Il castello del Roccolo al convegno su I d'Azeglio

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La famiglia  ha tanta parte nella storia di Busca

Data:

06 Aprile 2016

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I pannelli sui restauri del Roccolo esposti durante il convegno nel palazzo d'Azeglio di Torino
I pannelli sui restauri del Roccolo esposti durante il convegno nel palazzo d'Azeglio di Torino

S’è raccontato anche del castello del Roccolo al convegno di lunedì e ieri a Torino su I d’Azeglio in occasione dei 150 dalla morte di Massimo.

La famiglia che ha tanta parte nella storia di Busca, con tre vie del centro dedicate rispettivamente a Roberto, il primogenito, al fratello Massimo ed al pronipote marchese Salvatore Pes di Villamarina, è stata al centro di due giorni di studi nazionali lunedì 4 nella sede del Consiglio regionale del Piemonte e  martedì 5 alla Fondazione Einaudi di Palazzo Tapparelli d’Azeglio in via Principe Amedeo. Proprio qui sono stati esposti, tra gli altri, i pannelli realizzati nel 2006 in occasione dell’inaugurazione dei primi restauri del castello sulla collina, fatto costruire in stile neo-medievale da Roberto partire dal 1831 come residenza estiva e che ospitò, oltre a Silvio Pellico ed a primi ministri inglesi, il re Umberto I e la regina Margherita, due personaggi cui furono dedicate, anche per questo motivo,  rispettivamente la via principale e una piazza del centrocittà.

Roberto è stato ricordato anche come primo direttore della Galleria Sabauda insieme a sua moglie Costanza Alfieri di Sostegno, scrittrice e testimone del suo tempo ed in generale è stata rappresentata la poliedricità e l’impegno civile dei d’Azeglio, dalla politica alla storia, dall’arte al collezionismo, dalla letteratura alla diplomazia e filantropia, con una lettura parallela della storia e della società dell’800, tra la provincia di Cuneo, con le dimore di famiglia nell’originaria Savigliano, a Lagnasco, a Saluzzo e a Busca, Torino, l’Italia risorgimentale e l’Europa del nipote Emanuele, che fu ambasciatore in diverse capitali.

Durante il convegno è stato presentato in anteprima un filmato sulle dimore piemontesi Tapparelli d'Azelio, compreso il Roccolo di Busca, alla cui realizzazione ha contributo anche il Comune.

Per Busca ha partecipato ai due giorni di studio  la curatrice di beni culturali Zelda Beltramo. Erano presenti anche alcuni rappresentanti delle famiglie eredi della proprietà buschese, la cui parte pubblica era stata ceduta in comodato all'associazione Marcovaldo, ora in liquidazione.

"Il Comune - afferma il sindaco Marco Gallo - sta valutando la strada migliore per far sì che il monumento simbolo della città, oggetto di recenti importanti restauri con denari pubblici, possa essere  al più presto riaperto".

 

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