Don Occelli, un uomo non qualunque

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Significativa celebrazione del 70° anniversario delle Resistenza voluta dall'Anpi e dalla Città

Data:

16 Settembre 2013

Tempo di lettura:

3 min

Il sindaco, Gosso, e il presidente dell'Anpi, Berardo, scoprono la targa dedicata a don Occelli nel parco della Resistenza
Il sindaco, Gosso, e il presidente dell'Anpi, Berardo, scoprono la targa dedicata a don Occelli nel parco della Resistenza

Uno uomo “partigiano” nel senso più ampio, nel senso che si schierava decisamente per una parte e la parte era sempre quella dei poveri e dei più deboli. Ecco chi è stato Pier Luigi Occelli, avvocato e giornalista, sacerdote ed eroe. 

Il concetto è stato espresso sabato scorso da Mario Banchio, curatore del libro che si stava presentando “Don Occelli prete partigiano. Un buschese difensore dei poveri” al Teatro Civico: un evento, la pubblicazione del libro e la sua presentazione, molto significativo nel 70° anniversario della Resistenza e fortemente voluto dall’Anpi cittadina presieduta da Mario Berardo e dall’amministrazione comunale, che ha dedicato a don Occelli una targa nel parco della Resistenza.

Significativa la data scelta per la presentazione che coincide con il giorno del 69° anniversario dell'accidio di San Chiaffredo di Busca  da parte dei nazifasciti in cui persero la vita don Costanzo Demaria, Bartolomeo lerda e Luigi Ardissone. 

Ospiti di riguardo hanno fatto onore alla semplice cerimonia: don Aldo Benevelli, storico prete partigiano della provincia di Cuneo, classe 1923, grande comunicatore, amico di Nuto Revelli e di tutti i più noti protagonisti di quella stagione, venuto a Busca sabato scorso per la prima volta a parlare della Resistenza proprio in onore di don Occelli e degli ideatori della pubblicazione della sua storia, il presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, Livio Berardo, oltre al vicesindaco di Cuneo, Luca Serale, alla consigliera comunale di Costigliole Saluzzo, Lucia Pettinà, ad Angelo Rosso, consigliere provinciale e a Claudia Bergia, vice-prefetto di Cuneo. A fare gli onori di casa il presidente Berardo e il sindaco Luca Gosso. All’incontro al Teatro, cui hanno peso parte due classi terze delle scuole medie cittadine, è seguita un messa celebrata nella parrocchia Maria Vergine Assunta dal vescovo mons. Giuseppe Guerrini, e lo scoprimento della targa dedicata ad Occelli, con l’onore ai Caduti e la deposizione dell’alloro nel parco della Resistenza. 

Sulla targa donOocceli è definito "Promotore della prima formazione partigiana cristiana": il ruolo dei preti partigiani, ampiamente riconosciuto dalla Storia, era stato più volte sottolineato anche da Ferruccio Parri, fra i più famosi capi partigiani d'Italia e  grande amico di don Occelli.

Il libro, pubblicato da Fusta Editore di Saluzzo, e distribuito dall’Anpi con libera offerta da devolvere all’associazione, presenta 96 pagine che si leggono tutte d’un fiato, scritte con l’immediatezza del linguaggio giornalistico, e la proposta di diversi “pezzi” scritti dallo stesso Occeli, che fu anche un valente giornalista, e riportati all’attenzione grazie alla ricerca del curatore. 

Un prete e un uomo non qualunque” ha spiegato Banchio sabato scorso, ripercorrendo brevemente la vita e le opere di don Pietro (come fu sempre chiamato): nato a Busca il 21 novembre 1903, laureato in Legge all’Università di Torino e poi diventato sacerdote della Società San Paolo, per la quale fu tra gli ideatori di Famiglia Cristiana, insieme con lo storico fondatore don Alberione, e che diresse nel 1933 e ’34. Fu poi inviato come parroco a Roma, alla Montagnola, un quartiere, allora, all’estrema periferia e poverissimo, poi zona di espansione dell’Eur. Qui si sviluppò il suo ministero sacerdotale dedicato alla povera gente che gli stava intorno. Subito dopo lo sbandamento dell’8 settembre 1943 si trovò subito nel mezzo della battaglia, quella storica della Montagnola fra i Granatieri italiani e i tedeschi, appunto, e subito si schierò contro i tedeschi invasori, favorendo la nascita della prima formazione partigiana di ispirazione cattolica della capitale. Accolse nella sua canonica decine di ebrei e di perseguitati politici sottraendoli alla deportazione. Nella sua parrocchia del “Buon Pastore”, con la chiesa da lui eretta, lo ricordano ancora oggi con affetto molti fedeli. 

Fu anche scrittore e poeta di buona levatura ed alcune sue poesie sono state recitate sabato dal presentatore dell’incontro, Giangi Giordano. 

Don Pietro morì ad Albano Laziale il 26 dicembre 1994, dopo alcuni anni di malattia in seguito ad un ictus. 

Per ricostruire la vicenda umana di don Occelli – ha ancora spiegato Banchio - ho utilizzato i suoi libri, le testimonianze dei suoi ex parrocchiani romani e dei suoi parenti e conoscenti di Busca, in particolare le famiglie Barale e Giaccardo che ringrazio di cuore”.

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