Domenica 28 maggio si possono visitare i canyon dell'alabastro rosa

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Anche la splendida collina di Busca  e i suoi tesori sono al centro della Fiera di Maggio

Data:

15 Maggio 2017

Tempo di lettura:

3 min

Le visite alle cave, che si trovano su un terreno privato, sono possibili escluivamente se accompagnate e in occasioni programmate, come questa
Le visite alle cave, che si trovano su un terreno privato, sono possibili escluivamente se accompagnate e in occasioni programmate, come questa
Emanuele Costa e Alessandra Marengo  del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, curatori del libro “L'Alabastro di Busca e le sue Cave” hanno tenuto una lezione sul tema sabato scorso alle classi di prima delle scuole medie cittadine.
 
Il Dipartimento, in collaborazione con il Comune,  l’Atl Cuneo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, aveva curato lo scorso anno l’iniziativa dal titolo “I tesori di Busca, alla scoperta della città in un viaggio tra cultura e scienza”, per un programma di recupero e rilancio del sito archeologico e storico che si trova sulla collina dell’Eremo, che quest’anno continua con un’opera di diffusione nelle scuole e con una nuova giornata di visite accompagnate e gratuite, compreso il trasporto in bus navetta, programmata per domenica 28 maggio, in occasione della Fiera di Maggio.

"Dopo il grande successo delle prime visite organizzate lo scorso anno  - dice l'assessore alla Collina Ezio Donadio  - a grande richiesta riproponiamo un’altra giornata pensata per valorizzare il nostro patrimonio ambientale e monumentale. Nella steso giorno, al pomeriggio, il curatore della galleria Casa Francotto, Ivo Vigna, svolgerà due visite guidate, alle 15 e alle 17 con partenza da piazza Regina Margherita,  alle chiese del centro dove è stato utilizzato il marmo rosa delle cave di Busca. Inoltre, grazie al servizio bus messo a disposizione da Assoimprese, si potranno anche raggiungere il parco e il castello del Roccolo”.
La visita ai canyon avrà la durata di circa un'ora con partenze in bus navetta gratuite da piazza F.lli Mariano alle ore: 9.30 – 10.30 – 11.30- 15.00 – 16.00 – 17.00.

Prenotazioni online a questo link  oppure sul luogo al momento della partenza, salvo esaurimento posti. Info: tel. 0171.948611

In caso di condizioni meteo avverse  le visite saranno rimandate.


350 mila anni fa
La collina di Busca, sia dal punto di vista geologico che ambientale ha tanto da dire e dare  al turismo ambientale di qualità che si sta sviluppando ultimamente, con i risvolti scientifici e storici connessi, che sono quanto mai interessanti. Per quanto riguarda questi ultimi aspetti, le cave di Albastro di Busca, hanno avuti modo di spiegare i due  ricercatori dell’università di Torino in diversi incontri divulgativi, rappresentano un “scrigno” in quanto antichissime grotte, formatesi almeno 350.000 anni fa (a tanto si ferma per ora la datazione in base alle ricerche fin qui concesse dai fondi a disposizione), venute in parte a cielo aperto in seguito all’erosione della collina sovrastante.  
 
Canyon suggestivi
Si tratta di cinque gole di lunghezza variabile, fino a oltre un centinaio di metri, profonde anche una trentina, che si trovano  sulla collina dell’Eremo, versante orientale, a quota 650 metri, particolarmente suggestive, dai variegati colori che muovono dal rosa scuro al verde muschio, anche a seconda di come vi incide la luce nelle varie ore del giorno.

L’alabastro di Busca è una roccia calcarea, composta essenzialmente da calcite che si è deposta sotto forma di stalattiti, stalagmiti e altre concrezioni che, se sottoposte a tecniche sofisticate, permettono di determinare il clima presente nell’area a partire da glaciazioni molto più antiche dell’ultima, alla quale risale per esempio   l’unica altra area sede di ricerca scientifica di paleoclima del Piemonte, Rio Martino di Crissolo, dove i sedimenti fin qui analizzati si fermerebbero a 10.000 anni fa.

Dal punto di vista storico, ed in particolare della storia dell’arte, inoltre, l’impiego dell’Alabastro di Busca è stato diffuso in chiese e case nobiliari dalla metà del Settecento fino alla metà del secolo scorso in tutto il Piemonte ed anche in Francia in tante opere di pregio. La più recente e curiosa presenza dell’Alabastro di Busca è stata rinvenuta nella composizione di un caminetto attribuito alla casa di Napoleone ad Ajaccio. Quanto fosse ritenuto prezioso in quelle epoche è testimoniato anche dal fatto che in diverse chiese esso venisse imitato con dipinti, come nella parrocchia Maria Vergine Assunta e nella chiesa della Santissima Trinità.

Un libro per raccontarlo
Queste e molte altre informazioni saranno contenute nel libro in corso di redazione “L'Alabastro di Busca e le sue Cave”, scritto dai due ricercatori, interamente scaricabile in link qui sotto

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