Campo minato di rose: sabato al Civico le guerre agli occhi delle donne

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Alle ore 21,  in occasione del Giorno della memoria,  va in scena lo spettacolo  scritto e diretto da Giulia Brenna e Omar Ramer

Data:

24 Gennaio 2017

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In scena donne diverse per ceto, epoca, età accomunate dall’essere tutte vittime della guerra
In scena donne diverse per ceto, epoca, età accomunate dall’essere tutte vittime della guerra
Sabato 28 gennaio, alle ore 21  al Teatro Civico va in scena lo spettacolo “Campo minato di rose. Storie di donne in guerra”  scritto e diretto da Giulia Brenna e Omar Ramero, con Ginevra Barbero, Federica Beccaria, Lorenzo Beccaria, Cristiana Brignone, Matilda Qafaloku, Emily Schena, Francesca Tortora, Francesca Vianello dell’associazione buschese Mangiatori di Nuvole.

L'evento, che tratta dal punto di vista femminile il dramma delle guerre, è programmato  in occasione del Giorno della memoria con cui si commemora in tutto il mondo, il 27 gennaio di ogni anno, l'Olocausto.
 
L'appuntamento fa parte della stagione teatrale 2016/2017 “Acqua sotto i Ponti” della Residenza teatrale municipale “Il teatro fa il suo giro”, ideata e realizzata da Santibriganti Teatro con i contributi dei Comuni di Busca, Caraglio, Dronero e del Cineclub Lumière di Centallo e grazie a  Regione Piemonte – Piemonte dal Vivo e Fondazione CRC.

La storia
Ci troviamo in un non-luogo: qui spazio e tempo non esistono. È il Paradiso? È il limbo? Un sogno? È un punto di incontro. Donne diverse per ceto, epoca, età, esperienze, sogni e speranze sono accomunate dall’essere tutte, in un modo o nell’altro, vittime della guerra, della stupidità umana. Si raccontano, si confrontano, e ci dimostrano l’eterno ripetersi della storia e degli errori dell’uomo.
 
Da Andromaca, madre addolorata a cavallo tra mito e realtà, fino a Celeste che la guerra ce l’ha in casa perché vittima di un marito violento, viviamo attraverso occhi e sguardi femminili i grandi conflitti che hanno segnato la storia dell’uomo.
 
Le donne, spesso considerate ai margini della storia, sono vittime, carnefici o semplici danni collaterali dei conflitti, esattamente come gli uomini.
 
In un’ambientazione scarna, essenziale, che evoca distruzione, sette ragazze tra i 16 e i 18 anni daranno vita a monologhi di donne fragili, forti, piegate, spietate, vinte.

Non esiste vincitrice, perché la guerra si può solo perdere. 
 
Posto unico: 7 euro
 
 
 

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