L'addio alla signora Liliana, vedova Bargis

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Moglie del "pittore della luce" Stefano, lascia alla Città un collezione delle opere dell'artista buschese

Data:

11 Gennaio 2016

Tempo di lettura:

3 min

L'inauguarzione, nel settembre del 2011, della sala dedicata a Stefano Bargis nella galleria Casa Francotto: la signora Liliana con gli amministratori comunali
L'inauguarzione, nel settembre del 2011, della sala dedicata a Stefano Bargis nella galleria Casa Francotto: la signora Liliana con gli amministratori comunali

Si svolge oggi alle ore 15 nella chiesa parrocchiale Maria Vergine Assunta il funerale di Liliana Secco, vedova dal 1999 del compianto pittore buschese Stefano Bargis.

 

La signora Liliana donò alla Città una bella collezione di trenta opere del marito che sono conservate nella galleria civica in Casa Francotto. La mostra è visitabile in questo periodo alla domenica mattina dalle 9 alle 12.

 

Inoltre, nel 2004 contribuì al "1° Premio nazionale di pittura Stefano Bargis" dedicato alla memoria di suo marito, assegnato a Liliana Cecchin su 250 partecipanti da tutta Italia.  

 

Di seguito il capito dedicato all’artista nel libro Buschesi (Fusta editore, 2012/2013)

 

 

STEFANO BARGIS, IL PITTORE DELLA NEVE

di Ivo Vigna


 

Osservatore della luce, questo era Stefano Bargis. Quella luce che esplode ancora nei suoi quadri, ad illuminare ora i colori dell’autunno, ora un tramonto in valle Pellice. Silenzioso nelle sue ''Nevi'' del ''Mattino a Gerbola'' del 1978. Vibrante e poetico nelle ''Rose'' del 1993. Cronista nei suoi ''Mercati''. Ed è proprio in essi che il Maestro ci ha donato le testimonianze discrete di un tempo che non c’è più. 

Quando la gente non aveva la fretta

Quando la gente non aveva la fretta di oggi, si fermava a parlare davanti ai banchi della verdura. E ammirando i quadri ci pare di sentirlo, il vociare di donne. Pezzi di storia.

Era nato a Busca il 15 luglio del 1916 e aveva visto passare volti, cambiare scorci di un paese che ha sempre amato e al quale era legato da un amore profondo, quasi viscerale. 

Fu allievo del professor Lavalle dal 1928 e iniziò a dipingere nel 1932, trasformando la sua visione dell’arte in un motivo di vita. Un’esistenza discreta, quasi schiva, accompagnata dal suo grande amore, la moglie Liliana. La produzione ci riporta ai temi del paesaggio di fine ‘800, ma addirittura nell’opera ''Asinello con slitta'' del 1962, forse la migliore, persiste una narrazione di contenuti e suggestivi effetti di luce che si rifanno ad un caposcuola quale F. Millet. 

Eleganti contrasti di toni

L’olio, denso al punto giusto, veniva steso dal Maestro in modo fresco e materico. Con le penombre avvolgenti, le sovrapposizioni di colore in piccole pennellate diverse, le superfici a volte graffiate, creava eleganti contrasti di toni che ad oggi ci comunicano quanto egli conoscesse bene la ''materia''. 
Il ''pittore della neve'', così fu definito, dedicò molti anni alla ricerca e alla sperimentazione su questo soggetto a lui caro, raggiungendo risultati tecnico stilistici unici ed invidiabili. Moltissimi i premi, le mostre personali e collettive che lo videro protagonista. Innumerevoli le recensioni tra le quali: A. Dragone: “i suoi temi preferiti sono le montagne bianche di neve e le verdeggianti campagne, con i contadini al lavoro accanto agli animali.Vorrebbe essere un po’ l’erede di Matteo Olivero e Giulio Boetto”;  il ''Comanducci'': “Bargis è un pittore sincero, pulito, ...dà una sensazione addirittura fisica del dipint”o. C. Morra: “le cose che parlano dell’animo di Bargis sono coperte di neve”. M. Berra: “ha tenuto d’occhio la lezione degli impressionisti e tende a liberarsi del racconto”. 

Permanente nella casa di Francotto

Stefano Bargis si spense nella sua casa-atelier di Busca il 4 novembre 1999, lasciando a tutti noi un patrimonio culturale importantissimo che è la sua arte.

L'Amministrazione della Città ha inteso commemorare l’artista con una mostra permanente in Casa Francotto, luogo d’elezione dell’arte buschese, - grazie al generoso dono dell’amatissima moglie Liliana - con la certezza che in ogni piccola macchia di colore che brilla al rivèrbero della luce, nelle sue pennellate che paiono danzare compiaciute, si ritroverà la sua anima. 



 

 

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