Foibe, anche quelle furono vittime dei totalitarismi

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Nell'ambito delle manifestazioni per il 25 Aprile, ricordate questa mattina al Teatro Civico da un testimone delle prime ricerche in Venezia Giulia.

Data:

23 Aprile 2015

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Mario Maffi, autore del libro “1957. Un alpino alla scoperta delle foibe”, questa mattina al Teatro Civico
Mario Maffi, autore del libro “1957. Un alpino alla scoperta delle foibe”, questa mattina al Teatro Civico

I massacri delle foibe sono gli eccidi perpetrati ai danni della popolazione italiana in Venezia Giulia e  Dalmazia  risalenti al periodo della Seconda Guerra Mondiale   e nell'immediato dopoguerra. Le foibe sono gli inghiotti carsici naturali in cui furono gettati molti dei corpi delle vittime dei campi di prigionia jugoslavi e anche della popolazione civile epurati dalla Jugoslavia del presidente Tito. Furono uccise centinaia di migliaia di persone, in un paese in cui andava imponendosi una dittatura di stampo filosovietico, anche con mire sui territori dei paesi confinanti.

 

Della cosa si seppe poco ai tempi e, soprattutto, non se ne parlò ufficialmente.

 

Soltanto con la fine della Guerra fredda, nei primi anni '90, l’argomento riscosse l’attenzione di tutti  e quegli eccidi  incominciarono ad essere ufficialmente ricordati. Dal 2005 il 10 febbraio è il giorno dedicato alla commemorazione di quelle stragi ed ora  se ne compiangono le vittime anche  insieme a quelle dei  nazifascisti. 

 

In proposito, questa mattina, nell’ambito delle celebrazione per il 25 Aprile, è stato ospite dell’amministrazione comunale  dell’Anpi cittadina  Mario Maffi, autore del libro “1957. Un alpino alla scoperta delle foibe” (Gaspari editore 2013).

 

Maffi ha parlato al Teatro Civico ad un pubblico composto in gran parte dai ragazzi delle scuole medie raccontando della sua esperienza di sottotenente speleologo che  fu incaricato nel 1957 della prima, segretissima, missione di esplorazione in quello che si scoprirà essere un vero e proprio inferno sotterraneo. 

 

Grazie alla sua esperienza in fatto di esplosivi, “capace di muoversi, fotografare e rilevare in grotte”, egli, di stanza a Merano, fu inviato sul confine nord-orientale a fare dei sopralluoghi presso le foibe di Monrupino e Basovizza. L’operazione, ad alto rischio, era coperta dal segreto militare. Trieste era  tornata sotto la sovranità italiana da appena due anni e si temeva di poter dare adito a nuovi fermenti. La ricerca arrivò poi probabilmente a sfiorare il confine jugoslavo e qualcosa trapelava, tant’è che ne arrivò notizia anche ai giornali. Allora venne bruscamente interrotta la ricerca. Oggi Maffi ha scritto in un libro la  cronaca di un’esperienza straordinaria, nel suo orrore, e insieme la testimonianza dolorosa e necessaria per chi ne è stato protagonista e per tutti i cittadini liberi. 

I ragazzi, attenti e presi dal racconto, hanno intervallato gli intereventi del testimone con brani musicali al flauto dolce e d’assieme preparati dalla classe ad indirizzo musicale.

 

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