Dopo il reportage di denuncia dalla Colombia, annunciato prossimo evento #Disturb a Busca

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Sala convegni Casa Francotto gremita ieri sera per l'incontro con il fotografo Nicolò Filippo Rosso

Data:

24 Febbraio 2017

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 	Da sinistra, l'assessore Ezio Donadio, il sindaco Marco Gallo, il fotografo Nicolò Filippo Rosso, il consigliere comunale Paolo Comba e Noemi Balbo curatori dell'incontro
Da sinistra, l'assessore Ezio Donadio, il sindaco Marco Gallo, il fotografo Nicolò Filippo Rosso, il consigliere comunale Paolo Comba e Noemi Balbo curatori dell'incontro
 
 
La sala convegni in Casa Francotto era gremita ieri sera per l'incontro con il fotografo Nicolò Filippo Rosso, fotografo freelance di origine buschese, ora residente in Colombia. Durante la serata, curata  per il Comune dall'associazione Busca Eventi, l'autore ha proiettano le fotografie del suo reportage “La Guajira Colombia”.

Rosso, rappresentato dall’agenzia newyorkese Redux Pictures, ha realizzzato reportage da tutto il mondo pubblicati da National Geographic (Italia), Internazionale (Italia), Washington Post (Stati Uniti d'America), Dyscover (Stati Uniti d'America), Pèlerin (Francia), AlJazeera (Stati Uniti d'America), Wall Street Journal (Stati Uniti d'America).  Inoltre fa parte del collettivo internazionale di fotografi,  con sede a Parigi,  #Dysturb e prorpio durante l'incontro di ieri sera è stato annunciato che Busca  ospiterà nel prossimo settembre un evento #Disturb, uno dei primi programmati in Italia.

#Dysturb ha la missione di mostrare alla gente le fotografie che i giornali non pubblicano e smuovere le coscienze circa le guerre dimenticate e le frontiere planetarie della povertà, usando l'innovativo e shoccante metodo di "tappezzare" i muri delle capitali e delle grandi città con le gigantografie dei propri scatti. Grazie a Rosso, alla Città e a Busca Eventi ora è possibile portare a Busca uno di queste  straordinare perfomances internazionali di vera e propria street art di denuncia.



Durante l'incontro a Busca Rosso ha  raccontato, appassionando il pubblico con grande capacità di coinvolgimento, attraverso i suoi scatti, la vita dei Wayuu, il gruppo indigeno più numeroso della Colombia, attualmente a rischio sopravvivenza a causa dello sconsiderato sistema di estrazione del carbone.

"Il popolo Wayuu - ha spiegato   -  rappresenta il gruppo indigeno più grande della Colombia e la sua sopravvivenza è a rischio a causa dell'eccessivo sfruttamento delle risorse da parte dei giganti mondiali dell'energia, avvallati dal governo colombiano.

"Mentre la miniera di carbone a cielo aperto più grande del mondo consuma 16 milioni di litri d'acqua al giorno, l'accesso ai naturali corsi d'acqua della regione per i Wayuu è impossibile da quando fiumi e affluenti sono stati deviati a benficio della miniera. La diga (2011) sul fiume Rancheria, la principale fonte idrica de La Guajira, ha seccato il letto del fiume e le falde acquifere, rendendo più difficile raggiungere l'acqua con i tradizionali pozzi rudimentali.

"L'Europa -  ha detto  il fotografo -, principale importatore di carbone, non ha l'obbligo di specificare in quali condizioni il carbone viene estratto, le conseguenze dell'eccessivo sfruttamento si contano in migliaia di morti per malnutrizione e sete. Le associazioni Wayuu denunciano la morte di oltre 5mila bambini a partire dal 2011 e organi istituzionali colombiani hanno dichiarato che circa 40mila bambini nella regione vivono attualmente in stato di severa malnutrizione".
 

 
 

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