Sabato al Civico si rivive il mito di Broadway

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Lo spettacolo American Graffiti degli Artisti del Teatro Regio di Torino è la seconda tappa di avvicinamento a Musicando&Mirabilia Festival. Organizza Amici della Musica

Data:

09 Maggio 2017

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4 min

Broadway, la via dei teatri a Manhattan
Broadway, la via dei teatri a Manhattan
Per la rassegna internazionale di Concerti “Musicaè” 2017 XIII stagione artistica, sabato 13 maggio alle ore 21,15 al Teatro Civico sono attesi gli artisti del Teatro Regio di Torino con lo spettacolo “American Graffiti”. Il titolo si rifà al film cult di George Lucas del 1973 ed è sinonimo del mito americano. Sul palco scorreranno settant’anni di storia musicale d’America entrata nel mito.
 
L’evento fa parte del trittico di appuntamenti organizzati dall’associazione Amici della Musica, insieme con il Comune assessorato alla Cultura, in collaborazione Musicando&Mirabilia Festival 2017, che si svolgerà a Busca dall’1 al 4 giugno e che ha diverse tappe musicali di avvicinamento.

Gli altri due appuntamenti musicali di grande richiamo organizzati dall’associazione culturale si svolgeranno nell’ambito della sua ormai consolidata collaborazione con Italy & Usa Alba Music Festival e sono previsti per martedì 30 maggio alle ore 21,15 al Teatro Civico, con il concerto Musica Japan”, e per giovedì 1 giugno alle ore 21,15 al castello del Roccolo, con “Rooted in Tradition. Da Bach ai contemporanei”.
 
Gli eventi si avvalgono del sostegno di Sedamyl e Fondazione CRT.


Gli eventi si svolgono grazie al sostegno di Sedamyl e Fondazione CRT.
Gli ingressi sono liberi, con precedenza ai soci.
Info: Dante e Marilena Degiovanni tel. 339 6013250

Un mito che ha casa a Broadway
Apre il concerto di sabato 13 maggio l’Ouverture raggiante di Funny Face e dischiude un racconto favoloso, quello degli anni ruggenti negli Stati Uniti d’America, che parte dal 1927, quando il musical scritto da George e Ira Gershwin arrivò all’Alvin Theatre di Broadway con i seducenti Adele e Fred Astaire e per la prima volta il ballerino più famoso di tutti i tempo danzò in frac e cappello a cilindro, creando un mito.
 
Si passa alla visione di Judy Garland protagonista del film di Victor Fleming del 1939 Mago di Oz e la sua Over the Rainbow. La canzone, scritta da Harold Arlen sulle parole di Yip Harburg, sarà adottata negli Anni Sessanta dal movimento di liberazione omosessuale e l’arcobaleno diventerà il mitico simbolo di un mondo in pace con tutti.
 
Il filo conduttore porta poi dall’operetta Roberta del 1933 (musiche di Jerome Kern, parole di Otto Harbach) al film American Graffiti, passando dalla voce di Nat “King” Cole a quella dei Platters e di Bryan Ferry. Poi con  West Side Story (1957), il musical nato dalla complicità di Jerome Robbins e Leonard Bernstein, il mito di Romeo e Giulietta si trasferisce nei bassifondi di New York e l’opera entra nella leggenda.
 
Con salto di trent’anni si va al 1986, quando il musical di Claude-Michel Schönberg sull’adattamento teatrale dei Misérables di Victor Hugo, firmato Alain Boublil, vola in America, dopo il debutto a Parigi nel 1980 e a Broadway, tiene banco per oltre vent’anni: sotto la pioggia, la bella Éponine spira tra le braccia di Marius, cantando A Little Fall of Rain
 
Si passa a Frank Zappa, che nel 1993 convocava l’Ensemble Modern, gruppo da camera d’avanguardia, per l’album/suite The Yellow Shark per un incontro fra il rock e la musica colta, jazz, fusion e progressive, con pagine enigmatiche quali Dog Breath Variations, qui proposto nella trascrizione di Alessandro Dorella.
 
Visionaria anche la lettura del Candide, ou l’Optimisme di Voltaire, trasformato da Lilian Hellman nel libretto su cui Bernstein basò il suo Candide, comico e pungente, messo in scena nel 1956: scelta qui l’aria del protagonista, quando “candidamente” si chiede il senso della vita in Nothing More than This e il mito di un mondo migliore, seppure ironicamente, si infrange...
 
Non ha bisogno di presentazioni New York, New York, il leitmotiv dell’omonimo film di Martin Scorsese (1977) con Robert De Niro e Liza Minnelli. Il brano, scritto da John Kander, parole di Fred Ebb, è intramontabile nelle due insuperabili interpretazioni di Liza Minnelli e Frank Sinatra.
 
Poi ancora Leonard Bernstein, ancora musical, colpito dalle ondate jazz di Cole Porter nella rocambolesca celebre commedia musicale Kiss Me, Kate.
 
Non restano che da citare il Peter Pan di James Matthew Barrie (1950), una fantasia teatrale con musiche ancora firmate da Bernstein, e  che Spring Will Come Again (parole di Betty Comden & Adolph Green), quasi una preghiera, celebra il perenne ritorno della primavera. Così il mito ricomincia...
 
Artisti del Teatro Regio di Torino
Giacomini soprano
Alejandro Escobar tenore
Alessandro Dorella clarinetto
Marco Polidori violino
Davide Ghio contrabbasso
Giulio Laguzzi pianoforte
 
Il programma di sala
Smoke Gets in Your Eyes
George Gershwin (1898-1937)
Ouverture da Funny Face
Harold Arlen (1905-1986)
Over the Rainbow
Jerome Kern (1885-1945)
Smoke Gets in Your Eyes
Leonard Bernstein (1918-1990)
Maria, da West Side Story
Claude-Michel Schönberg (1944)
«A Little Fall of Rain», da Les Misérables
Frank Zappa (1940-1993)
Dog Breath Variations (*)
Leonard Bernstein
Ouverture da Candide
John Kander (1927)
New York, New York
Leonard Bernstein
«Nothing More than This», da Candide
Cole Porter (1891-1964)
Ouverture da Kiss Me, Kate
Leonard Bernstein
«Spring Will Come Again», da Peter Pan
 
Arrangiamenti di Giulio Laguzzi e Alessandro Dorella
 

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