Impariamo tutti come si fa a salvare una vita

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Comune e comitato locale Cri insieme per un progetto innovativo dal titolo “Persone di cuore. Busca città cardioprotetta”

Data:

05 Luglio 2016

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Busca Cardioprotetta
Busca Cardioprotetta
Un progetto innovativo e di grande impatto sociale riguardante la prevenzione sanitaria. E’ quello sul quale hanno stabilito una convenzione la Città di Busca e il Comitato locale della Croce Rossa Italiana. Il suo titolo riassume il concetto: “Persone di cuore. Busca città cardioprotetta”.  Lo ha pensato il giovane consigliere comunale, nonché volontario delle Cri, Jacopo Giamello.
 
La convenzione è stata firmata l'altra sera nella sede della Cri dal sindaco Marco Gallo e dal presidente della Croce Rossa di Busca, Teresio Delfino, con il responsabile del progetto Giamello, che spiega: “L’Italia non è al passo con il resto dell’Europa nella diffusione della cultura del primo soccorso. Per fare di Busca un esempio, il Comune e la Cri hanno intenzione di intervenire in questo campo, prendendo a cuore il problema. Il progetto è innovativo rispetto alla semplice collocazione sul territorio di alcuni defibrillatori, come, nella migliore delle ipotesi, si fa comunemente”.
 
In che cosa consiste la novità
“Molte vite – continua l’ideatore del progetto - potrebbero essere salvate in generale e non soltanto in casi di arresto cardiaco se la popolazione fosse a conoscenza delle principali manovre salva-vita (basic life support, BLS). In casi poi di problemi al cuore è determinante avere subito a portata di mano un defibrillatore automatico esterno (DAE), il moderno strumento in grado di resettare e far ripartire il cuore. Ma non è efficace limitarsi a piazzare due o tre DAE sul territorio di una città di diecimila abitanti come Busca. Serve che i cittadini abbiano le nozioni di base determinanti in una situazione di emergenza e serve che i DAE siano subito a portata di mano accessibili a tutti e distribuiti con criterio. Persone di cuore fa leva sullo spirito di solidarietà dei buschesi e li chiama ad impegnarsi in prima persona per imparare come si fa a salvare una vita”.
 
Progetto-pilota
Questo progetto-pilota vuole fare di Busca il posto dove la cardioprotezione diventi la normalità, creando un’adeguata rete di persone formate e pronte al primo soccorso: la Croce Rossa organizzerà i corsi standard di 4 ore pervisti dalla Regione oltre comprendono, oltre sull’utilizzo del DAE., anche la rianimazione  cardio-polmonare e la disostruzione delle vie aeree nell’adulto, nel bambino e nel lattante”.
 
“Possiamo gettare le basi – intervengono il sindaco Gallo e il presidente Delfino - per rendere la città un esempio di comunità consapevole e generosa, facendo diventare l’eccezione una tradizione. Tutti i cittadini potranno essere non soltanto gli eventuali beneficiari del servizio, ma anche attivi nel salvare la vita agli altri”.
 
“Si tratta – proseguono - di  diffondere la cultura del primo soccorso. Abbiamo perciò bisogno di coprire il territorio con un adeguato numero di DAE in posizioni strategiche, ciascuna delle quali speriamo possa essere sponsorizzata da un’impresa o associazione locale o anche da singoli cittadini. Abbiamo già ottenuto alcune prime disponibilità e da oggi incomincia la campagna per avere gli indispensabili finanziamenti. Comune e Croce Rossa mettono in campo risorse e personale specializzato per la formazione ai cittadini e per la manutenzione delle postazione negli anni a venire. Invitiamo tutti gli enti interessati a contattare l’ufficio di segreteria del Sindaco al numero di telefono 0171.948625 oppure scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica jacopo.giamello@piemonte.cri.it  per avere i dettagli dell’operazione”.
 
I costi
Ogni singola postazione pubblica di un defibrillatore costa circa duemila euro e può avere in evidenza il nome del relativo sponsor. Per un’azione efficace si stima ottimale posizionarne una ogni circa mille abitanti.
 
Impatto sociale
 
Per chiarire l’impatto sociale del tema, va considerato che l’arresto cardiaco improvviso nei Paesi industrializzati è la causa di morte più frequente per i soggetti in età produttiva (20 anni - 65 anni), in particolare di sesso maschile. Per evitare gravi conseguenze è essenziale intervenire nei primi minuti dall’esordio dei sintomi.
 
 
 

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