“Con la nostra mozione abbiamo ottenuto che il Comune istituisca il Registro per la bigenitorialità e con l’approvazione del relativo Regolamento comunale da parte del Consiglio nella seduta del 22 dicembre scorso, Busca è il primo Comune piemontese ad rendere disponibile questo servizio”. E’ la dichiarazione dell’autore della mozione, il consigliere comunale di minoranza Gianpiero Bianchi, del Movimento 5 stelle, che aggiunge: ”Ringrazio consiglieri comunali che hanno accolto la mozione, dimostrando di avere capito l’importanza del provvedimento, il quale, a costo zero, è il solo, al momento, che permette ad un Comune di andare incontro alle esigenze dei figli di genitori separati senza l’affidamento condiviso”.
“L’istituzione del Registro in Italia – spiega ancora Bianchi – è un provvedimento assai recente, risalente a pochi mesi fa. Tanto è vero che le procedure per la sua istituzione nei Comuni sono appena all’inizio. Noi ci siamo mossi per tempo e ora Busca fa da capofila in regione”.
Ma cos’è la bigenitorialità ?
In Italia la legge 54/2006 riconosce il principio della bigenitorialità attraverso l'affido condiviso per i figli di coppie separate anche non sposate. La volontà della legge in materia è sempre quella di tutelare i figli, cui riconosce “il diritto di mantenere il rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare i rapporti significativi con gli ascendenti e con i propri parenti di ciascun ramo genitoriale. La bigenitorialità è il rispetto del suo stesso principio fondamentale ovvero il legittimo diritto dei figli a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori”.
L’istituzione del Registro, che non ha rilevanza ai fini anagrafici, va incontro soprattutto ai figli delle coppie separate con gravi contrasti, quelle che non hanno preferito l’affido condiviso. Esso permette ad entrambi i genitori di legare la propria domiciliazione a quella del proprio figlio residente nel Comune che lo adotta. In questo modo, le istituzioni che si occupano del minore possono conoscere i riferimenti di entrambi i genitori, rendendoli partecipi delle comunicazioni che riguardano i figli minori. Può essere utile alla scuola, per il medico curante, negli ospedali e negli ambulatori e in tutte le situazioni in cui la rilevanza dell'informazione, necessita l'avviso ad entrambi i genitori.
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Il Registro è istituito all’anagrafe e ad esso si possono iscrivere i figli di tutti i genitori con residenze diverse, qualunque ne sia il motivo. La residenza resta una sola, ma le comunicazioni che riguardano i minori dovranno fare riferimento ai due domicili indicati dai genitori. Esso produce effetti concreti, consentendo ad entrambi i genitori di esercitare meglio i loro ruoli per diritti, doveri e responsabilità.
“Anche se – conclude il promotore dell’iniziativa - il Registro può apparire un’istituzione ancora debole, perché prevede la volontarietà di almeno uno dei genitori per l’iscrizione, al momento è l’unico strumento legislativo disponibile per favorire i figli e rappresenta anche una via per cercare di migliorare i rapporti fra i separati”.
Il Registro sarà attivato entro i tempi tecnici necessari per istruire gli uffici.
“L’istituzione del Registro in Italia – spiega ancora Bianchi – è un provvedimento assai recente, risalente a pochi mesi fa. Tanto è vero che le procedure per la sua istituzione nei Comuni sono appena all’inizio. Noi ci siamo mossi per tempo e ora Busca fa da capofila in regione”.
Ma cos’è la bigenitorialità ?
In Italia la legge 54/2006 riconosce il principio della bigenitorialità attraverso l'affido condiviso per i figli di coppie separate anche non sposate. La volontà della legge in materia è sempre quella di tutelare i figli, cui riconosce “il diritto di mantenere il rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare i rapporti significativi con gli ascendenti e con i propri parenti di ciascun ramo genitoriale. La bigenitorialità è il rispetto del suo stesso principio fondamentale ovvero il legittimo diritto dei figli a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori”.
L’istituzione del Registro, che non ha rilevanza ai fini anagrafici, va incontro soprattutto ai figli delle coppie separate con gravi contrasti, quelle che non hanno preferito l’affido condiviso. Esso permette ad entrambi i genitori di legare la propria domiciliazione a quella del proprio figlio residente nel Comune che lo adotta. In questo modo, le istituzioni che si occupano del minore possono conoscere i riferimenti di entrambi i genitori, rendendoli partecipi delle comunicazioni che riguardano i figli minori. Può essere utile alla scuola, per il medico curante, negli ospedali e negli ambulatori e in tutte le situazioni in cui la rilevanza dell'informazione, necessita l'avviso ad entrambi i genitori.
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Il Registro è istituito all’anagrafe e ad esso si possono iscrivere i figli di tutti i genitori con residenze diverse, qualunque ne sia il motivo. La residenza resta una sola, ma le comunicazioni che riguardano i minori dovranno fare riferimento ai due domicili indicati dai genitori. Esso produce effetti concreti, consentendo ad entrambi i genitori di esercitare meglio i loro ruoli per diritti, doveri e responsabilità.
“Anche se – conclude il promotore dell’iniziativa - il Registro può apparire un’istituzione ancora debole, perché prevede la volontarietà di almeno uno dei genitori per l’iscrizione, al momento è l’unico strumento legislativo disponibile per favorire i figli e rappresenta anche una via per cercare di migliorare i rapporti fra i separati”.
Il Registro sarà attivato entro i tempi tecnici necessari per istruire gli uffici.
