Per Nòst Carlevé una serata di piccole-grandi emozioni

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Presentato ieri sera il libro della storia del carnevale cittadino. Dai ricordi dei nonni ai canti dei bambini, la semplicità che scalda i cuori

Data:

30 Gennaio 2014

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2 min

Un momento della serata
Un momento della serata

E’ stato presentato ieri sera al cinema-teatro Lux il libro “Nòst Carlevé. 60 anni di Carnevale a Busca” voluto dal Comune insieme con Busca Eventi, realizzato grazie anche a diversi sponsor (Banca di Caraglio, A.En.B. Azienda energetica buschese, Cornaglia Fratelli, Selghis Calcestruzzi, Isma autotrasporti), curato da Mariella Bosio e Lucia Rosso ed edito da Fusta Editore di Saluzzo.

 

A condurre la serata il mattatore buschese d'eccellenza, Giangi Giordano, che, con la consueta verve, è stato il regista di uno spettacolo reso emozionante soprattutto dai ricordi personali dei protagonisti (saliti sul palco la prima maschera femminile di Busca, Anna Maria Ghinetti, la Poppea del 1954, Ciaccio Bruna, testimone delle prime sfilate, Luciano Taricco, primo cantante delle operette Anni Cinquanta) e dal coro dei bambini delle scuole elementari, 130 piccoli coristi che si sono esibiti non solo nei canti ma anche in balli e recite, anche in dialetto, come la serata richiedeva: complimenti unanimi e convinti a loro ed alle loro insegnanti.

 

La serata era stata introdotta dal canto dell’Inno di Busca, scritto da Antonello Lerda e Giovanni Giordano ed interpretato dal tenore Emanuele Bono e dalla soprano Giulia Milani. Hanno poi portato il loro saluto, invitando tutti alla festa che incomincia domani sera al Palazzetto dello Sport con la consegna della chiavi della Città, Micon, Ivano Falco, e Miconetta, Nicoletta De Lio, insieme con ‘l Panaté e Bela Panatera Danilo Revello e Veronica Rinaudo e con la Birichina Martina Giraudo.

 

Originale e azzeccato anche il connubio tra il Complesso bandistico del Castelletto e il Gruppo corale delle Cantoria parrocchiale che ha suonato e cantato la canzone del carnevale buschese scritta nel 1955 da Reno Masoero, le cui figlie, Vera ed Ornella hanno ricevuto in platea un omaggio floreale in segno di gratitudine della Città all’indimenticato chansonnier, nonché storico presidente dell’Anpi buschese.

 

La  pubblicazione raccoglie in 120 pagine, con tantissime fotografie, la storia della più longeva manifestazione cittadina, dagli albori, nel 1954, quando la maschera cittadina proposta dal versatile Luigi Malausa era Neron (Nerone) fino ai giorni nostri. Tante fotografie, tra le quali alcuni cimeli d’epoca, provenienti dagli archivi degli studi fotografici Pignatta e Allione e da quelli privati dei protagonisti, è in vendita nelle librerie e cartolerie della città.

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