La Consulta delle famiglie ora è operativa

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L’assemblea riunita ieri sera ha nominato presidente Roberto Bramardo. Vice-presidente è Massimiliano Marabotto

Data:

12 Febbraio 2010

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La Consulta delle famiglie: l'assemblea riunita ieri sera per la prima volta con sindaco e vice-sindaco
La Consulta delle famiglie: l'assemblea riunita ieri sera per la prima volta con sindaco e vice-sindaco

Roberto Bramardo, rappresentante dell'associazione Famiglie numerose, è stato eletto ieri sera presidente della Consulta delle famiglie e ha designato come suo vice Massimiliano Marabotto, rappresentante delle scuole materne private.

Le nomine, come previsto dal Regolamento della Consulta, sono giunte durante la prima riunione dell’assemblea della Consulta indetta e presieduta ieri sera dal Sindaco, Luca Gosso. Alla presentazione ha partecipato anche il vice-sindaco e assessore alla Famiglia, Marco Gallo.

Sono stati convocati, come da Regolamento stilato dagli uffici comunali, un rappresentante del Consorzio per i servizi socio assistenziali delle Valli Grana e Maira, quattro rappresentanti dei genitori nell’ambito delle istituzioni scolastiche statali e paritarie e dei servizi per l’infanzia, un membro in rappresentanza di enti, associazioni o gruppi che operino nel territorio di Busca e svolgano il proprio operato prevalentemente nell’ambito delle problematiche familiari e del ruolo genitoriale, tre membri in rappresentanza delle associazioni sportive il cui ambito di interesse coinvolga la famiglia e che svolgono attività giovanile, un rappresentante della Vicaria di Busca.

Ieri sera erano presenti la presidente del Consorzio per i servizi socio-assistenziali valli Grana e Maira, Alessandra Boccardo, Ivana Rosso Ivana, Stefano Bellone, Massimo Grimaldi, rappresentanti delle istituzioni scolastiche pubbliche, Massimiliano Marabotto, rappresentante delle scuole materne private, Fausto Rinaudo, rappresentante dell’associazione Famiglie per Famiglie, Bramardo Pierpaolo, Donatella Bono, Flavio Peano, rappresentanti delle associazioni sportive, Paolo Trovato Catalfamo, rappresentante della Vicaria di Busca; Roberto Bramardo, rappresentante dell’associazione Famiglie numerose.
 
La prima riunione dell’assemblea del nuovo organismo consultivo è servita anche per sottolineare alcuni aspetti del suo funzionamento come il fatto che possano partecipare ai lavori della Consulta, senza diritto di voto, persone o associazioni invitate o che ne facciano richiesta, anche se non componenti permanenti della stessa, ma che siano in grado di portare un contributo alle specifiche tematiche in discussione e che l’assemblea debba predisporre ogni anno una relazione illustrativa sui bisogni e sulle necessità rilevate e sull’attività svolta per sottoporla all’amministrazione comunale.

“Auguro alla Consulta – ha detto il Sindaco - e al suo presidente buon lavoro e mi felicito, come sindaco e come cittadino, che Busca sia stata in grado di dotarsi questo organismo: ciò significa che nella città è presente una autentica consapevolezza dei doveri civici e una buon grado di senso di responsabilità. Il Comune presterà molta attenzione agli indicatori che scaturiranno dal lavoro della Consulta e il suo presidente sarà per noi amministratori un interlocutore prezioso”.

La sede della Consulta è nel Palazzo comunale. L’assemblea dura in carica 5 anni. L’ammissione di nuovi enti o associazioni è stabilita dal Sindaco, dopo l’espressione del parere dell’assemblea. Il presidente convoca e presiede le riunioni dell’assemblea. Su richiesta ed invito del presidente possono prendere parte ad essa, senza diritto di voto, il Sindaco o suo delegato, individuato nell’ambito del Consiglio comunale, anche in rappresentanza delle minoranze.

Anche Busca, dunque, la famiglia, come istituzione sociale fondamentale, adesso ha un organismo che la rappresenta nei confronti della pubblica amministrazione e, in particolare, nei confronti del Comune, che è l’ente pubblico più vicino ai cittadini.

E’ stato proprio il Comune di Busca, maggioranza e minoranze, a porre le basi per la costituzione della Consulta delle famiglie. L’atto fondamentale, ossia il Regolamento della Consulta, infatti è stato approvato all’unanimità nel corso del Consiglio comunale del 28 settembre scorso. Si tratta di un intervento più volte sollecitato, in particolare, dall'ex Gruppo consiliare Busca si rinnova, ed ora dal Gruppo Futuro in Comune, con cui è stato concordato.

A sottolineare la piena convinzione della necessità di considerare il nucleo familiare come un oggetto degno di interesse in quanto tale, il Sindaco, Luca Gosso, nella composizione della nuova Giunta comunale, ha voluto assegnare una delega specifica alla Famiglia a Marco Gallo, vice-sindaco è già assessore a Sanità Cultura e Commercio.

Gallo spiega perché e come si è voluto istituire la Consulta: “Non è stata una scelta presa dall’alto – dice -. Il Comune ha raccolto un’esigenza effettivamente sentita fra la gente, espressa da tutti i componenti il Consiglio comunale, contenuta nei programmi elettorali di tutti i Gruppi rappresentati. Abbiamo sentito i pareri di quei Comuni nei quali la Consulta esiste ed opera da tempo, abbiamo partecipato a convegni in merito, abbiamo acquisito dati e informazioni per istituire un organismo che, spero, si dimostri sufficientemente snello e concreto. Nell'elaborazione del regolamento abbiamo lavorato insieme con il Gruppo consiliare Futuro in Comune che ringrazio davvero per l'attiva collaborazione”.

Che tipo di organismo è?“E un organismo consultivo - risponde l'assessore - . Ha piena autonomia. Abbiamo scelto di non delegare rappresentanti dell’amministrazione comunale al suo interno con potere di voto proprio per garantirne il più possibile l’indipendenza. Anche se va precisato che le proposte, i pareri e ogni altra iniziativa non sono, vincolanti per il Comune, esso sarà prezioso per la definizioni dei programmi in materia”.

L’articolo 2 del Regolamento – per essere precisi – elenca i compiti della Consulta: promuovere l’informazione e la partecipazione delle famiglie del territorio; promuovere iniziative per sensibilizzare e diffondere una cultura per la famiglia, favorire il metodo collaborativo tra soggetti pubblici e privati, contribuire, attraverso la propria attività propositiva, al miglioramento dei servizi offerti dall’amministrazione comunale o da terzi, in ambiti culturali, economici, sociali, ricreativi, al fine di realizzare un concreto miglioramento della qualità della vita delle famiglie sul territorio.

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