Non sprechiamo più l’acqua che ci dona il cielo

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Ritorna l’ipotesi invasi. Il sindaco: “Ci aspettiamo i fatti”

Data:

25 Gennaio 2008

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La derivazione del canale Varaglia in frazione Castelletto
La derivazione del canale Varaglia in frazione Castelletto
Da diversi anni non avevamo un inverno nevoso come questo. Ma non si sentono gli agricoltori affermare “meno male, stiamo tranquilli, la prossima estate non patiremo la siccità”. Con il buon senso di cui godono, e che dovrebbe guidare le scelte di tutti, dicono: “Quanta di quest’acqua andrà sprecata?”

“Ma l’acqua non è preziosa soltanto per gli agricoltori – afferma il sindaco, Luca Gosso -. Anche se in questo settore a Busca sono impiegate, in circa 800 aziende, oltre 1500 persone, è a tutti i buschesi che penso quando riaffermo la necessità di raccogliere l’oro blu e di sfruttarlo in tutti i modi possibili: per l’irrigazione, per l’uso potabile, per la produzione di energia elettrica e, perché no, per il turismo. Vorrei però trovare il modo perché ai proclami, che si susseguono da decenni, si passi ai fatti, perché lo sappiamo bene che i cittadini tutti e gli agricoltori in particolare sono, a ragione, ormai scettici ogni volta che si rispolverano i progetti degli invasi”.

Che fare? “Intanto rispondo volentieri all’invito del presidente della Comunità montana valle Maira che martedì prossimo ci illustrerà (durante un incontro riservato agli amministratori locali - ndr) uno studio circa la realizzazione di mini invasi in valle Maira. Per parte mia, il sostegno a qualunque iniziativa in tal senso, sia pure partendo da ipotesi minime come questa, è incondizionato”.

Lo studio della Comunità montana

Il presidente Livio Acchiardi ci anticipa a grandi linee (i dettagli sono riservati, per ora, agli invitati) il contenuto dello studio che presenterà ai sindaci della valle la prossima settimana: “E’ la prima volta – dice – che uno studio di fattibilità viene proposto direttamente dalla Comunità montana, l’ente più vicino e interessato al progetto. Lo studio, per la precisione, è stato realizzato dalla Maira spa (società a capitale misto di cui il 51 per cento appartiene alla Comunità montana) grazie ad uno stanziamento della Regione. Se incontreremo il favore degli amministratori locali e della popolazione, dallo studio passeremo al progetto. Sono previsti tre ‘sbarramenti’ per altrettanti piccoli invasi, due nell’alta valle e uno nella media valle, per una capacità totale di circa 15 milioni di metri cubi”.

Se ne verrà finalmente a capo? “Penso – risponde Acchiardi - che sia, per lo meno, un’occasione da non perdere, anche, anzi soprattutto, da parte della popolazione montana: infatti, si parla di uso plurimo della risorsa, perché lo studio prevede lo sfruttamento dell’acqua nelle tre direzioni irrigua, potabile ed per la produzione di energia e i benefici sono per tutti. Un capitolo apposito è dedicato al ritorno economico a favore del territorio”

L’acqua che manca
Secondo i dati che ci fornisce Livio Isoardi, segretario dei consorzi irrigui buschesi, il fabbisogno d’acqua al solo scopo irriguo nel buschese è pari a circa 4 milioni di metri cubi ogni estate: tanta è quella pompata dai pozzi nei mesi più caldi per far fronte alla secca del Maira.

I tre mini invasi sarebbero sufficienti? No, ma meglio di niente.

Pozzi: una soluzione per l’emergenza diventata una prassi (che può danneggiare l’ambiente)
I problemi circa l’acqua pompata sono due: costa molto più cara (15 volte tanto) rispetto a quella dei canali (che costa dai 25 ai 30 euro all’anno per 15 ore di irrigazione) e le falde si stanno abbassando. Le trivelle devono scendere sempre più in basso: dal 1990 ad oggi il livello è sceso di 10 metri, ora bisogna raggiungere gli 80 metri, con pericolo di dissesto idrogeologico.

I 5 Consorzi del territorio buschese
A livello provinciale, i consorzi di primo grado sono riuniti in 15 consorzi di secondo grado che coprono 90 mila ettari di terreno irrigato per complessivi 53.400 tenti.
A Busca ci sono cinque i consorzi irrigui di primo grado che interessano il territorio comunale e una parte dei comuni limitrofi. Irrigano 5.504 ettari di terreno e riuniscono circa 4 mila soci.

Dato sorprendente è che quattro di questi canali hanno origine nel 1300, uno nel 1500. E’ quanto risulta dalla pubblicazione “I canali derivati dal medio corso del Maira” curata di Luigi Chiamba per il Bollettino della Società per gli studi storici artistici e archeologici della provincia di Cuneo (n.85, 1981).

Alcune ricostruzioni e ampliamenti si sono poi registrati nei secoli, ma gli ‘impianti’ risalgono sostanzialmente a settecento anni fa: una bella capacità di investimento per il futuro!

Negli anni Trenta del Novecento si sono costituiti i consorzi, che ne curano la manutenzione.

Tutti i canali buschesi ricavano l’acqua dal Maira. Ecco i numeri di ciascuno

Ceaglia
- sulla sponda sinistra del Maira
Derivazione: Rocca Tagliata Morra di Villar San Costanzo; 850 soci; dotazione di 880 litri al secondo; irriga 816 ettari di terreno per 1087 ore di irrigazione. In genere non conosce periodi di secca.
Morea Attissano - sulla sponda sinistra del Maira
Derivazione: Sant’Alessio Borgo Talutto; 350 soci; dotazione 800 litri al secondo; irriga 826 ettari per 1890 ore. Va in secca da fine giugno a metà settembre: si sopperisce con l’attivazione di 5 pozzi.
Presidenta (ramo Busca) - sulla sponda destra del Maira
Derivazione: Ponte vecchio di Dronero; 670 soci; dotazione 850 litri al secondo; irriga 1039 ettari per 932 ore. Nel breve periodo di secca può contare su un pozzo.
Varaglia - sulla sponda destra del Maira
Derivazione: Ponte di Castelletto; 700 soci; dotazione 900 litri secondo; irriga 920 ettari per 848 ore. Nel periodo di secca da inizio luglio a fine agosto si serve di un pozzo.
Loreto - sulla sponda destra del Maira
Derivazione: San Giuseppe; 900 soci; dotazione 1500 litri al secondo; 1913 ettari irrigati per 2664 ore. Nel periodo di secca da metà giugno a metà settembre si serve di 10 pozzi.

Va precisato che i soci non sono esclusivamente residenti a Busca, ma anche nei comuni limitrofi.

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