Il sindaco: faremo i passi necessari per tenere aperto il castello del Roccolo

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Dopo l’annuncio di messa in liquidazione dell’associazione Marcovaldo che lo gestisce

Data:

16 Febbraio 2016

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Il castello del Roccolo. Fanno parte del complesso anche il parco con stagno, cascate e alberi secolari, e le serre monumentali
Il castello del Roccolo. Fanno parte del complesso anche il parco con stagno, cascate e alberi secolari, e le serre monumentali

“Sono preoccupato per come si sta evolvendo la questione Marcovaldo e posso assicurare tutto il mio impegno, insieme con gli altri sindaci del territorio interessati alla questione, perché non vadano in alcun modo sprecati né le grandi risorse pubbliche riversate negli anni sui siti storici gestiti dall’associazione, né l’esperienza professionale in essi maturata. Il Comune, si impegnerà al massino, per trovare la soluzione più opportuna, insieme con i proprietari privati  del Castello del Roccolo, per tenere aperto il complesso monumentale fra i più significativi della città”. Così il sindaco Marco Gallo in seguito alla notizia di messa in liquidazione dell’associazione culturale con sede a Caraglio  che a Busca gestisce i castello sulla collina.

 

E sotto il profilo emotivo ed evocativo, il castello del Roccolo è davvero il monumento più conosciuto e rappresentativo di Busca. Anche se la città può vantare  un centro storico con mura e porte risalenti al medioevo, cappelle in stile tardo romanico e gotico con affreschi quattrocenteschi e alcune chiese capolavoro di architettura barocca piemontese, il Roccolo in stile  neo-medievale costruito a partire dal 1831 è quell’armoniosa costruzione con archi moreschi, merli ghibellini, rosoni, bifore e trifore che, con il suo parco e il giardino d’inverno, richiama qui il più gran numero di visitatori (sedicimila  ingressi nei cinque mesi all’anno di apertura), a partire da quelli “storici” vantati dai proprietari originali, la famiglia d’Azeglio, ossia Silvio Pellico e alcuni primi ministri inglesi, il re Umberto I e la regina Margherita.

 

La nuova vita al castello, dopo un lungo periodo di semi abbandono, è cominciata a partire dai primi anni Duemila quando gli attuali proprietari privati cedettero in comodato d’uso gran parte dell’edificio all’associazione culturale Marcovaldo di Caraglio, la quale, partecipata per una piccolissima quota anche dal Comune, riuscì a garantire tramite fondi europei e regionali le entrate necessarie ad un profondo restauro sia dell’edificio centrale, sia del parco con le serre monumentali. Non soltanto, l’associazione si è occupata nell’ultimo decennio anche della gestione del complesso, organizzando un gran numero di eventi e facendolo entrare negli itinerari d’arte e delle  residenze sabaude del Piemonte:  concerti di tutti i generi dal blues al flamenco, dal tango alla musica classica e barocca, con  apericena musicali, aperitivi in terrazza, cinema sotto le stelle, passeggiate letterarie con il Circolo dei lettori di Torino e il suo Roccolo della Poesia che ha avuto il momento di maggior lustro nel maggio 2008 ospitando Alda Merini in una delle sue ultime apparizioni in pubblico. Ed ancora mostre di fiori e giardinaggio, di spezie ed erbe aromatiche,  pic-nic nel parco,  fino al Roccolo Granata con la trasferta della mostra sul Grande Torino. Più recente, infine,  la mostra sulla cucina del Rinascimento e altre temporanee d’arte e di fotografie.

 

L’impegno è andato lentamente scemando con il venir meno delle risorse economiche da parte dell’associazione che ora si trova obbligata a essere messa in liquidità dopo 27 anni d’attività e ha annunciato la chiusura entro febbraio.

 

 

L’associazione in questi anni ha investito in  progetti in diversi comuni della provincia, alcune decine  di milioni di euro, provenienti da diversi fondi, dei quali 4.240.000  a Busca per il restauro del castello, in vari lotti dal 2001 al 2010. Questi siti storici  adesso dovranno trovare un’altra  gestione, che potrebbe essere di nuovo nella forma associata della Fondazione Artea che si sta costituendo a Saluzzo sotto l’egida dell’assessorato regionale alla Cultura e per cui si deve giungere in questi giorni alla nomina del consiglio d’amministrazione.

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Tuttavia non è detto che Artea assuma la gestione di tutti e dieci i beni fino ad oggi in mano a Marcovaldo.  Nel passaggio, oltre al ripianamento dei debiti,  va anche gestita la questione dei sette dipendenti lasciati senza lavoro.

 

 

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