Oggi la passeggiata organistica, per unire la musica alla storia dell'arte buschese

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Appuntamento alle ore 18,30 nella chiesa della Bianca. Con rinfresco finale nel salotto della città

Data:

16 Giugno 2016

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L'organo della Bianca
L'organo della Bianca
Per la stagione artistica del Civico istituto musicale Vivaldi, oggi alle ore 18,30, si tiene un evento molto particolare. Si tratta di un concerto-passeggiata: si va spasso fra le tre chiese  del centro storico, che racchiudono ciascuna i propri tesori d’arte e di suggestione, per mettere in risalto in particolare i tre organi secolari, tutti restaurati recentemente.
 
La novità, ad entrata libera, cui sono invitati tutti i cittadini, permetterà di conoscere in modo più approfondito le ricchezze artistiche e musicali di Busca.
 
Protagonisti saranno l’organista e docente del civico istituto Fabio Pietro Di Tullio, che eseguirà piccoli brani della durata di una quindicina di minuti in ciascuna chiesa, e Bruno Raspini, violinista del Vivaldi nonché laureato in conservazione dei beni culturali e guida turistica, che illustrerà la storia dei monumenti e dei tre organi.
 
Si parte dalla chiesa della Santissima Annunziata, la Bianca, con l’organo dei Fratelli Vittino del 1869 (su precedente Liborio Grisanti).

La Bianca è un gioiello dell’architettura buschese e ha origini molto antiche. La prima sede dei confratelli dal saio bianco fu costruita nel 1330 e rifatta nel ‘500. L’attuale costruzione progettata da Francesco Gallo fu realizzata tra il 1728 e il 1735. All’interno la decorazione pittorica è di Giuseppe Delamano e risale al 1736. Particolarmente significativo è il coro, dove gli stalli sono opera di Antonio Selletti. Nelle nicchie dei piloni, le figure dei quattro evangelisti sono opera del Clemente (1756).
 
Poi ci si trasferisce (ore 19) nella chiesa parrocchiale Maria Vergine Assunta, con l’organo dei Fratelli Serassi del 1832, ampliato dai Fratelli Vittino nel 1886.
 
La parrocchia è una grande costruzione settecentesca di Francesco Gallo. Venne eretta nel 1717 sul sito della precedente chiesa gotica, sorta nel ‘300 dall’unione delle parrocchie collinari. Del primo edificio resta il campanile, rimaneggiato nel 1740. Il portone in noce di Castelli è del 1728.
I presbiterio è interamente affrescato, tra il 1782 e il 1785, da Carlo Scotti con fatti della vita di Maria e la sua assunzione al Cielo, una grandiosa composizione che rimanda ai grandi artisti del ‘500 italiano. Di notevole valore la balaustra che in alabastro di Busca. Ai lati della navata due altari del Gallo con stucchi di Cipriano Beltramelli del 1728

 
Nella chiesa della Santissima Trinità, la Rossa, alle ore 19,30, con l’organo dei Fratelli Serassi datato 1840,  all’organista si unirà il violino di Bruno Raspini.  
 
Al  termine sul sagrato della chiesa  sul quale si affaccia anche il bel Palazzo della Musica, sede dell’Istituzione comunale culturale e del civico istituto, sarà offerto un rinfresco-aperitivo.

La Rossa fu costruita dai confratelli dal saio rosso nel 1652 sulle rovine del castello inferiore, una roccaforte del ‘200 che sorgeva intorno alla torre, di probabile origine romana, oggi “torre della Rossa”. Accanto alla chiesa, nel 1698, sorse l’ospedale dei poveri. E’ il più antico edificio barocco buschese, il cui interno è arricchito dall’opera pittorica di Giuseppe Dalamano. Si tratta di un’opera di altissima qualità, riconducibile al castello del Valentino di Torino, che rivela l’aggiornamento culturale di Busca ai tempi dei Savoia Carignano. La facciata, restaurata nel 2000, è suddivisa in due ordini, è animata da un interessante discorso simbolico e presenta nelle nicchie le virtù Teologali. Bellissima la balaustra in alabastro di Busca. La prima cappella entrando a destra è quella dei “filatori”, fiorente attività buschese fin dal ‘600. Conserva la pala di San Giobbe ed è chiusa da una splendida cancellata in ferro battuto del 1765. Di grande valore il coro, il cui arredo ligneo è opera di intagliatori di mestiere come Rosso da Sospello e Gaspare Plazente. A destra della facciata è visibile il santuarietto della Madonnina che custodisce il dipinto con l’effige quattrocentesca, forse opera giovanile dei Biazaci, della patrona della città.
 
(Il Comune ringrazia per le note  l’insegnante di storia dell’arte Mirella Lovisolo)

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