Le sale dell'Anima, 11 artisti in Casa Francotto fino al 10 gennaio

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L'inaugurazione sabato scorso con  l’omaggio a Maria Rosa Ravera Aira

Data:

14 Dicembre 2015

Tempo di lettura:

3 min

La pittrice bushese Maria Rosa Ravera Aira, al centro, ha ricevuto sabato scorso in Casa Francotto l'omaggio della Città
La pittrice bushese Maria Rosa Ravera Aira, al centro, ha ricevuto sabato scorso in Casa Francotto l'omaggio della Città

Le sale dell'anima è il titolo della mostra pittorica che si è inaugurata sabato scorso in Casa Francotto e resterà aperta fino al 10 gennaio. Undici artisti locali hanno l’occasione per allestire ciascuno una piccola “personale”.

 

La Città ha colto l’occasione di questa nuova proposta n Casa Francotto per rendere omaggio ad una grande ed amata artista buschese: nel corso dell’inaugurazione l’ospite d’onore è stata la pittrice Maria Rosa Ravera Aira, alla quale il sindaco, Marco Gallo, alla presenza di numerosi amministratori comunali, ha donato  una targa  premio alla carriera, in segno di stima e grande amicizia.

 

A 91 anni, la signora delle rose (così chiamata anche per uno dei soggetti da lei prediletti) è considerata una tra le più importanti artiste viventi piemontesi. Visibilemente emozionata e grata, l’artista ha confermato la sua grande disponibilità ad esporre le sue opera anche nella galleria buschese in un evento programmato per la prossima primavera.

 

 Gli artisti in mostra

Carlo Cavallo con un'indagine su l’immagine pubblica, Lucio Maria Morra con l'arte sacra ispirata alla tradizione Zen, Chiara Cinque con storie di vita, Elisabetta Buglioni di Monale con le analisi informali, Pierfranco Cerutti con la pittura che si trasforma e prende vita, Claudio Bellino con la destrutturazione dei soggetti e delle emozioni, Roberta Astegiano con la ricerca del segno, Oxana Ustinovich con produzioni visionarie ed oniriche post surrealiste e post metafisiche, Franco Picco con raffinate esperienze dedicate alle cortecce, Giorgio Giraudi con narrazioni ludiche e variopinte, Maurizio Rivetti con opere dedicate a l'estrattismo contemporaneo.

 

Organizza Ivo Vigna con da Chelidon Project Associazione Culturale, la collaborazione di Busca Eventi e il patrocinio della Città di Busca. Gli orari d'apertura sono: sabato dalle 15,00 alle 19,00 – domenica dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 19,00 – ven. 01.01 e Merc. 06.01.16 chiuso.

Infrasettimanali per scuole o gruppi su appuntamento, ingresso libero. Info 335.5434251 chelidonp.arte@tiscali.it

 

Maria Rosa Ravera Aira

Nata a Savigliano nel 1924 da genitori di Ivrea, vive a Busca. Per anni insegnante di Educazione artistica in molte scuole, ammirata da critici ed estimatori, tra i quali il compianto Miche Berra e Angelo Mistrangelo, nella sua lunga e apprezzata carriera artistica, iniziata a Torino, ha ricevuto molti prestigiosi premi ed è stata protagonista di numerose mostre. L’ultima, nel 2013, allestita proprio nella sua città di origine, ha raccolto sei decenni di intensa attività pittorica.

 

La sua produzione spazia fra i soggetti prediletti dei fiori, degli alberi dei campi, dei visi di ragazze e di ragazzi: opere che, in alcuni casi, sono accese di tinte vivaci e sapientemente disposte in composizioni orchestrate con equilibrio, mentre, in altri casi, lasciano il posto a forme di maggiore trasparenza. Il tutto, però, sempre contraddistinto dai colori luminosi.

 

Ha detto di lei  Enrico Perotto che ha curato una personale dell’artista nella scorsa primavera a Cuneo: “Ravera Aira ha serbato la freschezza gioviale dell’età giovanile e la lucentezza vitale di chi non si è stancato di aprire, ogni giorno, gli occhi sulla vita che pulsa al di fuori delle finestre del proprio studio-abitazione buschese. Il tono stesso della sua voce è cristallino e il suo pensiero vola, sempre presente, tra ricordi autobiografici indelebili e fascinazioni per lo spettacolo vivo del mondo. Dipinge con passione, sull’onda del desiderio di un mondo di bellezza sospeso dal fluire del tempo e intriso di colori che infrangono la scorza dura del grigiore monotono dell’esistenza”.

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