Chiara Quaglia, ceramista buschese per hobby, espone i suoi lavori a Cuneo, nel salone della provincia in corso Dante da mercoledì 19 novembre, con inaugurazione alle ore 18, fino a sabato 22 novembre, con orario dalle 17 alle 19. Il ricavato della mostra, dal titolo “Quando l’arte incontra la vita. Sculture verticali in argilla” sarà interamente devoluto alla Maxiemergenza 118 dell’Asl CN1.
“L’idea di realizzare questo progetto – spiega l’artista - nasce da un’esperienza drammatica e fortunatamente a lieto fine, vissuta circa un anno fa. La notte in cui ho chiamato il 118 faceva freddo, quel freddo pungente di fine novembre. Eppure non sentivo nulla. Solo la palpitazione del cuore in preda al panico. E l’ansia di veder arrivare al più presto l’ambulanza. Poi nel giro di qualche minuto sono arrivati loro. Le prime manovre, la prima diagnosi provvisoria e poi di corsa verso il pronto soccorso. Quando ti trovi in ospedale attorniato da medici ed infermieri non ti rendi conto che quegli angeli, che poco prima sono entrati in casa tua in piena notte, ora non ci sono più. Si sono già ritirati, pronti per tornare alla base. Pronti per un nuovo intervento. Neanche il tempo di dire GRAZIE. Proprio a loro che arrivano sempre per primi. Proprio a chi per primo può salvarti la vita. A chi per primo ti consola con una parola. Con un gesto. Con un sorriso tiepido”.
“Poi la vita riprende a scorrere – dice ancora Chiara - tutto torna normale, non si pensa più a quei momenti. All’aiuto di quelle persone vestite di rosso… Avevo bisogno di dire GRAZIE… ho conosciuto il dott. Raviolo, responsabile della Centrale Operativa di Saluzzo, sede del coordinamento di tutte le richieste d’aiuto che arrivano da ogni angolo della Provincia di Cuneo. Un incontro di quelli che lasciano il segno. Un incontro che non dimentichi.
“Lì le chiamate arrivano a tutte le ore del giorno e della notte. Lì c’è una persona che gestisce, con il sudore del cuore e non solo della pelle, una struttura di un’efficienza straordinaria. Lì, da quella parte del filo, ognuno lavora con una serenità che traspira anche dalla voce. Dietro a questi 3 numeri esiste un mondo fatto di persone che dedicano la loro vita a quella degli altri. E lo fanno con un’umanità capace di fare la differenza. Non c’è ricompensa al sorriso di un volontario o un infermiere o un medico che arriva a darti conforto proprio in quel momento. Ad una carezza o ad una parola detta per alleviare il dolore. Sì perché gli angeli del 118 lavorano proprio così, mettendo il paziente davanti a tutto. E lo fanno con tutta la dedizione di cui sono capaci. Loro sanno che chi sta dall’altra parte ha bisogno anche di questo”.