In Compagnia da 45 anni. Domani la prima della nuova commedia

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La Filodrammatica Ël Ciochè festeggaia l'anniversario in scena  domani, lunedì 16 e martedì 17 febbraio alle ore 21 nel cinema-teatro Lux

Data:

12 Febbraio 2015

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3 min

Gli attori della Filodrammatica Buschese Ël Ciochè  che andranno in scena al Lux nelle sere di carnevale
Gli attori della Filodrammatica Buschese Ël Ciochè che andranno in scena al Lux nelle sere di carnevale

Ha appena compiuto 45 anni, la data di nascita esatta è il 5 febbraio 1970, e la Filodrammatica Buschese “Ël Ciochè” è più in forma che mai. Festeggiato in forma virtuale sul suo nuovo profilo Facebook, il prestigioso anniversario sarà celebrato dal vivo, sul palcoscenico, domani, venerdì 13, lunedì 16 e martedì 17 febbraio alle ore 21 nel cinema-teatro Lux con  la commedia in tre atti in piemontese “Cla bonanima ‘d Cesarin Capissa di Nino e Pio Bertalmia (biglietti  in prevendita presso Alex Fiori Design, via Roberto D’Azeglio). Parte dell’incasso verrà devoluta al progetto “Salviamo il Lux”.

 

Nata da un’idea di Giovanni Giordano, allora  buschese da appena un anno proveniente da Verzuolo,  la filodrammatica ha per mattatore tutt’oggi il popolare Giangi, adattatore, regista, prim’attore.

 

La trama della commedia di carnevale 2015

Felice Carognèt (Giangi Giordano) da tre anni è il benestante marito di  Erminia (Claudia Abbà), già vedova di tale Cesarìn Capissa.

 

Erminia non fa che tessere lodi sperticate del primo marito a Felice, il quale comincia a trovare la situazione un pochino pesante. Anche la domestica Rosa (Elisa Paoletti) è fedele alleata della sua signora.

 

Si viene ora a scoprire che il defunto Capissa, in realtà, era riuscito per tutta la vita a convivere beatamente con due mogli, una a Torino (Erminia) e l’altra in Valle d’Aosta. Comincia a questo punto una serie di equivoci e di situazioni imbarazzanti che vanno a coinvolgere gli altri personaggi della commedia:  il maestro di musica Valerio Dapòc (Alessandro Arnaudo) con signora Rita (Simona Degiovanni),  il capitano degli Alpini Aldo Farinèl (Gianni Paoletti), il notaio Bertòt (Luca Paoletti), l’amministratore condominiale Rabasta (Denny Bertaina) e la turista Tersilla Canamìa (Eleonora Giordano).

 

Quando la situazione pare sull’orlo del tracollo e la barca sembra inabissarsi, pur tra mille difficoltà, si riuscirà a ricomporre il puzzle, riportando la serenità perduta in casa Carognèt.

 

 Compagnia storica

Gli albori della Fiolodrammatica Buschese videro come autentici sponsor i compianti vicario don Francesco Fino e curato don Luigi Martinasso.

 

Racconta Giangi: “Ottenemmo subito un grande successo da parte di un pubblico che aveva tanta voglia di teatro. Infatti da tempo alla città mancava una vera filodrammatica”.

 

Per cinque anni le recite furono in italiano, ma l’attaccamento alle radici piemontesi alla fine ebbe il sopravvento e così, a partire dal 1977, la compagnia assunse la denominazione “Ël Ciochè” e iniziò a recitare in piemontese con la commedia “Monsù e Madama” di Franco Roberto che per anni risulterà l’autore preferito. Assieme a lui  si ricordano Carlo Gallo, Alberto Rossini, Dino Belmondo, Tremagi, Amendola e Corbucci.

 

Nel 1980 nasce la coppia Gianni &Giangi cioè “’l furb e ‘l balengo” che ha superato le 250 serate con le scenette comico-spalla, compresi numerose presenza  televisive, soprattutto a Telecupole con la Trattoria dei Ricordi e a Telegranda con il Trenino delle Meraviglie.

 

“Tra i più affezionati attori – ricorda Giordano -  vorrei citare  il  rimpianto Gildo Gertosio, Tom Alfieri, le sorelle Rosalba Gemma e Cristina Capello. Il più longevo, dopo il sottoscritto, è attualmente Gianni Paoletti, presente dal 1976. Gli ingredienti restano invariati: voglia di mettersi in gioco,  socializzare,  trasmettere serenità e allegria senza la pretesa di fare i fenomeni, perché, come ebbe modo di suggerirmi un giorno il grande Macario, non esiste piccola parte, ma piccolo attore”.

 

“A tutti quelli che mi hanno seguito in questi 45 anni – conclude - non posso che dire un grazie immenso, chiedendo scusa se qualche volta,  involontariamente, non sono riuscito a… divertire abbastanza”.

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