La sesta edizione della mostra Forme di Ingegno a cura dell’associazione Ingenium, dal titolo “Vita nuova per un ferro vecchio” è aperta da domenica scorsa al 7 giugno nei locali dell'ex convento dei frati Cappuccini, in viale Mons. L. Ossola (strada per Dronero). L’orario è dalle ore 15 alle 20 alla domenica e nei giorni festivi. Ingresso 3 euro (gratuito fino a 10 anni). E' possibile concordare visite guidate per gruppi e scolaresche chiamando i seguenti numeri: 0171.945883 - 348.2433170 - 346.6020107.
Sono esposte opere di Ciro (Roberto Cipollone), Mao (Giovanni Maunero), Tamburini (Valerio Tamburini) .
L'arte che viene dal riciclo
Quando, a seguito del boom economico degli anni ’60 ci siamo circondati di mille cose, abbiamo cominciato a dover far fronte ad un problema nuovo: che cosa fare di tutti quegli oggetti quando terminano la loro vita e non servono più?
Così la gestione dei rifiuti si è presentata sempre più come un grosso problema. Ultimamente, una accresciuta sensibilità verso la salvaguardia dell’ambiente ci sta trattenendo dal vizio di buttare via tutto. Parallelamente, ha cominciato a farsi strada, pian piano, una cultura del riuso e del riciclo. Una forma di riuso decisamente originale, fantasiosa ed ingegnosa, la stanno praticando alcuni artisti, i quali, mettendo insieme oggetti ormai in disuso, specialmente metallici, riescono a creare delle vere e proprie opere d’arte. Pezzi di ferro consumati dal lavoro ed arrugginiti dal tempo, nelle mani di questi artisti, iniziano così una nuova vita. Da qui la mostra di Ingenium che si propone di presentare un “bello” fuori dagli schemi collaudati.
Gli artisti ospiti
Roberto Cipollone (Ciro), nato a Pescara nel ‘47, ha lavorato in Olanda e in Francia. Dal 1977 vive a Loppiano, vicino Firenze, dove ha sviluppato la “Bottega di Ciro”, un laboratorio artistico dove convivono scultura, pittura, architettura, arte ed artigianato.
Giovanni Maunero (Mao), bovesano, ha 62 anni e, da quando ne aveva 9, insegue il sogno dell’iperproduttivismo” realizzando migliaia di piccole installazioni che compongono la sua opera, “l’Incompiuta”. Il materiale di recupero, rigettato dalla società dei consumi, viene riciclato da Mao che rende l’oggetto artefice di umanità, per poter stare insieme, uomini e cose, equilibratamente, perennemente ridimensionati.
Valentino Tamburini (Tambu) è nato a Cuneo nel 1947. Ha allestito mostre personali e partecipato a collettive. Da segnalare la sua partecipazione a Genova al “Dumping Art 2011 - Dalla discarica al riciclo Arte a tutela dell’ambiente”. Il suo intento è quello di suscitare curiosità e stimolare l’immaginazione di persone di ogni età.