Filodrammatica Buschese Ël Ciochè festeggia il mezzo secolo

Dettagli della notizia

Portando in scena una commedia in piemontese al Lux venerdì 21, lunedì 24 e martedì 25 febbraio alle ore 21

Data:

11 Febbraio 2020

Tempo di lettura:

3 min

Gli attuali componenti della la Filodrammatica Buschese “Ël Ciochè”
Gli attuali componenti della la Filodrammatica Buschese “Ël Ciochè”
Ha appena compiuto cinquant’anni, un bel traguardo per un’associazione culturale: la Filodrammatica Buschese “Ël Ciochè” è nata per l’esattezza il 5 febbraio 1970 e  festeggerà il suo mezzo secolo sempre sul palco e  dal vivo venerdì 21, lunedì 24 e martedì 25 febbraio alle ore 21 nel”suo” cinema-teatro Lux con  la commedia in due atti in piemontese “Quand che ‘l servel va a rabel” di Tremagi (biglietti  in prevendita nel negozio Ottica Buschese, via Cadorna 25), adattamento di Gianni, regia di Gianni e Giangi.

Nella serata di venerdì, il sindaco Marco Gallo consegnerà al glorioso sodalizio un targa in segno di riconoscenza per l’attività culturale svolta in favore della comunità locale in tutti questi anni.

La trama della commedia “Quand che ‘l servel va a rabel”
Il ritmo di vita dei giorni nostri è diventato frenetico ed imprevedibile, trattandosi poi di una giornata clou per il matrimonio di una figlia, il tutto si complica maledettamente, la situazione diventa ingestibile e i personaggi coinvolti evidenziano il lato peggiore del loro carattere. In questo caso il pubblicitario Tommaso Balocchi, che vuole gestire in prima persona ogni cosa, va in tilt e, per una botta fortuita alla testa, deve convivere con una visione del tutto particolare. La moglie Michela, sbrigativa è determinata, bada al sodo, mentre la figlia Cristina, che si deve sposare quel mattino stesso, procede tra tentennamenti e marcia indietro. Il socio di Tommaso, Piero Profumi, buontempone poco ligio al dovere, sfrutta la nuova situazione a proprio favore. Il padre di Tommaso, Pinot Balocchi, decisamente nelle nuvole e pure debole di udito, si prepara alla celebrazione in modo tutto suo, comandato a bacchetta dalla moglie Wilma, che ha le idee ben chiare sul da farsi. Ad aumentare il trambusto contribuirà l'arrivo del padre del fidanzato di Cristina, tale monsù Vermentin, che, da buon veneto, vorrà aggiustare il tutto a modo suo. I colpi di scena sono assicurati, con un finale tutto particolare a dimostrazione “Quand ‘l servel va a rabel” si salvi chi può!

Personaggi e interpreti
Tommaso Balocchi, pubblicitario: Giangi Giordano
Michela, la moglie: Claudia Abbà
Cristina, la figlia: Elisa Paoletti
Gilda, visione di Tommaso: Elisa Paoletti
Pinot Balocchi, padre di Tommaso: Gianni Paoletti
Vilma, madre di Tommaso: Simona Degiovanni
Piero Profumi, socio di Tommaso: Luca Paoletti
Monsù Vermentin: Denny Bertaina
Regia: Gianni e Giangi
 
Filodrammatica Buschese “Ël Ciochè”
Nata da un’idea di Giovanni Giordano, allora  buschese da appena un anno proveniente da Verzuolo,  la filodrammatica ha per mattatore tutt’oggi il popolare Giangi, regista, prim’attore.

Racconta Giangi: “Arrivai a Busca proveniente da Verzuolo nell'agosto del 1969. Per puro caso essendomi inserito subito nel gruppo oratorio. Sul finire di settembre dello stesso anno, ebbi l'occasione di presenziare a uno spettacolo di varietà e mi toccò il privilegio di presentare il signor Peppino Pignatta al pianoforte che accompagnava il giovane figlio Bruno Pignatta virtuoso del violino. Fu un'emozione indescrivibile. Mi inserii, così, velocemente in oratorio, anche perché già conoscevo il curato don Luigi Martinasso. Siccome avevo lasciato da poco Verzuolo, dove avevo contribuito alla nascita della filodrammatica locale, pensai di provarci anche a Busca, dove trovai il miglior sponsor che ci potesse essere in circolazione: il vicario don Francesco Fino, che era stato mio professore di latino e geografia. Egli accettò con entusiasmo la mia proposta, compresa l'idea del nome El Cioché, e benedisse la mia iniziativa con una battuta: se ti serve, ti posso prestare anche il curato. E così fu che don Martinasso divenne un  prezioso suggeritore-attore della compagnia.   I primi tempi furono pionieristici e per sei  anni recitammo in italiano, esordimmo con il lavoro “Quel simpatico commendatore” di Franco Roberto, torinese e di cui ero molto amico. Soltanto nel 1977 provammo l'avventura del piemontese, anche perché avevo pescato nel gruppo giovani della parrocchia e mi avevano detto di sì un certo Gianni Paoletti, che quest'anno festeggia il 43esimo di recitazione con noi. Assieme a Gianni daremo vita alla premiata ditta Gianni&Giangi, con innumerevoli spettacoli di cabaret in piemontese, a cominciare da ‘Ven avanti Balengo’, in omaggio alla coppia Chiari-Campanini di ‘Vieni avanti cretino’. Con il passare del tempo aumenta l'entusiasmo e si crea uno zoccolo duro di fan che non ci ha mai abbandonati. Lo sloga iniziale è ancora quello di adesso: far sorridere divertendosi".

 

Immagini

Ultimo aggiornamento: 11/02/2020 16:18