Proprio ieri mattina il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, all'inaugurazione dell'anno giudiziario denunciava come "La crisi economica e la corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l'una è causa ed effetto dell'altra". L'illegalità, ha detto, è il pericolo più serio per la collettività e la cosa peggiore è una rassegnata assuefazione al malaffare.
Stessa premessa e identica denuncia ieri sera la Teatro Civico all’incontro con il giudice Gian Carlo Caselli dal tema “Corruzione al Nord” organizzato dall’associazione Idee.Comunità, con il patrocinio del Comune di Busca e dell’associazione Libera.
Oltre a Caselli, procuratore capo a Torino sino al dicembre 2013, erano presenti al tavolo dei relatori Franco Chittolina, presidente dell’associazione Apice (Associazione per l’incontro delle culture in Europa) e coordinatore del Centro studi e comunicazione della Fondazione Cassa risparmio di Cuneo, il sindaci di Busca, Marco Gallo, l'avvocato Alessio Ghisolfi e Igor Caputo dell’associazione Idee.Comunità.
Particolarmente sentito il tema della serata che ha visto una grande partecipazione di pubblico. Presenti in sala, tra gli altri, il viceministro della Giustizia Enrico Costa, il comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Flavio Magliocchetti, il Procuratore capo del Tribunale di Cuneo Francesca Nanni, il Prefetto di Cuneo Giovanni Russo, don Aldo Benvelli fondatore dell’associazione Lvia (Associazione internazionale volontari laici di solidarietà e cooperazione internazionale), il vescovo di Saluzzo Giuseppe Guerrini e diversi amministratori pubblici locali.
La corruzione politico-amministrativa – è stato ribadito dall’illustre ospite - sta progressivamente avvelenando l’economia del nord con gravi conseguenze per i cittadini. Come fare per difenderci? “Denunciare – ha detto perentorio il magistrato - Non aver paura di ricorrere a questo mezzo a disposizione di ogni cittadino libero. Riporre la massima fiducia negli inquirenti e nella magistratura. Non c’è altro modo per cercare di arginare la deriva. Purtroppo - ha denunciato amaramente Caselli - occorre riconoscere che l'attuale legislazione non aiuta. Tante perentorie indagini felicemente condotte e concluse dagli inquirenti vengono purtroppo rese vane da disposizoni legislative tutt'altro che stringenti. Condoni e prescrizioni vanificano spesso tanta fatica. Una situazione in cui gli onesti cittadini si sentono soli e impotenti”.
Gian Carlo Caselli
Gian Carlo Caselli è nato ad Alessandria nel 1939 e si è laureato in giurisprudenza a Torino nel 1964. Negli anni Settanta si è occupato dei reati di terrorismo. Dal 1896 al 1990 ha fatto parte del Consiglio Superire della Magistratura.
Nel 1991 è stato nominato magistrato di Cassazione ed è divenuto Presidente della Prima Sezione della Corte di Assise di Torino. Dal 1993 al 1999 è stato Procuratore della Repubblica a Palermo ottenendo importanti risultati nella lotta alla mafia come gli arresti di boss del calibro di Bagarella, Spatuzza, Brusca. A quel periodo risale anche il processo per mafia al leader democristiano e più volte Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti, iniziato nel 1993 e conclusosi nel 2004, che si è concluso in parte con il non doversi procedere per avvenuta prescrizione e in parte con l’assoluzione dell’ex premier.
Dopo aver ricoperto il ruolo di Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Torino, Caselli è stato nominato Procuratore Capo della Repubblica di Torino. Il 18 dicembre 2013 ha lasciato la magistratura a seguito del pensionamento.