Il racconto di Ibrahim Malla e la guerra negli occhi dei bambini

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La mostra fotografica “Crisi Umanitaria in Siria: la risposta di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa” alla galleria Casa Francotto nel periodo natalizio

Data:

12 Dicembre 2016

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Il bambino siriano Muhammad che vive in un campo profughi in Grecia, in uno dei più recenti scatti di Ibrahim Malla. In mostra in Casa Francotto
Il bambino siriano Muhammad che vive in un campo profughi in Grecia, in uno dei più recenti scatti di Ibrahim Malla. In mostra in Casa Francotto
Incominciamo dalla fine. Quel bambino che fa ok con il pollice in su e un sorriso pieno, due grandi occhi che sembrano anche felici e guardano dritto nei tuoi per dirti dai che ce la facciamo: è uno dei più recenti scatti di Ibrahim Malla e fa parte della mostra fotografica dal titolo “Crisi Umanitaria in Siria: la risposta di CroceRossa e Mezzaluna Rossa” ospitata durante le feste natalizie nella galleria Casa Francotto a Busca per inziativa della Città del Comitato locale della Cri.
 
Quel “lovely child”, meraviglioso bambino da amare, è il siriano Muhammad che vive in un campo profughi in Grecia: Ibrahim l’ha incontrato pochi giorni fa, durante la sua più recente missione come fotografo ufficiale della Mezzaluna Rossa siriana e collaboratore del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Lo ha colto con l’obiettivo e gli è entrato nel cuore: ora lo abbraccia anche nella sua immagine di profilo su facebook.
 
Perché quel bambino deve vivere in una tenda, al freddo, lontano da casa e anche da gran parte dei suoi più stretti famigliari, con cibo razionato e, comunque, debba considerarsi fortunato, in quanto vivo, il fotografo Malla ha cercato di spiegarlo l’altra sera, sabato 10 dicembre, durante l’inaugurazione della mostra, ed ha poi concluso il suo intervento con quel sorriso di speranza.
 
Ce ne vuole tanta, di speranza, per andare oltre l’orrore. Le cose che dice inchiodano il pubblico ad un silenzio attonito: non sono le immagini frettolose di un servizio al tg, sono le parole dirette di un uomo fuggito dalla guerra per mettere in salvo suo figlio, che ha lasciato là tanto della sua vita, la madre, una sorella, la sua idea di futuro. Era il fotografo più famoso di Damasco, ora non si dà pace se non quando torna laggiù per combattere con la sua arma, l’obiettivo della sua macchina. Deve tornare, per testimoniare, dai luoghi della guerra e dai campi profughi, rischiando la vita, perché in quel posto senza pietà nemmeno il simbolo più neutrale può proteggere.
 
Sì. Hanno sparato sulla Croce Rossa. Hanno sparato mirando e non per sbaglio. I cecchini hanno ucciso puntando dritto alla persona già 59 volontari dell’organizzazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa siriana. Lo testimonia Malla con la sua foto della divisa insanguinata e forata proprio all’altezza del cuore.
 
Cosa si può dire di peggio? Che uccidono donne e bambini. Ma chi uccide? “Tutti contro tutti”. E perché uccidono? “Per i soldi del petrolio”. Non per la religione? “No, per i soldi del petrolio”. Anche l’Isis? “Soprattutto l’Isis”. E con chi fa affari l’Isis? “Con tutti. Ma proprio tutti”.  
 
Racconta Malla: “La guerra è cominciata il giorno del mio compleanno di quasi cinque anni fa, il 15 marzo. La Primavera Araba era arrivata, ma era da pazzi credere che i mille interessi di una terra ricca di gas e petrolio potessero cedere alla libertà. La stessa parola libertà da noi non ha un senso pieno. Ci vogliono anni e generazioni per impararla. E allora nella sommossa si insinua di tutto. Il tiranno uccide il suo popolo usando anche le armi chimiche. I mercenari dell’Isis mirano al bottino. Russia e Occidente hanno un nuovo luogo di scontro, forse soltanto apparente. E c'è chi cerca  l’indipendenza come un miraggio…”.
 
Recita qualche numero, il fotografo siriano venuto a Busca per portarci almeno un’ora di consapevolezza:  4 milioni di profughi, soprattutto in Libano (ce ne sono un milione in un Paese che conta 4 milioni di abitanti), Giordania, Iraq e Turchia, lungo la rotta balcanica, Grecia, Macedonia e Croazia, e sulle coste italiane. 7 milioni di siriani (su 23 milioni di abitanti) hanno perso la casa. 1 milione di siriani sono stati uccisi soltanto dalle forze governative. Si stima che l'Isis guadagni 3 milioni di dollari al giorno dalla vendita di petrolio. Nel 2010 la Siria estraeva 387.000 barili di petrolio e 31 milioni di metri cubi di gas al giorno. Si stima che rimangano 2 miliardi di barili di petrolio da estrarre.
 
E mentre  cede ai lealisti Aleppo, la città che era la più industrializzata, dove l’Isis non è mai stato presente fra le forze in lotta, quest’ultimo si reimpossessa di parte di Palmira, l'antica città d’arte. Così l’orrido giro di giostra sembra non finire mai.
 
“Pensare che il mio Paese era un esempio di convivenza pacifica”  spiega  Malla mostrando una delle  sue più famose fotografie, intitolata “Coesistenza” in cui un solo scatto racchiude un arco romano, un campanile e la torre di un minareto.
 
La fotografia di un sogno, ora.
 
Info mostra

La mostra, il cui ingresso è libero, rimane aperta fino al termine dell’anno il sabato, con orario 15-19, e la domenica, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. Per le visite in gruppo si può prenotare telefonando al numero 335 5434251.

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