiviso in 5 capitoli: L’analisi del territorio – Notizie generali del Comune; Scenari di rischio - Eventi massimi attesi; Organizzazione e risorse – L’organigramma della struttura comunale; Procedure di emergenza – Compiti e le azioni assegnate; Informazioni alla popolazioni – Azioni per le attività preventive.
E’ scritto secondo criteri omogenei con gli altri Piani intercomunali, risulta facile da consultare anche da non esperti del settore, è facilmente aggiornabile ed è integrato con una propria cartografia, dispone di schede precompilate per le ordinanze, già pronte nell’emergenza, dell’elenco dei numeri di telefono con le reperibilità di ogni organismo utile ad interagire nelle diverse situazioni, compresi, ad esempio, quelli delle ditte private (escavatori e autotrasporti, artigiani e professionisti) che potrebbero essere chiamati a collaborare. Sono stati censiti i mezzi e le attrezzature, i macchinari e i veicoli che possono essere chiamati ad operare al momento del bisogno.
Partendo dalle principali criticità del territorio, sono previsti tutti gli scenari possibili: dal rischio idrogeologico, quello maggiormente critico per la conformazione del territorio, a quello sismico (Zona 3), dagli incendi al black out elettrico, dalle esondazioni al rischio frane, da quello derivante dai trasporti di merci pericolose al pericolo chimico industriale sino all’eventuale collasso di dighe (quella di San Damiano Macra in valle Maira).
Tenuto conto di tutte le problematiche, il Piano censisce la situazione elencando le zone di maggior pericolo in ciascuna possibile evenienza. Sono censiti, per esempio, 28 ponti, sui tre torrenti della città, il Maira, il Talù ed il rio Talutto, indicate le aree sondabili (fra cui la strada di frazione San Mauro, via Trimaglio, via Villafalletto, via Pignolo, via IV Novembre, via Antica di Costigliole, le Morre, …), segnalate quelle franabili della collina, individuate tutte le bocchette antincendio, individuati i siti a pericolo chimico industriale…
Il Piano indica poi come operare con la dovuta tempestività ed efficacia in ogni evento calamitoso. Sono individuate le arre di emergenza: quelle di ammassamento dei soccorritori (alle 4 entrate in città), di attesa (15) e di accoglienza (9) che saranno indicate con appositi e stabili segnali. Sono poi ndicate le modalità di attivazione dell’unità di crisi, che scatta dopo il preallarme.
“Per essere efficace - ha concluso Cuniberti – il Piano deve essere, oltre che costantemente aggiornato, sperimentato, per accertare la tempestività dei suoi automatismi e delle procedure d’intervento, il grado di preparazione del personale, l’idoneità dei mezzi impiegati. Per questo prevediamo anche esercitazioni, oltre che nelle scuole, come già avvenuto, anche in altri ambiti. Necessaria poi una sempre maggiore informazione e sensibilizzazione in merito alla prevenzione, intesa nel senso più ampio”.