Aderisce anche il Comune di Busca ad una iniziativa di rivendicazione nei confronti dello Stato intrapresa dai Sindaci fondatori del Il Movimento dei sindaci del Piemonte.
Ad un anno dalla sua costituzione, dopo l’iniziativa “Comuni al buio” dello scorso luglio contro i criteri capestro del patto di stabilità, il Movimento questa volta ha nel mirino i mancati rimborsi dei pasti mensa degli insegnanti statali.
Il contratto collettivo nazionale, infatti, prevede che il costo del pasto in mensa debba essere anticipato dai Comuni, che poi devono essere rimborsati dallo Stato. Ma il rimborso non sempre avviene.
Lo Stato versa, ogni tanto, degli acconti, i quali, però, non coprono tutta la spesa. I Comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Busca e Centallo hanno fatto due conti, dai quali risulta che essi devono ricevere complessivamente oltre 220 mila euro di arretrati degli ultimi cinque anni. Per Busca, che sta ultimando i conteggi, i quali saranno resi noti nel dettaglio al più presto, si parla di una cifra coumque superiore ai 20 mila euro. Un avanzo significativo, soprattutto in un periodo di tagli sfrenati e incondizionati dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni.
A questo punto i sindaci dei quattro comuni, Alberto Valmaggia, Pierpaolo Varrone, Luca Gosso e Antonio Panero, hanno perciò deciso di spedire una lettera ai ministeri dell’Interno e dell’Istruzione, e per conoscenza agli Uffici scolastici regionale e provinciale ed ai dirigenti scolastici delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria dei comuni interessati, che ha per oggetto "l’Art. 3 legge n° 4/1999 - Contributo statale spettante per le spese sostenute in relazione al servizio di mensa scolastica – Istanza di pagamento del debito”.
In sostanza, i Comuni chiedono che lo Stato rimborsi loro tutte le spese sostenute negli ultimi cinque anni per la continuità del servizio di mensa al personale insegnante.
Contemporaneamente, i quattro sindaci invitano gli altri i Comuni piemontesi, aderenti al Movimento e no, a verificare i propri conti in merito alla questione mense e, qualora in credito con lo Stato, a spedire lo stesso tipo di lettera raccomandata che stanno per inviare come formale atto di costituzione in mora.
Nella lettera si precisa che qualora non si riceva entro trenta giorni l'importo dettagliatamente conteggiato, oltre agli interessi legali maturati, “si darà corso, senza indugio, alle procedure esecutive per il recupero del credito”.
Come si è arrivati alla dura presa di posizione? “Nonostante le informali richieste di rimborso avanzate fino ad oggi – spiega il promotore dell’iniziativa Pierpaolo Varrone, sindaco di Borgo San Dalmazzo – e nonostante la legge sia chiara al riguardo, dal 2006 non riceviamo i giusti rimborsi. La legge sancisce l’obbligo, in capo al ministero dell’Interno, di provvedere ad erogare il contributo agli enti locali al fine di assicurare la continuità del servizio di mensa per il personale insegnante, dipendente dallo Stato. Noi – continua il sindaco di Borgo San Dalmazzo - abbiamo costantemente, pienamente e diligentemente assicurato al personale insegnante statale l’erogazione del servizio, ma questo diritto è stabilito nel contratto di lavoro siglato tra Stato e Comparto Scuola e gli entri locali non ne devono rispondere”.
“Mentre spediamo la nostra richiesta al governo, – dice Luca Gosso, sindaco di Busca – inviamo, tramite posta elettronica, a tutti i Comuni del Movimento il fac-simile della nostra lettera, perché ciascun ente nelle nostre stesse condizioni possa fare altrettanto. Se non otterremo risposte positive, proporremmo, nell’interesse dei nostri amministrati, un’azione giudiziaria collettiva per recuperare i soldi spesi per conto dello Stato”.
“Chiediamo – ribadisce Alberto Valmaggia, sindaco di Cuneo – che il ministero della Pubblica Istruzione onori il contratto di lavoro approvato e già certificato dalla Corte dei Conti anche sotto i profili di compatibilità economica e finanziaria”.
I Sindaci tengono a sottolineare che i Comuni, in quanto soggetto estraneo a quel rapporto di lavoro, non sono legittimati ad assumere a proprio carico la spesa in questione.
“Come amministratori locali – precisa Antonio Panero, sindaco di Centallo - potremmo addirittura essere oggetto di possibili elementi di responsabilità per danno erariale, destinando risorse municipali a beneficio di competenze statali. Non per nulla c’è già stata in proposito una sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale - ndr) della Lombardia del 12 giugno 2009 che si è pronunciata chiaramente, affermando che il costo di ogni attività formativa, e quindi anche dell’assistenza alla refezione, deve essere posto a carico dello Stato”.
Comune contro Stato per i rimborsi mense agli insegnanti
Dettagli della notizia
Lettera raccomandata ai ministeri Interno e Istruzione come formale atto di costituzione in mora
Data:
11 Novembre 2010
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