Da dove iniziare? Dal volo… Sull'aereo da Francoforte a Pechino ero in compagnia di tecnici, staff e giornalisti tedeschi. Anche la divisa dell’equipaggio era a strisce bianche e blu come quella del team tedesco...
Paese che vai, alfabeto che trovi Nell’aeroporto cinese tutto è facile. Siamo stati accolti dallo staff organizzativo olimpico e all’interno della nuovissima aerostazione ogni scritta è nelle tre lingue ufficiali dei giochi: cinese, inglese e francese. Ma fuori da lì è subito un’impresa: siamo circondati unicamente da ideogrammi cinesi (?!)... Conforta il fatto che meno dell’ 1% dei comuni cittadini di Pechino, soprattutto i tassisti, conosca il nostro alfabeto…
Domenica, una dormita ed una mangiata E' il giorno del mio arrivo, mi prendo il tempo per raggiungere l’alloggio (vicino al Worker’s Stadium, dove si giocheranno le fasi preliminari delle partite di calcio), una dormita per smaltire il fuso orario e la sera subito a cena fuori. Specialità di Pechino: anatra laccata, una vera bontà. Lunedì, Casa Usa Questa mattina appuntamento alle 9 a Casa Usa. Siamo una settantina di "operativi": dipendenti del Comitato Olimpico Usa, 38 volontari, 3 del Comitato promotore Chicago 2016. Poi una miriade di altra gente: sicurezza, catering, sponsor, ecc.
Come immaginavo, hanno fatto le cose in grande. Il sito, una costruzione a 4 piani utilizzata originariamente come sede di un club privato cittadino, è stato completamente rimesso a nuovo per l’occasione. Gli americani avevano fatto la stessa cosa nel Circolo canottieri Caprera a Torino, Usa House durante le Olimpiadi invernali. Si mangia pure bene, il che, tra cucina cinese e cucina americana, non era poi così scontato.
Pomeriggio libero…. In programma visita a Casa Italia, della quale vi racconterò più avanti. A prestissimo! Ni hao! (Ciao)