Venerdì al Lux la pièce Corrispondenze, per Teatri del sacro

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 Primo dei due appuntamenti del festival di portata nazionale

Data:

14 Marzo 2016

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Una scena da
Una scena da "Corrispondenze"

Per l’evento “Teatri del Sacro”, il cinema Lux  ospita venerdì prossimo, 18 marzo, il primo di due importanti della circuitazione regionale del festival di portata nazionale “Teatri del Sacro”. Le altre programmazioni in Piemonte si terranno a  Centallo e a Torino.  L’iniziativa è curata dal circolo culturale cineclub Méliès.

 

Venerdì 18 marzo, alle ore 21 va in scena  "Corrispondenze" della compagnia Occupazioni Insolite/Impulse. 

 

Lo spettacolo narra le vicende di due sorelle. Una ha fatto la scelta della clausura. L’altra è una professionista affermata che gira il mondo senza fermarsi mai. Le due donne cercano di tenere vivo il legame di sangue, per comprendersi e… perdonarsi. Perché c’è qualcosa nel loro passato familiare che porta alla fuga. Il tutto scandito da un doppio scorrere: quello verticale della liturgia delle ore e quello orizzontale del passato che incombe sul presente.

 

Ingresso singolo: 6,50 euro, ridotto euro 5 euro; info e prevendit: tel.  349.1817658 (ore pasti); direttivo@cineclubmelies.it

 

Venerdì 1° aprile, sempre alle ore 21 al Lux, sarà si scena "Caino royale" della compagnia PEM Habitat Teatrali.

 

 

 

Teatri del Sacro

La kermesse "Teatri del Sacro" non è soltanto un Festival e neppure una semplice vetrina di nuove produzioni. È in prima istanza un’avventura artistica e culturale dedicata alle intersezioni, sempre più diffuse, fra il teatro e la tensione spirituale: un ‘corpo a corpo’ libero e sincero, acceso dall’azione drammatica. Uno sguardo inedito, che in questi anni si è rivelato estremamente stimolante per l’interesse e la qualità dei lavori presentati, che si conferma anche per l'edizione in corso. Nel Festival vanno in scena spettacoli delle più importanti realtà del teatro professionistico italiano, ma anche di compagnie amatoriali vincitrici dello speciale premio “Mario Apollonio”.

 

Apparentemente uno ‘scandalo’, ma in realtà un valore aggiunto, nella convinzione che il desiderio di fare teatro affondi le sue radici e produca i suoi frutti in un terreno comune e indivisibile: quello del gioco mimetico, con cui l’uomo ha fin dall’infanzia cercato di conoscere se stesso e di incontrare gli altri. Un teatro, quindi, di tutti e il più possibile per tutti, affinché lo spettacolo torni ad essere, prima e oltre l’estetica della performance, un’occasione di partecipazione popolare, una festa a servizio della collettività e del suo ‘bene comune’, in nome di una bellezza concepita come gesto comunitario.

 

 

 

 

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